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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Eventi estivi, Consales chiede il rimborso delle spese legali

Per la difesa necessari 19mila euro: il sindaco prosciolto pure in Cassazione dalle accuse di abuso e falso per l'affifdamento a Motumus (resta imputato per altro). Stessa somma domandata dal dirigente Gagliani

BRINDISI – Incassata il proscioglimento nel processo sull’estate brindisina versione 2012, il sindaco Mimmo Consales  ha chiesto il rimborso delle spese legali, per poco meno di 19mila euro: è quanto ha sostenuto per difendersi dalle accuse di abuso d’ufficio e falso, ormai archiviate, dopo la pronuncia della Cassazione ma inizialmente contestate dalla Procura di Brindisi che per il primo cittadino insiste ancora nel sostenere la tenuta di una condotta contraria alla legge sul fronte del debito nei confronti di Equitalia e dell’affidamento dei servizi di rassegna stampa alla società News.

L’istanza per ottenere il pagamento della somma è stata depositata dallo stesso primo cittadino lo scorso 2 novembre, all’attenzione del dirigente settore Affari Legali del Comune di Brindisi, Francesco Trane, sulla base della nota specifica del suo difensore di fiducia, Massimo Manfreda, autore del risultato dinanzi agli Ermellini.

Come si ricorderà, Consales ha ottenuto l’assoluzione in via definitiva dai capi di imputazione , lo scorso 16 febbraio, quando la V sezione della Cassazione si pronunciò sul ricorso presentato dal procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli e dai pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, titolari dell’inchiesta,  contro il proscioglimento dai reati di concorso continuato in abuso di ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, deciso il 10 giugno 2014  dal giudice dell'udienza preliminare Maurizio Saso.

Il proscioglimento in sede di udienza preliminare riguardava gli atti amministrativi relativi all'affidamento alla società Motumus delle manifestazioni estive del 2012 riunite sotto il cartello "Culturamiamo Brindisi". Con le stesse accuse era stato chiesto il processo per il dirigente che in quel periodo era responsabile dei Servizi Finanziari, Tommaso Gagliani, attualmente passato alla guida dell’Anagrafe, e del capo di gabinetto Angelo Roma. Per quest’ultimo l’assoluzione è arrivata in Cassazione anche dall’accusa di concorso in truffa.

Anche Gagliani ha presentato domanda per ottenere il rimborso delle spese legali sostenute per la sua difesa, affidata all’avvocato Giancarlo Camassa e ha chiesto 19mila euro circa, così come Consales, lo stesso giorno del sindaco. La somma esatta, come da parcelle allegate, ammonta a 18.935 euro e 47 centesimi: la base è costituita dall’onorario pari a 12.330 euro più il 15 per cento per 1.848,50, a cui si aggiunge il 4 per cento per Cap pari a 567,18 e ancora l’Iva al 22 per cento per 3.244,27 e poi spese per 293 euro, più la tassa di opinamento pari a 619,52 e i diritti per 32.

Le istanze del sindaco e del dirigente sono state accolte perché “ricorrono i presupposti di legge per i quali Consales e Gagliani hanno diritto al rimborso delle spese sostenute in quanto è escluso il conflitto di interesse”, si legge nella determina di liquidazione. Tale contrasto, invece, “implicherebbe l’esclusione del rimborso”.

Sul piano processuale, sono i due funzionari Roma e Gagliani sono usciti una volta per tutte, mentre il sindaco Mimmo Consales resta sotto processo in un altri due  tronconi riuniti in un unico dibattimento. In un filone è imputato con  Sabino Porro e Alessio Vincitorio: tutti e tre devono difendersi dall’accusa di “concorso in truffa aggravata per il servizio di comunicazione esterna e rassegna stampa affidati alla News”, una società che il primo cittadino aveva - secondo i pm - trasferito ad altri, ma che in realtà continuava a gestire in prima persona, pur ricoprendo l'incarico di sindaco.

Nell’altro filone Consales è imputato  assieme al direttore protempore di Equitalia Brindisi, Giuseppe Puzzovio,  per concorso in concussione, tentata concussione e abuso di ufficio, reati commessi per consentire allo stesso sindaco  di pagare in contanti tranche di debito con la società di riscossione dei tributi, secondo l’impostazione della Procura.

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