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Cronaca

Il sindaco al ministro: "Dateci il castello"

BRINDISI - Il sindaco Mimmo Consales ha scritto al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi , sul problema del Castello Alfonsino per rilanciare la richiesta di “entrare in possesso del bene, stante la situazione di grave degrado in cui versava”. Consales informa il ministro che “il Comune ha predisposto di recente un progetto di adeguamento e ripristino degli impianti elettrici ed un servizio di guardiania e sorveglianza dei luoghi, abbandonati all’incuria e ad atti vandalici”, rilevando che pur non essendo possessore della fortezza il municipio di Brindisi interviene a sua tutela.

BRINDISI - Il sindaco Mimmo Consales ha scritto al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo  Ornaghi , sul problema del Castello Alfonsino per rilanciare la richiesta di “entrare in possesso del bene, stante la situazione di grave degrado in cui versava”. Consales informa il ministro che “il Comune ha predisposto di recente un progetto di adeguamento e ripristino degli impianti elettrici ed un servizio di guardiania e sorveglianza dei luoghi, abbandonati all’incuria e ad atti vandalici”, rilevando che pur non essendo possessore della fortezza il municipio di Brindisi interviene a sua tutela.

Nella stessa lettera, Consales  parla della necessità di “una azione coordinata che richiami alle loro responsabilità tutti i soggetti interessati e chi, oggi, detiene possesso ed uso del Castello e del Forte”, e a tal fine annuncia un incontro a breve “tra tutte le parti interessate, ovvero Comune, Soprintendenza, Marina Militare ed Autorità Portuale”. Manca nella lettera, tuttavia, un elemento di forza: un progetto di uso e fruizione del castello.

Un progetto deve essere il punto di partenza dell’acquisizione, che ne giustifichi l’impegno finanziario, soprattutto a fronte di un cenno che il sindaco fa alle sinergie con soggetti privati: “Abbiamo rinnovato la nostra volontà di essere parte attiva nel processo di riqualificazione del complesso, perché restiamo dell’avviso che anche in questa circostanza non si possa prescindere da una azione coordinata, che richiami alle loro responsabilità tutti i soggetti interessati e chi, oggi, detiene possesso ed uso del Castello e del Forte deve esserne ancor più consapevole, ricercando e corroborando le collaborazioni del caso, anche nel settore privato”.

Quali dovrebbero essere i requisiti di queste collaborazioni? Il sindaco alludeva a sponsorizzazioni da parte di grandi aziende presenti nel territorio, o di progetti privati? E in tal caso, a maggior ragione, la stella polare non può che essere una idea – che sin qui non è stata resa nota, se esiste – di utilizzo di Forte a Mare con forti connotati di valorizzazione culturale e turistica. Occorrono partner privati in grado di assicurare e di rassicurare su questi punti, e con capitali propri. Il sindaco ne ha già incontrati, ascoltati, valutati? Oppure si propone ancora di farlo? Sono cose che la città vorrebbe sapere. In allegato, la lettera di Consales al ministro Ornaghi.

La lettera di Consales al ministro Ornaghi

Sento il dovere di porre alla Sua attenzione la annosa problematica del Castello Alfonsino di Brindisi, sito sull’isola di Sant’Andrea, all’imboccatura del porto, quale storico avamposto e “sentinella” contro le incursioni esterne e simbolo, al pari delle Colonne Romane della Via Appia, della nostra Città.

Castello e Forte attiguo, costruiti fra la fine del Quattrocento e gli inizi del XVII secolo, rappresentano una testimonianza tangibile del nostro vasto ed ineguagliabile patrimonio culturale, esempio prezioso di un sistema strategico-difensivo che si estende alle strutture militari dell’inizio dello scorso secolo, fra macchie mediterranee e pinete, comprendendo l’intera isola.

Con tale consapevolezza, questa Amministrazione aveva manifestato l’interesse ad attivare le procedure per verificare la sussistenza delle condizioni affinché parte degli immobili appartenenti al «patrimonio culturale» statale, presenti sul territorio comunale, potessero eventualmente rientrare in accordi di valorizzazione, nella prospettiva di un trasferimento a titolo non oneroso fra i beni di proprietà comunale. Quanto sopra era stato disposto ai sensi e in attuazione del D.Lgs. 28 maggio 2010, n. 85, art. 5, co. 5, (federalismo demaniale), pur non rientrando le “fortezze” dell’isola di Sant’Andrea nell’elenco dei beni alienabili.

Nonostante questo, l’Amministrazione Comunale non ha fatto mai mancare il proprio contributo per concorrere al recupero ed alla fruibilità di tale compendio, anche predisponendo di recente un progetto di adeguamento e ripristino degli impianti elettrici e un servizio di guardiania e sorveglianza dei luoghi, abbandonati all’incuria e ad atti vandalici.

Né sono mancati i momenti di confronto, serrato,  per discutere della tutela e valorizzazione del Castello e del Forte,  da cui è scaturita immancabilmente l’esigenza di proseguire ed allargare il dibattito a tutti i soggetti interessati e portatori di idee e contributi, per accrescere il grado di interesse e sensibilizzazione attorno alla restituzione di questo complesso monumentale.

Siamo consapevoli delle difficoltà del momento, che anche questa Amministrazione sta vivendo, con il disagio di non potere più dare risposte adeguate ai molteplici problemi che le competono, ma, fra questi, non vogliamo immaginare che cultura e tutela dei beni culturali rappresentino una esigenza secondaria o, peggio ancora, marginale.

Siamo altrettanto consapevoli che l’essere questo bene nel novero dei beni che, alla dismissione da parte della Marina Militare, sono stati trasferiti alla gestione e competenza del demanio-ramo beni culturali, non ne ha garantito l’integrità e l’uso.

Abbiamo rinnovato la nostra volontà di essere parte attiva nel processo di riqualificazione del complesso, perché restiamo dell’avviso che anche in questa circostanza non si possa prescindere da una azione coordinata, che richiami alle loro responsabilità tutti i soggetti interessati e chi, oggi, detiene possesso ed uso del Castello e del Forte deve esserne ancor più consapevole, ricercando e corroborando le collaborazioni del caso, anche nel settore privato.

Con questo auspicio ho ritenuto di doverLe scrivere questa nota, certo di una attenzione e di un riscontro. Con i miei più cordiali saluti.

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