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Cronaca

Il piano, liberare l'uomo della droga

L’anello di congiunzione tra la Scu brindisina e quella leccese, ma non solo. Un giovane in grado di interloquire con la criminalità albanese per i traffici di droga, personaggio evidentemente ‘chiave’ negli assetti criminali salentini. Raffaele Martena, 27 anni, di Tuturano,dal 2010 a oggi è stato arrestato un bel po’ di volte, almeno una decina e quasi sempre per traffico di sostanze stupefacenti.

L’anello di congiunzione tra la Scu brindisina e quella leccese, ma non solo. Un giovane in grado di interloquire con la criminalità albanese per i traffici di droga, personaggio evidentemente ‘chiave’ negli assetti criminali salentini. Raffaele Martena, 27 anni, di Tuturano,dal 2010 a oggi è stato arrestato un bel po’ di volte, almeno una decina e quasi sempre per traffico di sostanze stupefacenti.

Condannato ripetutamente, per lo più con rito abbreviato, a pene che sommate fanno un bel cumulo. L’ultima a 4 anni e 7 mesi. Ma c’era quella a 15 anni, per i fatti (sempre di droga) contestati nell’operazione Chopin della squadra mobile di Brindisi. Insomma, perché la Sacra corona unita, non si può pensare si tratti d’altri visto che a indagare è il capo della Dda Cataldo Motta e l’aggiunto Antonio De Donno, si stava armando e stava programmando un’azione violentissima per far uscire di galera Raffaele Martena, figlio di un commerciante di pesce del Brindisino, non appartenente a una famiglia storicamente legata alla criminalità organizzata, ma ritenuto (come si ribadisce in tutte le ordinanze che sono state eseguite a suo carico) un esponente di spicco del clan Buccarella?

Evidentemente Martena conta più di quel che si crede, il ragazzo entrato in cella che aveva poco meno di 25 anni e che ora ne ha 27, un figlioletto a carico e un bel po’ di persone con cui dialogare con lettere cifrate. La polizia penitenziaria di Lecce, coordinata da Riccardo Secci, e i carabinieri del Ros cui sono delegate le indagini sul tentativo di evasione (un progetto esecutivo che sarebbe stato messo in atto a breve) hanno sequestrato un bel po’ di materiale nella cella di Martena, a Borgo San Nicola.

La corrispondenza è sotto osservazione. Particolarissimo il metodo di scrittura, da settimana enigmistica. Il metodo è più o meno quello del crittogramma: a ogni lettera (invece che a un numero) veniva assegnata un’altra lettera. Mescolandole per bene, secondo un criterio aritmetico che ne consentiva la decriptazione, le lettere davano una combinazione insensata per chi non conosceva il sistemino. Del tutto logica per chi invece era in possesso della‘legenda’.

Così volevano far uscire Martena dal carcere. Quel giovane che è finito nella ragnatela tessuta dalla Dda così tante volte da far ritenere che non sia propriamente un caso. Avrebbe finto un malore, si sarebbe fatto portare in ambulanza fuori dalla struttura detentiva, scortato dalla polizia penitenziaria. A quel punto avrebbero assaltato la carovana, con le armi: stesso copione che solitamente si mette in atto per ripulire i furgoni portavalori. Le armi? Le avrebbero reperite, anzi le stavano cercando.

Ed è proprio per comprendere le metodologie e i canali di approvvigionamento che gli investigatori non trascurano l’arresto di Elvis Bozzetti, geometra brindisino incensurato di 32 anni, che pensava davvero di poter portare in Italia da Valona, agli inizi di dicembre, un carico di una decina di kalashnikov, dieci bombe a mano, 15 granate assordanti, e tanto altro ancora, tutto nascosto nel bagagliaio della sua auto.

Insomma da Chopin a Wide Pushing, dallo spaccio al bar ai contatti con il Paese delle Aquile, Martena che è anche coinvolto in un’altra operazione della Dda ancora non arrivata a processo, quella denominata ‘Peter Pan’ e che stasera - difeso dall'avvocato Ladislao Massari - è stato condannato a cinque anni (l’operazione è Augusta e colpì nell’ottobre 2012 diversi pezzi da novanta della Scu leccese e fu eseguita dai Ros), Martena si è costruito un bel curriculum vitae da emergente, punto di riferimento per lo smercio di droga nel Brindisino (ed evidentemente non solo).

Con buoni appoggi a Lecce, a Brindisi e forse, ritengono gli uomini che stanno ancora lavorando sul folle stratagemma messo a punto e definito ormai in ogni dettaglio, anche più lontano da casa. Ora, scoperto tutto quello che stava per combinare,Martena è in regime di 14 bis, cosiddetto di ‘sorveglianza particolare’, che non va confuso con il 41bis, ossia il carcere duro ed  è prevede una presenza costante di personale della polizia penitenziaria e una cella tutta per sé.

Sarà così per i prossimi sei mesi, se dovesse restare a Lecce o se anche dovesse essere trasferito altrove. Guardato a vista, notte e giorno. In arrivo, a conclusione dell’inchiesta (il fascicolo è stato avviato nei giorni scorsi), una nuova ordinanza di custodia cautelare per lui. E una manciata di provvedimenti restrittivi anche per altra gente, i fiancheggiatori che inquirenti e investigatori stanno cercando in queste ore di stanare. Uno a uno.

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