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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il ministro dell'Interno: "Atto terroristico"

BRINDISI – E’ il momento di fare il punto sulle indagini dopo le prime 72 ore dal tragico attentato del 19 maggio alle studentesse dell’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi, scuola simbolo in questi giorni di lutto, sconcerto e forcing investigativo per raccogliere nel territorio ogni testimonianza ed indizio utile. Stamani l’unica pausa, ma è improprio definirla tale, che gli inquirenti si sono concessi è stata una riunione assieme al capo della Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta, e al pm Milto De Nozza, il quale è rimasto in questura anche dopo la conclusione del briefing per approfondire con i dirigenti dei reparti investigativi impegnati le strategie da attuare per i prossimi giorni.

BRINDISI – E’ il momento di fare il punto sulle indagini dopo le prime 72 ore dal tragico attentato del 19 maggio alle studentesse dell’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi, scuola simbolo in questi giorni di lutto, sconcerto e forcing investigativo per raccogliere nel territorio ogni testimonianza ed indizio utile. Stamani l’unica pausa, ma è improprio definirla tale, che gli inquirenti si sono concessi è stata una riunione assieme al capo della Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta, e al pm Milto De Nozza, il quale è rimasto in questura anche dopo la conclusione del briefing per approfondire con i dirigenti dei reparti investigativi impegnati le strategie da attuare per i prossimi giorni.

Se la fase iniziale è stata di raccolta di ogni frammento utile a restringere il campo dei possibili moventi, la seconda fase promette di essere più stringente, anche se di minore impatto mediatico (e non è escluso che sia molto meglio così). Sarà quella delle azioni mirate, delle verifiche sulla posizione di altre persone. Sempre che questo territorio conservi una traccia dell’attentatore e dei suoi eventuali complici, una persona isolata o un gruppo che ha scelto di compiere l’attentato utilizzando un ordigno tecnicamente micidiale ma nel contempo di non elevata qualità tecnologica. Certamente più difficile da trasportare di un quantitativo di esplosivo come polvere da mina, tritolo, plastico, probabilmente assemblato in zona.

Ci voleva per forza un tecnico elettronico per mettere insieme una combinazione telecomando-detonatore, con eventuale innesco a sensore (volumetrico? Dubbio: come taralo in un ambiente aperto?). La tecnologia dei telecomandi è alla portata di molti, a partire dai ladri di auto, un sensore o un timer si possono acquistare in un negozio di allarmi, un microcircuito è alla portata di qualsiasi radioamatore o perito elettronico. Le bombole di gpl sono merce comune. Dietro l’ordigno può esserci una sola persona anche non specialista ma con nozioni di medio livello, dietro l’azione di trasporto della bomba e dell’attentato più di un soggetto.

Uno degli elementi di maggiore perplessità è la presenza delle videocamere di sorveglianza delle quali l’uomo immortalato mentre aziona il telecomando della strage sembra non preoccuparsi. Se il soggetto ha nozioni di elettronica non poteva non riconosce una videocamera, ma se ne è disinteressato, quasi sapesse che erano tarate a bassa definizione. Oppure perché è una persona non presente nelle banche dati delle forze dell’ordine, e perché proveniva da fuori. Ma gli investigatori non escludono nulla, anche l’errore clamoroso del killer delle studentesse.

L’impegno della questura di Brindisi era visibile materialmente stamani dal numero di auto parcheggiate all’esterno per centinaia di metri: tutti in servizio. E’stato deciso di aggregare alla Digos e alla Squadra mobile unità investigative rispettivamente dell’Ucigos e dello Sco, mentre con i carabinieri del Nucleo investigativo provinciale stanno lavorando uomini del Ros. “Indipendentemente dall'accertamento dell'effettiva matrice, che mi auguro possa avvenire già nelle prossime ore, non vi è dubbio che l'attentato di Brindisi, per il gravissimo e diffuso allarme che ne è seguito, possa prestarsi a una lettura in chiave terroristica”. Lo ha detto alla Camera il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, sottolineando che “se ancora non conosciamo il movente e la mano, sicuramente l'effetto scaturito dall'evento è stato terroristico, nel senso pieno e letterale del termine”.

“Sarà compiuto ogni sforzo per assicurare i colpevoli di questo ignobile gesto alla giustizia e nessuna energia verrà risparmiata” ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, in un'informativa al Senato, in cui ha escluso che allo stato attuale vi siano indagati. “Lo dobbiamo innanzitutto - ha aggiunto il ministro dell’Interno - alle vittime, alle loro famiglie, alla città e alla comunità di Brindisi che è stata sfregiata e che ha reagito con quella commovente dignità che ho prima elogiato. E lo dobbiamo all'Italia tutta, a cui va restituita prontamente la serenità di cui ha bisogno”. Il ministro ha sottolineato anche come l’impegno investigativo sia legato alla determinazione personale di ciascuno degli uomini e delle donne in campo:  “Questo eccezionale impegno degli apparati giudiziari e di polizia - ha aggiunto - non è solo il riflesso di uno scrupolo professionale ma nasce anche da un sentimento di indignazione vivo e diffuso, che rispecchia lo stato d'animo del Paese”.

Per il ministro Guardasigilli, Paola Severino, gli elementi che i magistrati hanno a disposizione a Brindisi “verranno usati con il rispetto del principio per cui le indagini frettolose possono portare a risultati non corretti”. Meglio attendere qualche giorno in  più, che ottenere risultati incompleti, secondo il ministro Severino in un incontro con i giornalisti.

Intanto il drammatico attentato di sabato 19 maggio a Brindisi sta cementando la solidarietà tra gli studenti italiani. L’istituto di istruzione secondaria Pomponio Leto di Salerno annuncia sulla pagina Facebook di BrindisiReport.it una manifestazione in cui i ragazzi indosseranno una maglietta con la scritta  “La mia scuola è Morvillo Falcone”. Non ci fermerete mai. L'aula magna dell'Istituto professionale 'Bartolomeo Montagna” di Vicenza, una delle scuole più importanti e storiche della città, verrà intitolata a Melissa Bassi, la studentessa di Mesagne rimasta uccisa nell'attentato alla scuola 'Morvillo Falcone’ di Brindisi. A darne notizia oggi la Provincia di Vicenza che ha accolto la richiesta degli studenti. In giunta è stata approvata all'unanimità l'intitolazione.

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