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Cronaca

Il vandalismo non regna solo a Brindisi: ecco come lo si combatte altrove

Brindisi in questi anni ha vissuto una rinascita sotto l'aspetto del decoro urbano e dei servizi. Se confrontiamo la Brindisi di soli 10 anni fa con quella attuale, ci accorgeremo di quanto sia cresciuta sotto questo aspetto la città. In questi anni sono nati: un centro commerciale; una multisala; due piscine comunali; un mercato ortofrutticolo coperto; una serie di live club e discoteche

BRINDISI - Brindisi in questi anni ha vissuto una rinascita sotto l'aspetto del decoro urbano e dei servizi. Se confrontiamo la Brindisi di soli 10 anni fa con quella attuale, ci accorgeremo di quanto sia cresciuta sotto questo aspetto la città. In questi anni sono nati: un centro commerciale; una multisala; due piscine comunali; un mercato ortofrutticolo coperto; una serie di live club e discoteche (Dopolavoro, 0831, IDS, Hemingway, Guna…); una serie di locali e cocktellerie in centro, soprattutto nella zona del Teatro Verdi, le quali hanno creato movida anche a Brindisi grazie a musica e concerti live; il rifacimento di Via del mare con la creazione di centinaia di posti auto; il restyling del lungomare, di Piazzale Lenio Flacco e della zona del villaggio pescatori, iniziando a dare concretezza a quell'idea di città d'acqua bramata per anni; la creazione di un itinerario storico-artistico con il recupero del Teatro Verdi, di palazzo Nervegna, del tempietto di San Giovanni al sepolcro, del museo provinciale Ribezzo, del convento di Santa Chiara, del complesso delle Scuole Pie; la creazione di ben quattro parchi (Di Giulio, Cillarese, Punta del Serrone, Sbitri), eScritte sulle mura della chiesa del Cristo 4-2 sono in cantiere anche opere di restyling della zona delle Sciabbiche, del piazzale del Monumento al Marinaio, di deposito catene (destinata a diventare un grande giardino sul mare), della spiaggia di cala Materdomini e di Piazza Mercato. Il tutto in meno di 10 anni! Non male per una città vista nell'immaginario collettivo come immobile e sonnecchiosa. (Nella foto a destra, uno sfregio sulle antiche mura della chiesa del Cristo)

Tutto ciò è nato grazie ai privati che hanno voluto credere che investire a Brindisi è possibile, e grazie all'opera di reperimento fondi e progettazione dell'amministrazione Antonino prima e all'opera di concretizzazione e realizzazione dell'amministrazione Mennitti poi.

Ora all'amministrazione Consales, insieme alla piacevole opera di ultimazione lavori ed inaugurazione, sta spettando indubbiamente il compito più difficile, ovvero la manutenzione e conservazione di tutti questi gioielli. Le cronache di questi giorni, con i numerosi atti di vandalismo dilaganti in tutta la città, hanno messo a nudo tutta l'inefficienza ed inadeguatezza del Pubblico ad affrontare questa mole di problemi. E' bene sottolineare come il problema non sia assolutamente addebitabile solo a questa amministrazione, in quanto tali fenomeni attanagliano quasi tutte le realtà, e ciò a causa delle casse comunali sempre più asfittiche che non permettono di affrontare il problema adeguatamente. L'amministrazione comunale sta cercando di intervenire installando telecamere e cercando di potenziare i controlli.

Vandalismo nei bagni di parco Di Giulio 7La qualità degli interventi e la modalità con la quale si tenta di arginare il problema onestamente è la stessa che si è cercata di attuare in tutte le realtà italiane. Infatti è bene sottolineare che, al contrario di quanto possiamo pensare noi brindisini che crediamo di essere i soli e gli unici, il problema del vandalismo è endemico ed affligge tutta Italia, da nord a sud; ed anche gli interventi messi in campo dalle varie pubbliche amministrazioni sono molto simili a quellli approntati da Consales (a sinistra, i bagni del parco Di Giulio vandalizzati).

Infatti da Ravenna ad Empoli, da Campobasso passando per il famoso parco romano di Villa Borghese, gli interventi sono stati sempre gli stessi: installazione di telecamere e potenziamento delle pattuglie di vigili e forze dell'ordine. Ciò però quasi mai ha risolto il problema, se non per casi come quello di Ravenna in cui le telecamere hanno beccato giovani incivili ed i genitori hanno risarcito i danni prodotti dai propri figli. Certo, è stato appurato che una maggiore sorveglianza aumenta il senso di sicurezza dei cittadini e quindi una conseguente maggiore frequentazione del luogo ed un minore stato di abbandono dello stesso. Ma ciò non basta!

