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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Indagini e politica/ In scena il "Consiglio buffo"

BRINDISI - Il “Consiglio buffo” è andato in scena ieri fino a sera, rappresentazione di “temi sacri” (lo sarà la gestione della cosa pubblica?) in chiave satirico – grottesca. Si badi bene, è una rappresentazione naturale. I giullari sono loro, che siedono sugli scranni.

BRINDISI - Il “Consiglio buffo” è andato in scena ieri fino a sera, rappresentazione di “temi sacri” (lo sarà la gestione della cosa pubblica?) in chiave satirico – grottesca. Si badi bene, è una rappresentazione naturale. I giullari sono loro, che siedono sugli scranni e che ti fanno la seduta divertente, rifuggendo per quanto possibile dal paradigma della concretezza. Basta un’oretta, seduti in platea, per doversi arrendere e lasciarsi andare all’impulso di scappare via non sapendo se trattenere lacrime di riso o di disperazione.

Anche perché, facendosi un paio di conti, mentre il sindaco Mimmo Consales invoca pietà e chiede di non trasformare la riunione in una gogna per i suoi guai giudiziari, balena in mente che almeno una decina di quelli che dovrebbero lanciare strali, chiedere chiarimenti, mettere il primo cittadino all’angolo come si fa in teoria nell’agone politico per costringerlo a fare un passo indietro, c’hanno le proprie disgrazie personali con la magistratura. Dei 32 partecipanti al consesso uno non c’è perché è ai domiciliari, un altro bel gruppo è indagato per storie diverse, di cui parleremo in seguito.

Ma torniamo all’acceso dibattito di ieri, quella mattinata intera alla fine della quale della vicenda dei rapporti Comune - Nubile Srl su cui indaga la Procura non s’è detto nulla, pur essendo una questione politico amministrativa attorno alla quale aleggiano ipotesi di abuso d’ufficio (che da sé basterebbe a rendere gli affari del sindaco, affari della città e non banalmente fatti privati), riciclaggio e ricettazione.

Uno entra nell’aula consiliare al piano terra di palazzo di città e assiste a questa scena: era stato Riccardo Rossi (Brindisi Bene Comune) il primo a ritenere, saggiamente, che prima di passare all’approvazione del bilancio di previsione, che in realtà è consuntivo, bisognasse un attimo fare il punto sulla bufera che si abbatte sul massimo rappresentante delle istituzioni cittadine. Parla quindi Consales che si paragona velatamente al presidente della Regione Nichi Vendola che è indagato (ma si tratta di un avviso di conclusione indagini, che tecnicamente è il preludio della richiesta di rinvio a giudizio) nell’affaire Ilva, per la precisione l’inchiesta Environment Sold Out, Ambiente Svenduto.

Sì, Vendola quello della telefonata ad Archinà in cui ben non si comprende se il governatore abbia sbeffeggiato Davide o Golia, il colosso industriale o il povero giornalista. Ad ogni modo ha chiesto scusa. Raffronto numero due: Annamaria Cancellieri. Anche in questo caso la citazione non è esplicita, ma chiara a tutti coloro che poi, nei rispettivi interventi, hanno fatto i nomi senza che il sindaco smentisse. Dopo l’Ilva, insomma, il caso Ligresti. Quindi l’autodifesa politica: “Ci sono tante persone in Italia che sono nelle mie condizioni, così tanti amministratori che hanno ricevuto un avviso di garanzia”. Volete che si dimettano tutti? Sarebbe una strage.

Prende la parola il consigliere Giovanni Brigante (La Puglia per Vendola) e si rivolge al sindaco: “Hai ricevuto quattro avvisi di garanzia” dice nel suo discorso. Consales precisa: “Veramente sono tre”. Quindi una interessante disamina del “partito della frisella” che fa onore all’Aula. Parla Massimiliano Oggiano (assolto, ma ancora imputato per aver favorito il clan Brandi della Sacra corona unita. C’è doppio appello dei pubblici ministeri e il processo fissato a dicembre) per l’opposizione e a un certo punto sfodera un’asta stretta e lunga e con strane allusioni non del tutto impercettibili la va a regalare al presidente del Consiglio, Luciano Loiacono.

Tocca a Salvatore Brigante, capogruppo del Pd, che mantiene il senso della misura oltre che del garantismo. Fa cenno alle inchieste che stanno facendo tremare il suo partito, tanto quelle per riciclaggio che riguardano sindaco e Nubile, oltre che Equitalia, quanto quella che si occupa di appalti truccati alla Asl di Brindisi, uno tsunami che ha travolto un bel po’ di gente, anche colletti bianchi del suo Pd. Dimentica, però, di rammentare agli astanti d’essere anche lui iscritto sul registro degli indagati, proprio nella lista dei magnifici 133.

Si rivolge all’altro Brigante, il cugino, chiamandolo “Giovà” (sic!), a microfono acceso e quindi con contestuale trascrizione a verbale. Mentre Loiacono si preoccupa della brevità dei discorsi oltre che della civiltà dei toni. Infine Francesco Renna (Pri) che chiede al sindaco l’apertura di un confronto politico. I giornalisti seduti sui loro mini scranni hanno un sussulto. Cavolo, finalmente una notizia. Ma non lo è: non intendeva parlare di verifica politica, di rimpasto, rimescolamento delle carte. Solo di confronto politico in senso lato: il porto, il Pug, la riqualificazione. Nulla mischiato col niente. Tant’è che il sindaco condivide, almeno stavolta nessuno vuole la sua testa e il partito trasversale del commissariamento è stato reso inoffensivo.

Alla fine il bilancio. Il numero dei consiglieri votanti è 31 e non 32 come sempre. Uno è stato eliminato temporaneamente, è assente giustificato: è Antonio Ferrari, Centro democratico, ai domiciliari dopo un periodo in carcere perché imprenditore coinvolto nello scandalo Asl. La surroga era stata l’argomento del giorno prima, e Giampiero Pennetta (Pdl) dopo aver detto la sua, animatamente, era finito in ospedale per un problema cardiaco.  Della sceneggiatura fanno parte anche Cosimo Elmo, anch’egli indagato per la stessa storia (era stato chiesto l’arresto dai pm in quanto egli è uno dei dipendenti dell’Utc Asl diretto da Vincenzo Corso e dal suo sistema). Per lui l’assenza è stata una scelta volontaria.

Bastava il solo Salvatore Brigante in aula, a tenere alto il nome degli indagati nell’inchiesta Virus – Mercadet. Poi, tolto Oggiano e il suo processo ancora aperto, tolto il sindaco e i suoi tre procedimenti in bilico, figurano Antonio Giunta, assessore allo Sport indagato per concussione per la storia del calcio; Francesco Cannalire (abuso d’ufficio per l'incontro nel suo studio in municipio sulla movimentazione del carbone Edipower, con l’ex sindaco Antonino). Scranno vuoto pure per Carmelo Palazzo, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per aver fatto parte della banda dei “diplomi facili” comprati a 3mila euro.

Ne abbiamo dimenticato qualcuno? Probabilmente sì, ma non è questo il punto. Qui il rischio è che debba intervenire il Prefetto, o al massimo si vince il Nobel per la Letteratura. (Foto Gianni Di Campi)

 

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