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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il padrone di casa si difende: "Non sapevo fosse un pericoloso latitante"

ORIA - Operaio all’Ilva, incensurato, marito e padre di famiglia. Quando ha saputo che l’uomo che abitava in casa sua pagando regolarmente l’affitto era un pericoloso latitante ricercato da anni, è trasecolato. Se lo sbigottimento di Angelo Mingolla sia autentico o inscenato ad arte, sarà la magistratura a stabilirlo, per il momento l’uomo è indagato per favoreggiamento, punto, senza l’aggravante contestata al padrone di casa dell’altro latitante arrestato nelle scorse settimane, il mesagnese Daniele Vicientino: il carico pesante dell’accusa è quello previsto dal favoreggiamento per persone con posizioni di spicco nelle associazioni di stampo mafioso.

ORIA - Operaio all’Ilva, incensurato, marito e padre di famiglia. Quando ha saputo che l’uomo che abitava in casa sua pagando regolarmente l’affitto era un pericoloso latitante ricercato da anni, è trasecolato. Se lo sbigottimento di Angelo Mingolla sia autentico o inscenato ad arte, sarà la magistratura a stabilirlo, per il momento l’uomo è indagato per favoreggiamento, punto, senza l’aggravante contestata al padrone di casa dell’altro latitante arrestato nelle scorse settimane, il mesagnese Daniele Vicientino: il carico pesante dell’accusa è quello previsto dal favoreggiamento per persone con posizioni di spicco nelle associazioni di stampo mafioso.

Le parole a giustifica di se stesso che l’oritano 38enne Angelo Mingolla, difeso dall’avvocato Antonio Andrisano, ha pronunciato questa mattina davanti agli inquirenti, fanno il paio infatti con quelle del 48enne di Erchie Luigi Dell’Atti che, all’indomani dell’arresto del boss avvenuto il 14 marzo scorso, disse di non sapere nulla dell’identità di quell’uomo né dei particolari guai con la giustizia da cui stava fuggendo. La posizione di Dell’Atti si è aggravata nei giorni successivi all’arresto, passando nelle mani della Dda, l’ipotesi di reato di cui oggi risponde è esattamente quella di favoreggiamento nei confronti di un esponente di spicco della Sacra corona unita.

Come si evolverà la situazione dell’operaio oritano troppo presto per dirlo. Quel che è certo, al momento, è che l’uomo non ha saputo o potuto esibire alcun contratto di locazione, né ha saputo dire come quel ragazzone appassionato di polizieschi, provvedesse al proprio sostentamento, dato che nel capannone fra via e via… non c’era né cucina né dispensa. L’altra certezza è una sorta di nuova tendenza nella latitanza mafiosa di ultima generazione. In Campania quanto in Sicilia, i ricercati si appoggiano a insospettabili cittadini qualunque, con disponibilità immobiliari, ai quali impongono senza troppe cerimonie, ma pagando bene, la propria presenza. Il caso potrebbe essere quello di specie, e se così fosse la incredulità di Mingolla di fronte al blitz della polizia di Stato, sarebbe del tutto verosimile.

Certo è che Francesco Campana non aveva l’aspetto di un locatario qualunque, dato che non aveva saputo dire nemmeno al padrone di casa per quanto tempo si sarebbe trattenuto in quella specie di capanno ricavato fra quattro mura in croce nel quale s’era adattato a vivere con la compagna. E l’operaio non aveva battuto ciglio. Ulteriori spiegazioni potrà fornirle martedì prossimo, giorno fissato per l’interrogatorio di fronte al pm Valeria Farina Valaori.

A corollario dell’operazione arriva intanto il plauso di tutto il mondo istituzionale. “La Sacra Corona Unita è stata decapitata e la cattura del suo capo, Francesco Campana, latitante dal 2010, è lo straordinario risultato di un eccellente lavoro di squadra che, con questo arresto, spezza così una rete di attività criminali che infestavano il territorio”, lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. “Alla Dda di Lecce che ha coordinato le indagini e alle Squadre Mobili di Brindisi e di Lecce - ha aggiunto il ministro - va il mio plauso perchè, con il successo di oggi, hanno contribuito al rafforzamento della fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni, anche attraverso un capillare controllo del territorio e l'affermazione dei principi di legalità e di giustizia”. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è personalmente congratulato con il capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, “La cattura di Campana - ha commentato il ministro Maroni – rappresenta un durissimo colpo alla Sacra Corona Unita, frutto di sforzi che sono stati compiuti in Puglia attraverso il lavoro dei gruppi investigativi speciali, istituiti proprio per la cattura dei latitanti e per porre fine alla sanguinosa guerra di mafia in quel territorio”.

“Ancora un grande risultato sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. L'arresto di Francesco Campana, ritenuto il capo della Sacra Corona Unita, rappresenta l'ennesimo duro colpo alle cosche”, l’affermazione è del ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, che si complimenta con il ministro dell'Interno Maroni e il capo della Polizia Manganelli.

“Oggi è una giornata positiva per il paese e per la legalità. Il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura ha consentito di produrre due risultati: l'arresto di Francesco Campana ritenuto capo della Sacra corona unita brindisina e l'arresto del capoclan dei quartieri Spagnoli Michele Elia. Un'ulteriore conferma che lo Stato in un territorio difficile è più che presente”, ha commentato Andrea Orlando responsabile Giustizia del Pd, parole che fanno il paio con quelle del deputato Pdl Luigi Vitali “L'arresto di Francesco Campana dimostra, se ce ne fosse bisogno – ha detto l’onorevole brindisino -, che la presenza dello Stato sul territorio è forte e dominante anche rispetto a fenomeni malavitosi radicati e sedimentati come la Sacra corona unita”. L’arresto del latitante rappresenta un monito e uno stimolo alla denuncia per il presidente dell’associazione antiracket di Mesagne Fabio Marini: “La straordinaria offensiva della magistratura, della polizia di stato e di tutte le forze dell’ordine messa in atto nel nostro territorio, incoraggia gli operatori economici e stimola i cittadini ad una maggiore fiducia nelle istituzioni e sollecita una maggiore collaborazione”.

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