Il Suv bruciato è della sorella di un pentito
BRINDISI - Si è appreso nella tarda mattinata da fonti investigative che il Suv incendiato la notte scorsa al rione S.Angelo appartiene alla sorella di un collaboratore di giustizia brindisino, Giuseppe Passaseo. Si sta cercando di capire, ora, se l'atto doloso si possa configurare come una ritorsione contro il pentito.
BRINDISI - Si è appreso nella tarda mattinata da fonti investigative che il Suv incendiato la notte scorsa al rione S.Angelo appartiene alla sorella di un collaboratore di giustizia brindisino, Giuseppe Passaseo. Si sta cercando di capire, ora, se l'atto doloso si possa configurare come una ritorsione contro il pentito, o se invece vi siano altri moventi. Ma quella della prima ipotesi non è affatto la più debole tra le due piste. Infatti non è la prima volta che si verificano a Brindisi azioni di rappresaglia contro beni di parenti di Giuseppe Passaseo, indipendentemente se gli stessi abbiano mai avuto o meno stretti rapporti con lui.
La vettura bruciata irrimediabilmente nella notte, un Kyron Ssangyong di colore nero, era parcheggiata in via Aleandro, poi è stata spostata in via Lanzellotti. E' stato subito accertato che era intestata a Vincenza Passaseo, sorella del pentito, che probabilmente gli investigatori hanno già ascoltato. Nella notte tra il 10 e l'11 ottobre 2012, appena mezza giornata dopo la conclusione del primo processo collegato all'Operazione Last Minute, due colpi di fucile calibro 12 furono esplosi contro la saracinesca del Cafè Monik di Vito Passaseo in via Sant?Angelo a Brindisi. Solo uno, però, andò a segno perforando la vetrina.Vito Passaseo è fratello del collaboratore di giustizia.
La decisione di collaborare da parte di Passaseo colse di sorpresa gli inquirenti. Dipendente di un bar e incensurato, Giuseppe Passaseo spiegò di avere lasciato la Scu "perché mi volevano far commettere degli omicidi?. Lo disse in aula durante un'udienza. Sino a poco prima del pentimento, aveva fatto parte di uno dei due gruppi in cui si era divisa la Sacra corona unita, quello che facevba capo a Francesco campana, all'epoca ancora latitante, cui aderivano molti soggetti della mala brindisina e di Tuturano. Passaseo raccontò di essere stato un uomo di contatto tra la famiglia Fai di Tuturano e il temibile clan Bruno di Torre S.Susanna, dal quale acquistava la droga proprio per conto dei Fai.
Le sue dichiarazioni hanno integrato il quadro investigativo su cui si basò poi il 28 dicembre del 2010 l'Operazione Last Minute contro i clan della nuova Scu, ma anche quello di altre importanti indagini.