Cosa può fare allora la differenza? Sostanzialmente due cose: una di pertinenza della pubblica amministrazione ed una che spetta a noi cittadini.
Se la qualità degli interventi accomuna, come visto, un po' tutte le realtà, è la frequenza con la quale si interviene che contraddistingue in negativo ìl'amministrazione locale. Ciò è dovuto in parte alla impossibilità di reperire sistematicamente fondi per correre ai ripari, ed in parte alla inefficienza della macchina amministrativa, la quale funziona poco e male. Un esempio eclatante è quello riguardante la nuova illuminazione del lungomare, Uno scooter nel Cillaresedove alcuni lampioni, led e faretti e tutte le luci di servizio sono sistematicamente spente da mesi ed in alcuni casi da anni, gettando nell'ombra un gioiello da poco inaugurato.

Perché è importante intervenire tempestivamente? Molti ricorderanno l'opera del sindaco di New York Giuliani, il quale era fortemente intenzionato a combattere la forte presenza di criminalità e vandalismo imperante nei sobborghi di New York in quegli anni. Bene, egli non fece altro che applicare la "Teoria dei vetri rotti", la quale teorizzava che la non sostituzione di una finestra rotta porterà la distruzione di altre finestre e per inerzia un crescente degrado ed abbandono del posto. Un luogo non curato rappresenterebbe quindi l'humus adatto affinché criminalità e vandalismo possano attecchire. (A destra, uno scooter all'interno del parco Cillarese)

Giuliani fece proprio questo, intervenne drasticamente sul decoro urbano e potenziò la sorveglianza, sostituendo immediatamente ogni arredo urbano danneggiato, e questo portò ad un clamoroso ridimensionamento della criminalità. Ciò ha una motivazione precisa: un contesto urbano difficile accentua il malessere individuale, che unito alla mancanza di prospettive economiche, si traduce in un atteggiamento negativo del singolo rispetto all'ambiente che lo circonda. Si crea perciò un circolo vizioso per cui il cittadino "escluso" odia ciò che lo circonda e lo considera origine dei propri problemi, rifiutandolo e quindi sfogando su di esso la propria frustrazione.

La Torre costiera di Punta Penne sfregiata-2Cosa può fare il semplice cittadino? Alcune cose sono molto semplici, altre possono venire solo con il consolidamento di un cambio di atteggiamento e di mentalità (a sinistra, uno sfregio sulla torre costiera di Punta Penne).

Prendendo in prestito le parole dell'antropologa americana Jacobs, il mantenimento, il rafforzamento o il ripristino del senso di appartenenza alla comunità e di identificazione sociale con la propria città fanno si che la comunità attui un controllo informale sul territorio, lo rispetti e tenda a farlo rispettare. A mio modesto avviso questo è l'unico gap che Brindisi ha rispetto a molte altre realtà! La nostra comunità, per una serie di fattori, ha un basso senso di identificazione sociale ed un basso senso di appartenenza alla propria città. Ciò si estrinseca nelle numerosissime lamentazioni dei brindisini verso la propria città, spesso ingiustificate, quasi ai confini dell'autolesionismo, che li porta a credere per chissà quale ragione che i problemi esistano solo qui e che le tante cose belle che abbiamo siano scontate. Ecco, questo atteggiamento si ripercuote inesorabilmente sul bene comune. Infatti noi cittadini, in questo vulnus creato dalla politica, possiamo essere determinanti nell'affrontare questi problemi e mettere un argine attraverso la messa in campo di buone pratiche, le quali possono svilupparsi efficacemente solo se dietro c'è un forte senso di appartenenza e di identificazione. Indignarsi ed uscire dall'apatia è già un primo passo!

Ci sono esempi virtuosi di buone pratiche nelle altre realtà? Nelle realtà dove questo processo sociale è già consolidato sono nate tante iniziative interessanti da mutuare. La parola magica è cittadinanza attiva! Arriva da Napoli una bella storia metropolitana dove un quartiere La colonna vandalizzatadegradato è stato salvato da un giovane netturbino, pagato con una colletta dei residenti. Altro esempio è quello del Parco di Centocelle in cui dei volontari organizzano passeggiate anti-degrado, ripuliscono il parco e filmano e pubblicano il tutto. E tantissimi altri esempi simili stanno nascendo.
Il segreto è rendere "vivi", partecipati e gradevoli questi posti, in modo che possa innescarsi un circolo virtuoso per cui il cittadino si senta più sicuro, più coinvolto, più partecipe e si possa così identificare con quella comunità e quel quartiere. Coinvolgere anziani, donne e disoccupati attraverso progetti interessanti come quelli degli orti urbani(dove comuni cittadini "adottano" e coltivano piccoli appezzamenti di terra situati all'interno del parco) non farebbero che accelerare questo processo (nella foto a destra, la colonna in cartongesso del teatro Verdi dopo un raid vandalico).

In un momento in cui, più che mai, pubbliche amministrazioni, forze di polizia, vigili, società partecipate sono in difficoltà e risultano pertanto inadatte a combattere il problema del vandalismo, sono solo queste forme di cittadinanza attiva e vigile che possono fare la differenza.

Tocca a noi! Facciamo la differenza!

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