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Molti minori non accompagnati tra i disperati in arrivo domenica

Sono le otto di domenica mattina l’ora stimata di arrivo a Brindisi della Siem Pilot, la nave ausiliaria norvegese impegnata nell’Operazione Triton del programma Frontex, che questa volta sbarcherà 507 uomini, 81 donne delle quali due incinte, e 65 minori molti non accompagnati

BRINDISI – Sono le otto di domenica mattina l’ora stimata di arrivo a Brindisi della Siem Pilot, la nave ausiliaria norvegese impegnata nell’Operazione Triton del programma Frontex, che questa volta sbarcherà 507 uomini, 81 donne delle quali due incinte, e 65 minori molti non accompagnati. La Siem Pilot era già stata a Brindisi il 31 luglio del 2015, trasportando quella volta 397 migranti, e cinque sospetti scafisti consegnati dall’equipaggio alla polizia italiana.

Il 26 maggio era giunta in porto la fregata tedesca Karlsruhe con 294 naufraghi a bordo, e altri 346 sono stati sbarcati il 30 maggio dal pattugliatore irlandese Roisin. La banchina di Sant’Apollinare sta diventando uno dei punti nevralgici dell’accoglienza e dello smistamento, come quelle dei porti siciliani che sono tuttavia una prima linea costantemente sotto pressione, e altri porti del Basso Tirreno, dello Ionio e del Basso Adriatico.

Ormai più che collaudato il dispositivo coordinato dalla prefettura di Brindisi, che conta oltre che sulle forze dell’ordine e sulla Capitaneria, anche sulla Protezione civile, sulla Asl, sulle associazioni internazionali che inviano i propri osservatori e mediatori culturali, sulla Asl. Il peso maggiore ricade sulla struttura che deve provvedere alle identificazioni ed alle registrazioni dei migranti, prima dello smistamento in altre città e regioni predisposto da Frontex.

Ci vogliono più risorse umane e mezzi sia a Brindisi (tre sbarchi in meno di un mese) che nelle altre città, come Taranto in Puglia, che fanno da interfaccia per il trasferimento dei migranti salvati in mare, soprattutto in previsione di una intensificazione ulteriore dei viaggi dalla Libia e dall’Egitto verso l’Italia: siamo appena all’inizio dell’estate, e il flusso è già molto alto con tante, troppe tragedie e vittime malgrado il grande impegno della Marina Militare italiana, della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e delle altre unità di altri Paesi in campo.

Circa 650 persone da ricevere, visitare, rifocillare, identificare e poi rimettere in viaggio verso altri centri di accoglienza terranno impegnato per lunghe ore il personale dell’Ufficio stranieri della questura, della Polizia di Frontiera, e delle altre forze dell’ordine, oltre che del 118 e della Croce Rossa, e delle agenzie dell’Onu, e la presenza di molti minorenni senza genitori richiederà procedure ancora più complesse per il loro avvio in appositi luoghi di accoglienza.

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