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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Il reddito ingiustificato dello stragista

LECCE - Di che parlava Giovanni Vantaggiato, stragista in trappola per aver ucciso Melissa Bassi, sedici anni, e per aver attentato alla vita di decine di altri studenti? Il killer reo confesso, pentito e distrutto dal rimorso, si preoccupava di “vendere o occultare i beni a lui riconducibili” che, si è appurato, non aveva accumulato lecitamente, non essendo giustificabile la ricchezza dell’imprenditore (almeno 2 milioni e 100mila euro) in rapporto ai guadagni dichiarati. In uno dei suoi conti correnti sono stati trovati 425.680 euro. Tale disparità fa supporre che Vantaggiato oltre a essere un bombarolo fosse, quantomeno, un evasore fiscale.

LECCE - Di che parlava Giovanni Vantaggiato, stragista in trappola per aver ucciso Melissa Bassi, sedici anni, e per aver attentato alla vita di decine di altri studenti? Il killer reo confesso, pentito e distrutto dal rimorso, si preoccupava di “vendere o occultare i beni a lui riconducibili” che, si è appurato, non aveva accumulato lecitamente, non essendo giustificabile la ricchezza dell’imprenditore (almeno 2 milioni e 100mila euro) in rapporto ai guadagni dichiarati. In uno dei suoi conti correnti sono stati trovati 425.680 euro. Tale disparità fa supporre che Vantaggiato oltre a essere un bombarolo fosse, quantomeno, un evasore fiscale.

Ciò emerge dalle indagini patrimoniali condotte dalla Squadra mobile di Brindisi insieme ai carabinieri e ai colleghi leccesi, al Ros e allo Sco, con il coordinamento dei magistrati della Dda di Lecce, con il capo della procura Cataldo Motta e i sostituti Guglielmo Cataldi e Milto Stefano De Nozza.

Sono gli stessi pm che hanno indagato sul caso Brindisi e che hanno chiesto e ottenuto, contestualmente all’ok del gip sull’avvio del processo dinanzi alla Corte d’Assise di Brindisi (il 17 gennaio), l’emissione di un decreto di sequestro conservativo dei beni, necessario a tutelare le parti civili che probabilmente chiederanno un risarcimento danni, ma anche preventivo in quanto gli investigatori hanno rilevato “una sproporzione del patrimonio rispetto al proprio reddito dichiarato”.

I sigilli sono stati apposti a diversi appartamenti e locali commerciali a Copertino, ma anche allo yacht ormeggiato a Porto Cesareo che, stando alle indagini patrimoniali di polizia e carabinieri, sarebbe stato pagato un miliardo di vecchie lire e anche al deposito della ditta di carburanti intestata alla moglie che invece non è stata sottoposta a sequestro.

Vantaggiato è così attento a soldi e proprietà che, nel nome del danaro, ha indossato i panni del killer e ha fabbricato un congegno per uccidere il proprio ex socio in affari. La ragione? Una presunta truffa da 300mila euro, il movente da lui indicato anche per l’esplosione provocata davanti alla Morvillo Falcone e in parte sconfessato nell’ultimo interrogatorio, sostenuto proprio davanti al pm Milto Stefano De Nozza nell’ambito delle indagini sul precedente attentato (con la bici bomba) del 2008 a Torre Santa Susanna.

Il 68enne di Copertino ha ammesso di aver ordito raggiri nel settore dei carburanti agricoli insieme a Cosimo Parato, l’uomo che voleva morto e che ha denunciato e fatto condannare dal Tribunale, non ritenendo poi di aver avuto giustizia. Ma se, effettivamente, egli non era poi così vittima di truffe ma complice, allora cosa aveva da contestare ai giudici che, come aveva detto dopo il fermo del 6 giugno “non tutelano chi le subisce”? Di punti oscuri ce ne sono ancora. A partire da quegli “altri non ancora identificati” che lo avrebbero aiutato a realizzare la strage e soprattutto a fabbricare, detenere, condurre sul posto e far esplodere un ordigno micidiale.

Ad ogni modo, riepilogati i 4 capi di imputazione, i pm hanno chiesto un duplice sequestro che è stato eseguito stamani. Lo scopo principale è “congelare” le proprietà dell’uomo che serviranno a ristorare le vittime dei danni subiti. I sigilli sono stati apposti a: una villetta destinata a residenza familiare, in un complesso immobiliare di ampia metratura, a Copertino, in via Vespucci 5, costituiti da un piano seminterrato non previsto in progetto, e un piano rialzato, costruiti su suolo edificatorio situato in località Fuline, acquistato nell’anno 1979. Opere queste mai censite in catasto e in parte realizzate abusivamente, ma riconducibili a Giovanni Vantaggiato.

Poi, locale commerciale in via Garibaldi 14, piano T, 28 metri quadrati e rendita di 600 euro; un fabbricato di 33 metri quadri in piazza Umberto I a Copertino, rendita 448 euro; immobile in piazza Umberto I al civico 26, rendita 118 euro, un locale commerciale di 27 metri quadri nella stessa piazza, rendita 496 euro; una imbarcazione da diporto cabinata a motore, modello C 50 da metri 15,60, con bimotore diesel da 500 kw cadauno, completa di accessori e dotazioni, acquistata nel giugno del 1997, al prezzo di un miliardo di lire, oggi 516.456 euro, con nome Hale Bopp, iscritta nel registro di imbarcazioni e ormeggiata nella darsena “Puerto del Sol” in territorio di Porto Cesareo.

Infine un conto corrente al Banco di Napoli con un saldo attivo di 105 euro e un altro, sempre al Banco di Napoli con 425.680 euro. Infine gli immobili costituenti il deposito carburanti di contrada Ballarini, intestati alla moglie Giuseppina Marchello ma di cui disponeva Vantaggiato, ancora in isolamento nel carcere di Borgo San Nicola, destinato forse a rimanerci in quella cella fino alla fine dei suoi giorni, considerato che per il reato contestato è previsto l’ergastolo.

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