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Il latitante non aveva rinunciato ai contatti con la moglie. I carabinieri erano in attesa

MESAGNE – E’ stato fissato per domani, mercoledì 16 marzo, l’interrogatorio di garanzia di Daniele Vicientino, l’ultimo capo del clan Pasimeni-Vitale rimasto libero, dopo la cattura il 29 settembre del 2010 di Ennio Penna, cui invece “Il Professore “era riuscito a sottrarsi. Vicientino comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari assistito dall’avvocato Raffaele Misseri. Probabilmente Vicientino sa già che è stato il suo attaccamento alla famiglia a porre fine alla latitanza durata cinque mesi e mezzo. Sembra che i carabinieri siano riusciti a localizzarlo tenendo sotto controllo – tra le altre attività di indagine e di ricerca – gli spostamenti della moglie Laura Rogoli (nessuna parentela con il capo storico della Scu Pino Rogoli, solo una fatale coincidenza) e della figlioletta del ricercato.

MESAGNE – E’ stato fissato per domani, mercoledì 16 marzo, l’interrogatorio di garanzia di Daniele Vicientino, l’ultimo capo del clan Pasimeni-Vitale rimasto libero, dopo la cattura il 29 settembre del 2010 di Ercole Penna, cui invece “Il Professore “era riuscito a sottrarsi. Vicientino comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari assistito dall’avvocato Raffaele Missere. Probabilmente Vicientino sa già che è stato il suo attaccamento alla famiglia a porre fine alla latitanza durata cinque mesi e mezzo. Sembra che i carabinieri siano riusciti a localizzarlo tenendo sotto controllo – tra le altre attività di indagine e di ricerca – gli spostamenti della moglie Laura Rogoli (nessuna parentela con il capo storico della Scu Pino Rogoli, solo una fatale coincidenza) e della figlioletta del ricercato.

Vicientino aveva fatto di tutto per non lasciare il territorio, segno chiaro che i gruppi della Sacra corona unita riorganizzatisi negli ultimi anni hanno bisogno della presenza fisica in zona di un capo, sia pure braccato, ed in ciò la criminalità organizzata brindisina non è affatto diversa da quella campana o calabrese, o siciliana. Ma per “Il Professore” nessun nascondiglio dotato di vani segreti, nessuna catena di famiglie insospettabili pronte a nasconderlo, e a fornirgli cibo e assistenza continua nella clandestinità. E’ molto probabile che Daniele Vicientino abbia cambiato più volte nascondiglio e si sia spostato anche fuori dalla provincia di Brindisi, ma alla fine – quando è stato localizzato con certezza – non aveva a disposizione neppure l’energia elettrica.

I carabinieri del Reparto operativo provinciale erano certi che il latitante fosse rimasto nei paraggi. Nei primi mesi non ci sono stati contatti utilizzabili con possibilità di successo, ma alla distanza la cautela di Vicientino ha presentato qualche falla, una di queste – quella decisiva – lo sforzo fatto dal capoclan di restare in contatto con la famiglia. E così è stata tracciata quella pista che ha portato i carabinieri sino alla casa di campagna di cui aveva disponibilità il 48enne Luigi Dell’Atti, di Erchie, 48 anni e più che noto agli investigatori. Da qui Vicientino si muoveva, presumibilmente solo di sera o di notte, con la Suzuki Gsx-R 1100 trovata fuori dalla casa dai militari.

La moto, quasi un segno distintivo per il clan, ricorrente nelle indagini che precedettero l’Operazione Calipso del 29 settembre 2010, nei filmati realizzati dagli investigatori del Ros dei luoghi dove avvenivano gli incontri del gruppo, dove tutti o quasi arrivavano a bordo di potenti bolidi giapponesi. E lo stesso Francesco Campana, mesagnese ma alla testa del clan concorrente ma non belligerante per ragioni di reciproca convenienza (quello dei Tuturanesi di Salvatore Buccarella), ultimo latitante, ormai, è stato segnalato più volte a bordo di una motocicletta nera poi individuata e sequestrata.

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