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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Certificati antimafia mancanti: verifiche anche sulla Igeco

La Prefettura di Roma dispone accertamenti dopo aver rilevato il mancato deposito della certificazione chiesta per partecipare agli appalti con le Pubbliche amministrazioni

BRINDISI – Nell’inchiesta su possibili infiltrazioni mafiose, finiscono sotto la lente di ingrandimento anche gli appalti e i cantieri che la società Igeco Spa, della famiglia salentina Ricchiuto, ha ottenuto dalle Pubbliche Amministrazioni: l’obiettivo è accertare come mai non risulta depositata la certificazione antimafia, rilasciata dalla Prefettura e necessaria per la partecipazione alle gare. E, a conclusione, verificare se ci siamo o meno i presupposti per il rilascio o, al contrario, per l’interdittiva antimafia.

Gli accertamenti

Le verifiche sono affidate al “Gruppo interforze per gli Appalti”, in sigla Gia e sono state chieste dalla Prefettura di Roma, competente per territorio, perché la Igeco, ha sede legale nella capitale. Da Roma è stato delegato il prefetto di Lecce, Claudio Palomba. Nella provincia salentina la società per azioni si è aggiudicata una serie di appalti banditi soprattutto dai Comuni. Da Lecce le verifiche potrebbero estendersi alla vicina provincia di Brindisi dal momento che anche qui è presente la società Igeco.

Il porticciolo turistico

Di recente sono state aggiudicate in favore della spa le azioni della Bocca di Puglia, società nata per volontà del Comune di Brindisi, per la creazione e la gestione del porticciolo turistico: Igeco ha partecipato al bando pubblico per la cessione indetto dall’Ente, su delibera dell’Amministrazione di centrosinistra con Mimmo Consales sindaco adottata dal Consiglio comunale il 22 dicembre 2015, e ha rilevato le quote pubbliche.

A queste, di recente, sono state aggiunte quelle di cui era titolare la Marinedi srl, per effetto del provvedimento di revoca di quello antecedente con il quale lo stesso Comune di Brindisi aveva riconosciuto l’esercizio del diritto di prelazione da parte di Marinedi. Il passo indietro a Palazzo di città è stato deciso dopo aver accertato una “irregolarità contributiva a carico di Marinedi”. Complessivamente, ad oggi, Igeco risulta titolare legittimamente di azioni per un valore pari  a 199mila euro. L’aggiudicazione risulta definitiva, nulla è stato eccepito dall’Amministrazione cittadina, ma non è escluso che la Prefettura di Lecce chieda l’acquisizione anche di questa documentazione.

L’appalto a Cellino San Marco per i rifiuti

claudio palomba prefetto lecce-2La Igeco risulta attualmente coinvolta nel processo pendente a Brindisi, dinanzi al Tribunale in composizione collegiale, per corruzione, a conclusione dell’inchiesta chiamata Do ut des, su una presunta corruzione in relazione all’appalto per i rifiuti. La gara venne bandita dal Comune di Cellino San Marco nel 2013, presente come parte civile al dibattimento. Imputato è Tommaso Ricchiuto, in qualità di presidente della società, assieme ad Alfredo Bruno, come direttore tecnico della spa. Sotto processo anche l’ex assessore ai servizi sociali, Gabriele Elia.

In occasione della prossima udienza sarà ascoltato l’avvocato Francesco Cascione, come ex sindaco, avendo patteggiato la pena dopo il blitz. Igeco Costruzioni spa, “si era aggiudicata in via definitiva l’appalto per i servizi di igiene urbana nel comune di Cellino, per l’importo di tre milioni e 397.844,01 euro, anche all’esito del contenzioso amministrativo che l’aveva visto opposta alla prima aggiudicataria Gialplast”. Le dazioni di denaro sarebbero state pari a “ventimila euro ogni tre-quattro mesi” e sarebbero state “promesse”, stando all’impostazione accusatoria.

La darsena a San Cataldo

La delega per gli accertamenti antimafia è stata affidata congiuntamente a polizia, carabinieri, guarda di finanza e agli ispettori del lavoro e rappresentanti del Provveditorato regionale Opere pubbliche: documentazione antimafia necessaria e richiesta per poter operare con la pubblica amministrazione. Nel Leccese le verifiche sono partite nella giornata di ieri, nei cantieri a San Cataldo, dove Igeco si è aggiudicata l’appalto per la messa in sicurezza della Darsena per tre milioni e 300mila euro, somma coperta con fondi riconosciuti dalla Regione Puglia.

Andranno avanti per un mese. Fra 30 giorni dovrà essere presentata una relazione al prefetto di Lecce il quale, stando alle cronache locali, aveva già sollecitato a Roma un accesso ispettivo nei confronti della società. Solo dopo il deposito della relazione conclusione, il prefetto Claudio Palomba (nella foto) potrà decidere se  procedere con il rilascio delle certificazioni antimafia mancanti, oppure se richiedere una interdittiva antimafia.

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