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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Immigrati: il tetto c'è, ma la cena no

BRINDISI – Niente cena per i ragazzi del dormitorio di via Provinciale San Vito. Agli 80 immigrati ospitati all’interno della struttura, ieri sera, non è stato consegnato il pasto serale: un servizio garantito, fino a 2 giorni fa, dai volontari della Caritas. Si tratta di un disagio legato alla fase di transizione.

BRINDISI – Niente cena per i ragazzi del dormitorio di via Provinciale San Vito. Agli 80 immigrati ospitati all’interno della struttura, ieri sera, non è stato consegnato il pasto serale: un servizio garantito, fino a 2 giorni fa, dai volontari della Caritas. Si tratta di un disagio legato alla fase di transizione fra la vecchia gestione, di cui si faceva carico la stessa Caritas, e la nuova gestione, di cui ancora nessuno si fa carico.

L’ente ecclesiastico, come da accorsi con il Comune di Brindisi, ha lasciato il capannone domenica 30 giugno. Da allora, l’assessore ai servizi sociali Marika Rollo è in contatto con le uniche due associazioni attive nei settori del volontariato e della cooperazione che hanno risposto alla manifestazione di interesse per la gestione dell’ex macello.

L’amministrazione comunale ha chiesto a entrambe di assumere le redini del Centro. Ma una risposta definitiva arriverà solo fra qualche giorno. Nel frattempo, bisognerà trovare una soluzione tampone. Soprattutto in considerazione del fatto che il prossimo 9 luglio inizierà il Ramadan (periodo dell’anno della durata di 29 o 30 giorni in cui i fedeli islamici osservano il digiuno diurno) e la maggior parte degli ospiti del dormitorio (provenienti per lo più dai Paesi dell’Africa centrale) mangeranno solo dopo il tramonto.

Preoccupato per lo stato di salute dei ragazzi, Bruno Mitrugno, ex direttore della Caritas, nominato di recente consulente del sindaco Consales per le problematiche legate all’immigrazione, chiede la convocazione di un tavolo interistituzionale. “Questa problematica – sostiene Mitrugno – deve essere affrontata da tutti gli enti pubblici operativi sul territorio: il cerino non può restare nelle mani della Caritas, del Comune e delle due associazioni interessate alla gestione del dormitorio”.

Mitrugno, insomma, propone una sorta di comitato per l’ordine e la sicurezza, ancorato ai temi della povertà. “Il passaggio di gestione del dormitorio – dichiara Mitrugno – è solo una delle tante situazioni di emergenza legate a un contesto di povertà. E’ più facile risolvere queste questioni, se le si affronta tutti insieme. Lo insegna la provincia di Lecce, dove è stata sottoscritta una convenzione fra l’Asl, le forze dell’ordine e tutti i Comuni investiti dal problema. Si potrebbe partire da questo per lanciare un segnale forte”.

Brindisi Bene Comune, attraverso un comunicato stampa, chiede che il Comune ricorra a procedure più rispettose delle regole per l’affidamento del servizio di gestione del dormitorio e auspica la riapertura dell’ex scuola di via Sele (dove, da gennaio a marzo, vennero accolti una parte degli immigrati sgomberati dal capannone di via Provinciale San Vito, per consentire la ristrutturazione dello stesso), “per dare una sistemazione provvisoria ai migranti cha ancora oggi a 6 mesi dallo sgombero del Dormitorio sono senza dimora”.

Bbc, inoltre, definisce “assurdo” l’orario di apertura (dalle 19 alle 9) dell’edificio, rimarcando come alcuni ragazzi “frequentavano le scuole serali ed hanno dovuto smettere perché rientrando dal lavoro nelle campagne nel primo pomeriggio dovevano aspettare le 19 per entrare nel dormitorio per lavarsi e cambiarsi e potersi quindi recare a scuola. Stesso problema – si legge ancora nel comunicato di Bbc - incontrato anche da quelli che dopo una giornata di lavoro dura nelle campagne sono costretti ad aspettare il fatidico orario per poter accedere nel dormitorio”.

Il movimento che fa capo al consigliere comunale Riccardo Rossi ritiene “approssimativa” la gestione del problema e contesta la decisione di “scaricare la gestione del dormitorio su organizzazioni di volontariato con un rimborso di 3 euro all’ora per volontario”. “Sarebbe una situazione assurda – recita ancora la nota - i ragazzi migranti che lavorano nelle campagne a nero per 4-5 euro all’ora e la gestione del dormitorio ai “ volontari “ a 3 euro all’ora come rimborso forfettario”.

 

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