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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Incendio alla zona industriale: indagini difficili. I valori di Pm 10 rientrano nella norma

Non sarà semplice appurare le cause dell'esplosione che martedì mattina ha scosso la zona industriale, devastando il deposito di autodemolizione della ditta Cannone e lo stabilimento dell'azienda Bri.Ecologica. L'area della deflagrazione, situata all'interno del deposito Cannone, a ridosso del muro di confine con l'immobile di Bri.Ecologica

BRINDISI – Non sarà semplice appurare le cause dell’esplosione che martedì mattina ha scosso la zona industriale, devastando il deposito di autodemolizione della ditta Cannone e lo stabilimento dell’azienda Bri.Ecologica. L’area della deflagrazione, situata all’interno del deposito Cannone, a ridosso del muro di confine con l’immobile di Bri.Ecologica, è coperta da vari strati di cenere.

I poliziotti della Digos coordinati dal vicequestore Vincenzo Zingaro, in sinergia con personale dei vigili del fuoco, hanno effettuato un sopralluogo nel pomeriggio di ieri. Tracce di eventuale matrice dolosa non ne sono state trovate. Al momento, quindi, si presume che lo scoppio di una bombola di gas dal quale si è originato l’incendio sia stato determinato da un evento di natura accidentale. Il rogo ha investito una fila di copertoni, una pressa per autovetture e un banco con saldatrici situati nella proprietà della ditta Cannone.

Più rilevanti pare siano invece i danni subiti da Guseppe Roma, responsabile di Bri. Ecologica, che ha visto andare in fiamme diversi cassonetti di plastica per la raccolta dei rifiuti, eco balle, i pannelli fotovoltaici che alimentavano lo stabilimento, un paio di muletti e materiale di vario genere. Via Nobel, fra le 8 e le 10 di ieri, era sprofondata in uno scenario apocalittico. La colonna di fumo sprigionata ANcora fumo il giorno dopo l'incendio-2dalla combustione era visibile nel raggio di centinaia di metri. Anche stamani continuava a uscire del fumo da Bri.Ecologica.

Nella fase più critica dell’incendio, il personale del dipartimento Arpa di Brindisi diretto da Annamaria D’Agnano ha riscontrato, attraverso misurazioni effettuate con strumentazione portatile nell’area interessata dal rogo, concentrazioni di Pm 10 fra i 3 e i 3,2 milligrammi su metro cubo: mille volte superiori alla media giornaliera di 50 microgrammi al metro cubo.

Ma già nella mattinata odierna, i dati forniti dalla centralina di monitoraggio situata nei pressi del consorzio Asi sono nella norma. “Grazie al vento di nord-ovest che soffiava ieri mattina su Brindisi – spiega la D’Agnano – nessun insediamento abitato è stato interessato dalle sostanze inquinanti prodotte dall’incendio”. Ed è una vera fortuna, inoltre, che abbia riportato “solo” lievi ustioni alle braccia e alle mani l’operaio feritosi durante il rogo. Perché a giudicare dalla violenza dell’esplosione, le conseguenze sarebbero potute essere drammatiche per i lavoratori che si trovavano all’interno dei due cantieri. 

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