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Inciviltà dilagante: altre prodezze degli inquinatori in centro e in periferia

Non passa giorno in cui non si registrino nuovi casi di inciviltà in città. Uno degli esempi più "illuminanti" di oltraggio al bene pubblico arriva da via Settimio Severo, al rione commenda, dove stamani (17 giugno) è spuntato un bidone carico di materiale edile di risulta, abbandonato su un marciapiede

BRINDISI – Non passa giorno in cui non si registrino nuovi casi di inciviltà in città. Uno degli esempi più “illuminanti” di oltraggio al bene pubblico arriva da via Settimio Severo, al rione commenda, dove stamani (17 giugno) è spuntato un bidone carico di materiale edile di risulta, abbandonato su un marciapiede. Si tratta con ogni probabilità dei resti di un cantiere di restyling di un’abitazione privata situata nelle vicinanze.

Una pattuglia dei vigili urbani si è recata sul posto, per cercare di risalire alla provenienza del cumulo di rifiuti.  Anche perché i costi di rimozione del bidone, adesso, ricadranno sulla collettività.

Cartoline di degrado urbano arrivano anche dal centro storico. Una lettrice ha inviato delle foto riguardanti vico De Dominicis, stradina di collegamento fra via Tarantini e via Annibale De Leo, nei pressi della Basilica Cattedrale. A ridosso delle abitazioni è stato depositato di tutto: un materasso, alcuni piatti sporchi (lasciati proprio sui gradini di ingresso di una casa) e dei contenitori di polistirolo.

Proseguendo di un centinaio di metri si arriva in via Santa Teresa: uno degli scorci più suggestivi della città, con affaccio sul Seno di Ponente del porto. Ma il belvedere, in realtà, è ostruito da siepi che non vengono curate da tempo. E di certo non giova al decoro dell’aera una recinzione metallica (posizionata per bloccare l’accesso a una scalinata pericolante) che giace riversa per terra.

Anche fuori dalle mura urbane, ovviamente, ci si imbatte in scene di degrado. Basti pensare alla strada litoranea a nord di Brindisi. Uno dei punti più critici della strada costiera si trova in località Giancola, dove un canale (canale Giancola appunto) sfocia in mare. La foce, in realtà, è ostruita da una serie di detriti trascinati dalla corrente. Un vero e proprio tappo, insomma, fa stagnare l’acqua nella palude situata a ridosso di una spiaggia libera, infestando l’ambiente con un odore nauseabondo. Anche questa situazione è stata monitorata dai vigili urbani, intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini. 

Degrado e abbandono di rifiuti in città e sulla litoranea

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