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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Incidente a Cerano, assolti dirigenti Enel. Condannato Cannone

Al centro del processo il caso dell'operaio che perse la gamba sinistra tranciata da un carrello. La sentenza del Tribunale dopo quattro anni di udienze. Il pm aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati per lesioni personali gravissime

BRINDISI – Assolti i dirigenti Enel, condannati Aldo Cannone e il capo cantiere della ditta con l’accusa di lesioni personali gravissime in relazione all’incidente avvenuto nella centrale di Cerano, in cui perse un giovane lavoratore interinale perse la gamba sinistra, tranciata di netto da un carrello. La sentenza del Tribunale di Brindisi è stata pronunciata nella serata di oggi, 8 marzo, a distanza di quattro anni dalla prima udienza scaturita dall’inchiesta su quanto avvenne il 12 maggio 2009 nel cantiere aperto all’interno della centrale Federico II di proprietà della società Enel Produzione, per lo svolgimento dei lavori affidati in appalto alla ditta Cannone.

Brindisi, il palazzo della procura e quello del tribunaleL’imprenditore Aldo Cannone è stato condannato alla pena di un anno e due mesi e Franco Saponaro a un mese e dieci giorni, pena sospesa, mentre la ditta al pagamento di novanta quota. Gli avvocati difensori Vincenzo Farina, Daria Palminteri e Franco Fanuzzi hanno già anticipato il ricorso in Appello. Assolti, invece, in primo grado Antonino Ascione,  responsabile dell’Unità di Business di Cerano; Fausto Bassi, delegato alla salute, Igiene e Sicurezza sul lavoro nella centrale; Roberto Perrone, responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, nella stessa centrale. Il pubblico ministero Antonio Costantini aveva chiesto la condanna alla pena di un anno e sei mesi.

Sentenza di assoluzione anche per  Antonio Ribezzi, assistente del contratto d’appalto stipulato con la ditta Cannone e  Cosimo Marzo, responsabile dell’impianto denominato Sec all’interno del sito di Cerano. Per entrambi il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna a un anno. Tutti gli imputati erano accusati, “agendo in cooperazione tra loro, nonché con più condotte attive e omissive, anche indipendenti” di aver “cagionato lesioni personali gravissime ad Alessandro P”, che per le ferite riportate perse la gamba sinistra, rimasta tranciata di netto nello schiacciamento sotto al carrello che stava manovrando.

La centrale Enel di Brindisi CeranoIl giovane era stato assunto dall’Agenzia interinale Obiettivo Lavoro spa ed era stato assegnato con un “contratto di somministrazione a tempo determinato alla ditta Cannone Teodoro il 17 aprile 2009, con le mansioni di operaio addetto all’assemblaggio manuale”. Secondo la Procura,  sarebbe stato “impropriamente adibito, tra l’altro oltre l’orario ordinario di lavoro, alla guida di un carrello elevatore pur essendo privo di qualsivoglia abilitazione in tal senso e nonostante quell’impegno non fosse stato previsto nel contratto”.

La ricostruzione dei fatti ha portato a sostenere che il giovane, il giorno in cui si è verificato l’incidente, era stato destinato alla guida del carrello con il “compito di prelevare dei sacchi in plastica contenenti cristalli di sale e di trasportarli e accatastarli presso un’area di stoccaggio adibita a deposito temporaneo”. Oltretutto – si legge nel capo di imputazione – senza poter contare sul “supporto di un altro lavoratore, in un ambiente pericoloso perché presentava innumerevoli” ostacoli sul percorso rappresentati dagli stessi cristalli di sale.

Il Tribunale, a conclusione del dibattimento, è arrivato a una verità processuale che differisce da quella sostenuta dal pm nel corso della sua requisitoria. Per le motivazioni, bisognerà aspettare novanta giorni.

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