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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

In vendita masseria Pignicedda: faceva parte dell’eredità Giannelli

Stando al testamento del podestà, doveva ospitare una casa di riposo per anziani: nel 2010 il Comune approvò una variante urbanistica. Fra i progetti c’era anche l’albergo proposto da una società riconducibile a Screti

BRINDISI – Vendesi masseria Pignicedda. E’ in vendita il casale lasciato in eredità dall’ultimo podestà di Brindisi, Serafino Giannelli, alla fondazione intitolata alla nipote Maria Rosaria, con il desiderio di realizzare una casa di riposo per anziani. Desiderio rimasto sulla carta, mentre sul sito di un’agenzia di vendita immobiliare, da ieri è on line l’annuncio: 140mila euro per diventare proprietari di un complesso che si estende su 19 ettari, di cui due di bosco, con chiesetta. Tutto in “completo stato di abbandono”, è scritto nel box della descrizione, sotto la voce “rustico-casale strada statale Adriatica, Brindisi”. Da ristrutturare. Il che spiega il prezzo, da versare anche in più soluzioni, essendo possibile l’acquisto con muto, dietro rate di 593 euro al mese.

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Chi sia l’attuale proprietario degli immobili che raccontano parte della storia politico-amministrativa di Brindisi, non è dato saperlo. Non è scritto. Del resto non potrebbe neppure essere indicato, per la privacy. Risulta che sotto il nome di Masseria Pignicedda, sia stata tenuta a battesimo una società riconducibile all’imprenditore Luca Screti, ex amministratore unico della Nubile, la srl che divenne titolare dell’appalto per la gestione dell’impianto di Cdr, poi finito sotto inchiesta per corruzione. Tangenti pagate all’ex sindaco Mimmo Consales per saldare debiti con Equitalia, ammesse dallo stesso Screti e sempre negate dall’ex primo cittadino. E questa è un’altra storia, peraltro attuale vista la richiesta di processo per entrambi avanzata dalla Procura. Anche se della masseria lo stesso Screti ha riferito in un passaggio del lungo interrogatorio davanti al pm, dopo l’arresto in carcere: “C’era una forte esposizione debitoria”. Situazione identica per l’altra società, la Salento Salute.

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Il capitolo legato alla società Masseria Pignicedda, sarebbe stato aperto nel periodo in cui in quella zona il Comune di Brindisi deliberò una variante urbanistica per rendere possibile la costruzione di un “albergo a quattro stelle, con centro benessere e ippoterapia”. Era il 2004. Sei anni dopo, il Consiglio comunale deliberò una seconda variante, questa volta in favore della Fondazione Giannelli, sempre con riferimento a quella zona, per la casa di riposo per anziani. Residenza sulla quale, ad oggi, mancano ancora risposte sull’effettiva apertura, partendo dal certificato di fine lavori. Storie opache di Brindisi, le ha definite Vittorio Bruno Stamerra in un articolo-inchiesta per BrindisiReport, invitando a fare chiarezza sugli immobili lasciati in eredità da Giannelli, visto che di quell’immenso patrimonio poco se non addirittura niente è rimasto. Ed è in questa direzione che hanno cercato di lavorare gli ex consiglieri Comunali Riccardo Rossi e Giuseppe Cellie di Brindisi Bene Comune, proponendo una commissione interna a Palazzo di città senza ottenere risposte, né sul piano politico, né su quello amministrativo. L’ormai ex sindaca Angela Carluccio neppure prese parte alla votazione in Aula, documenti negli uffici comunali non ne sono stati trovati. E allora la domanda si rafforza: chi ha venduto e chi ha comprato i beni lasciati in eredità dall’ultimo podestà?

Nel testamento pubblicato a Brindisi il 19 settembre 1962 risultano 59 immobili, tra fabbricati e terreni, compresa la masseria Pignicedda che inizialmente era la residenza estiva di Giannelli, comprata dalla famiglia nel lontano 1877. Dopo i lasciti testamentari che raccontano di ultime volontà non rispettate, il complesso torna sul mercato.  Vendesi.

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