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Cronaca

"Il nuovo lungomare protegga la storia"

BRINDISI - Il presidente dell'Ordine degli architetti, Fulgenzio Clavica, ripropone oggi le critiche e i suggerimenti di questa categoria professionale affinchè alla città sia restituito un lungomare arricchito dalla visibilità delle tracce lasciate dalla storia nel porto di Brindisi. Un'occasione che si rischia di perdere. Discutiamo a bocce ferme, dice Clavica, anche degli interventi di via Del Mare. Ecco la lettera indirizzata al sindaco Mimmo Consales, alla Direzione Regionale per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Puglia, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, e a quella per i Beni Archeologici della Puglia.

BRINDISI - Il presidente dell'Ordine degli architetti, Fulgenzio Clavica, ripropone oggi le critiche e i suggerimenti di questa categoria professionale affinchè alla città sia restituito un lungomare arricchito dalla visibilità delle tracce lasciate dalla storia nel porto di Brindisi. Un'occasione che si rischia di perdere. Discutiamo a bocce ferme, dice Clavica, anche degli interventi di via Del Mare. Ecco la lettera indirizzata al sindaco Mimmo Consales, alla Direzione Regionale per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Puglia, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, e a quella per i Beni Archeologici della Puglia.

"Questo Ordine, anche raccogliendo i tanti rilievi di iscritti e cittadini, aveva inteso intervenire con riferimento ai lavori di recupero e rifunzionalizzazione del Lungomare Regina Margherita. Il risultato e la qualità di questi lavori sono sotto gli occhi di tutti e, al di là di ogni altra considerazione, evidenziano di una grande irripetibile occasione perduta. Il Lungomare è, infatti, per i brindisini e per ogni visitatore e turista, un luogo di elevato valore storico ed ambientale, sul quale insiste, peraltro, uno specifico vincolo ambientale emanato in data 18 maggio 1999.

Non a caso questo Ordine aveva fortemente richiesto, nel passato, che fosse bandito un concorso di idee per la sistemazione di questa area, su cui si affacciano le Colonne Romane e che, da sempre, ha rappresentato un punto insostituibile di arrivo e di partenza fra Oriente ed Occidente.

La sua storia avrebbe meritato altre soluzioni ed altri approcci metodologici. Abbiamo assistito, invece, a lunghe campagne di saggi e scavi archeologici al di sotto del Lungomare senza che si ipotizzasse, come avviene quasi ovunque, una soluzione che, consentendo di lasciare a vista alcuni brani della città preesistente, ne studiasse una forma di coesistenza con il nuovo, ivi comprese le attività commerciali e ricettive. Tutto questo avrebbe restituito un’ulteriore opportunità, anche dal punto di vista turistico, in una città in cui resta forte la tentazione di cancellarne il passato, sotto le sue diverse forme.

Quanto realizzato, poi, impone una più generale riflessione sul concetto di progettazione, perché è evidente, anche nel caso del Lungomare, che manca un’ idea complessiva e che questa parte di città è stata trattata come una qualsiasi strada periferica, senza la cautela necessaria per le antiche basole calcaree o vulcaniche, per il tipo di piantumazione, per le tipologie di arredo urbano, per la presenza della preesistente linea ferroviaria. Questo Ordine, inoltre, ha avuto modo di rendere nota la propria posizione critica con riferimento alle procedure di affidamento dei lavori di ristrutturazione di Via del Mare, che codesta Amministrazione si sta accingendo ad appaltare.

In questa sede ci preme richiamare l’esigenza di una riflessione più generale e, finalmente, a bocce ferme. Sull’onda della emergenza si sono consentite modifiche e trasformazioni sostanziali della scena urbana brindisina. In questi ultimi anni la città ha profondamente cambiato il suo volto, senza che su questo si aprisse un confronto di idee. Le espansioni dei quartieri periferici, l’uso delle coste, le trasformazioni di tessuti storici, con estese e spesso avventate demolizioni, la incompleta conservazione del centro-storico, per non parlare delle “scelte” industriali, non hanno mai tenuto conto delle vocazioni del territorio, del patrimonio di risorse inespresse, del sentire comune.

Avevamo richiesto e lo rifacciamo, in questa sede, che si vogliano verificare in tempi brevi tutte le possibilità per lasciare in vista parte di quanto rinvenuto sul Lungomare Regina Margherita, ben sapendo che questo potrebbe costituire un valore aggiunto rispetto alla preesistente qualità dei luoghi.

Anche per questo ribadiamo che soluzioni progettuali che si riferiscano a beni di analogo rilievo, quali l’ex Capannone Montecatini, la cui salvaguardia si deve soprattutto a questo Ordine, o il Collegio Tommaseo, o l’ex Cinema teatro Di Giulio, del cui riuso si sta riparlando, vengano affidati a confronti aperti e a concorsi di idee o di progettazione.

Ci aspettiamo, pertanto, impegni precisi, credibili ed autorevoli, ufficializzando, da parte nostra, ogni collaborazione possibile per apportare un contributo responsabile di idee, anche per cercare di recuperare quella idea complessiva, quel coordinamento, che a nostro avviso manca nei lavori appaltati e in quelli da appaltare a breve. Confidando in determinazioni nella direzione da noi auspicata, porgiamo cordiali saluti".

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