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Cronaca

Il pentito Penna depone anche contro i Bruno. "Io ero il boss e sapevo tutto"

BRINDISI - La sa lunga, lunga vent’anni. Da quando, ragazzino di 16 anni appena, superò i mesi di rodaggio imposti ai nuovi adepti prima dell’affiliazione. Prova che Ercole Penna seppe superare brillantemente, iniziando la scalata nella Scu, battesimo di fuoco e carriera promettente, dal ”camorrista” a boss. Con la sapienza criminale lunga quattro lustri, l'ultimo pentito della Scu è tornato a parlare nelle aule del tribunale brindisino. Esordio a carico dei Brandi, qualche giorno addietro, oggi invece è toccato ai signori torresi di contrada Canali: “Una roccaforte a sé stante”, secondo l'ultimo pentito della Sacra corona unita, passata sotto l'egida di Andrea, il principale degli imputati nel processo in corso, dopo l'arresto del capo-famiglia, il due volte ergastolano Ciro.

BRINDISI - La sa lunga, lunga vent’anni. Da quando, ragazzino di 16 anni appena, superò i mesi di rodaggio imposti ai nuovi adepti prima dell’affiliazione. Prova che Ercole Penna seppe superare brillantemente, iniziando la scalata nella Scu, battesimo di fuoco e carriera promettente, dal ”camorrista” a boss. Con la sapienza criminale lunga quattro lustri, l'ultimo pentito della Scu è tornato a parlare nelle aule del tribunale brindisino. Esordio a carico dei Brandi, qualche giorno addietro, oggi invece è toccato ai signori torresi di contrada Canali: “Una roccaforte a sé stante”, secondo l'ultimo pentito della Sacra corona unita, passata sotto l'egida di Andrea, il principale degli imputati nel processo in corso, dopo l'arresto del capo-famiglia, il due volte ergastolano Ciro.

Penna torna dunque a parlare in pubblico, ma dietro lo schermo del collegamento in video-conferenza, ripreso di spalle e da località protetta, quella dove da dicembre scorso vive insieme alla moglie Angela Biondi e ai figli. Guardare in faccia Ercole Penna, oggi no, non è concesso. Nemmeno ai Bruno, illividiti dietro le sbarre mentre il pentito sciorinava memorie in forma di certezza. Ha risposto puntuale per oltre due ore alle domande dei pm Milto De Nozza e Alberto Santacatterina, replicando in sostanza quello che aveva già detto all'atto della prima confessione. Ha parlato di una divisione assai rigida di gerarchie, territori e ruoli, da una parte i mesagnesi, i suoi, dall'altra i Buccarella, i Bruno e i Fai. Come dire il nuovo, i ribelli della Sacra corona libera, i rivoltosi contro il “vecchio” per usare l'espressione irriverente dello stesso Penna per menzionare Rogoli, dall'altra gli altri.

Linu lu biondu dice che nella roccaforte dei Bruno, il ”fortino” in contrada Canali, a nessuno era concesso mettere piede se non agli uomini del clan torrese, ovvero ai fedelissimi della vecchia guardia. Nessun dubbio che i Bruno fossero i padroni del traffico di droga e del racket della estorsioni in terra torrese. Nessun tentennamento nemmeno nell’affermare che i Fai, di Tuturano, ai Bruno erano legati a filo doppio, e che dai signori di contrada Canali i brindisini si rifornivano delle partite di stupefacente da piazzare sul mercato. Discettare se quello che dice il collaboratore mesagnese sia informazione di prima mano o conoscenza ”de relato”, come dicono quelli che parlano di giurisprudenza, è discettazione oziosa. Lo ha detto lo stesso Penna in aula, più e più volte: lui era il boss, a Mesagne. Il capo. Specialmente dopo l’arresto del Marocchino e di Piccolo dente, leggi Vitale e Pasimeni.

Lui decideva e tutto sapeva perchè tutto doveva sapere. Anche dei clan antagonisti.  Penna queste cose le sapeva perchè era un boss. Ma anche perchè sapere quale è il territorio che non puoi violare, evita grane e sconfinamenti, e sangue. Penna parla insomma sapendo quel che dice, aggiungendo il carico pesante delle sue memorie all’impianto accusatorio già assai gravoso. Al collegamento in video-conferenza con il pentito, pepita d'oro sfoderata dalla procura per il gran finale, si legano le ultime battute del dibattimento. Toccherà poi alla requisitoria dell'accusa, e poi sentenza: prevista entro primavera.

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