Intervento/ L'ingiusta applicazione della Tari da parte del Comune di Brindisi
Brutte notizie sul fronte della tassazione relativa alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, per mezzo della quale, viene detto nella delibera di consiglio, si deve coprire la somma di 16.467.473,52 euro, che il Comune di Brindisi deve corrispondere per il 2014 alla ditta incaricata del servizio
Brutte notizie sul fronte della tassazione relativa alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, per mezzo della quale, viene detto nella delibera di consiglio, si deve coprire la somma di 16.467.473,52 euro, che il Comune di Brindisi deve corrispondere per il 2014 alla ditta incaricata del servizio. Sempre ammesso che siano solo quelli i costi totali del servizio. Sulla cui effettiva entità si nutrono forti dubbi, che andrebbero chiariti, non fosse altro che per una questione di trasparenza, ma anche di bilancio.
Che non ci si potesse aspettare niente di buono dal passaggio della Tarsu alla Tari, lo avevano intuito in molti. L’obiettivo del nuovo sistema di tassazione era quello di superare l’ingiustizia di una tariffa costruita sulla base del solo parametro della superficie dell’immobile, o anche del tipo di attività non domestica esercitata, sostituendola con altra che tenesse conto della reale produzione di rifiuti del singolo contribuente, in applicazione del principio che chi più inquina, più paga. Ovvero far pagare di più, a chi produce più rifiuti indifferenziati.
Un principio che può essere applicato in modo corretto solo se si è in grado di poter determinare il peso dei rifiuti prodotti da ciascuno. Diversamente si corre il rischio di sostituire una ingiustizia, con un’altra ingiustizia, di tradire lo spirito che ha animato il legislatore a disporre la modifica.
E’ accaduto che il Comune di Brindisi, non avendo alcun mezzo per la pesatura dei rifiuti, ha fatto ricorso a calcoli puramente teorici di conferimento presunto, utilizzando i coefficienti contenuti nel DPR 158/99, i cui risultati appaiono quantomeno deludenti, anche perché, ragionando per aggregati, fallisce il riscontro puntuale di quanto accade in realtà. Come invece dovrebbe esserci e come è stato realizzato altrove.
Infatti le tariffe relative alle utenze domestiche, approvate nei giorni scorsi dal consiglio comunale, hanno uniformato alla stessa tariffa totale tutti i nuclei familiari, che hanno la stessa composizione e che dimorano in appartamenti di uguale superficie. Penalizzando, di fatto, il cittadino virtuoso, equiparato a livello di tassazione a quello negligente. E che per questo potrebbe sentirsi demotivato a proseguire nel suo comportamento.
Ma gli incrementi o le riduzioni rispetto al passato destano non poche perplessità, sia perché è difficile rintracciare una valida motivazione logica, sia perché finiscono per danneggiare pesantemente alcune attività e le famiglie che abitano in appartamenti di più piccola dimensione, che in generale si riferiscono a famiglie meno agiate, a famiglie che vivono in case popolari.
Infatti, per fare un esempio riferito alla composizione di 3 persone, di cui è costituita la gran parte delle famiglie brindisine, accade che mentre per le abitazioni di 50 metri quadri si passa dai 127 euro circa pagati lo scorso anno, agli attuali 193 euro, con un incremento del 51% circa; in quelle di 100 metri quadri, si passa da 255 euro circa precedenti, agli attuali 292 euro circa con incremento del 15% circa.
Discorso affatto diverso per le abitazioni di 200 metri quadri, 4 volte più grandi di quelle di 50 metri quadri, si passa dai 510 euro dello scorso anno, agli attuali 490 euro circa, con una diminuzione del 4%. E ancora, per le famiglie di 4 componenti si passa, per le abitazioni di 50 metri quadri, dai 127 euro precedenti, agli attuali 212 euro, con un incremento del 66%, e da 255 euro a 318 euro, con un incremento del 25%, per le abitazioni di 100 metri quadri. Una vera e propria stangata per le abitazioni più piccole.
Ci troviamo sicuramente ancora una volta in presenza di una tassazione che a molti appare ingiusta, che non ha voluto oltretutto nemmeno cogliere la sfida proposta dalla crisi devastante, che sta corrodendo la vita di molte famiglie, mancando di attivare forme di flessibilità della pressione tributaria locale attraverso un sistema di riduzioni tariffarie a favore di quelle, che vivono in una condizione di grave disagio economico, che pure la recente legge di stabilità 147/2013 gli consentiva.
Su questo terreno si doveva misurare la capacità politica della classe dirigente di questa città, di essere all’altezza del compito che i cittadini gli hanno affidato. Invece non ha saputo fare niente di meglio che appesantire la tassazione e ignorare chi si trova in una grave condizione economica e sociale, o addirittura al di sotto della soglia di povertà, che non ha risorse,che si ritrova senza lavoro, lasciandolo ancora una volta solo con se stesso e con il proprio dramma familiare.
Sarebbe bastato poco, fare almeno come hanno fatto in molte altre città italiane , in cui hanno deliberato l’esenzione per i nuclei familiari con reddito per reddito Isee inferiore a 5.500 euro, l'esenzione per nuclei familiari composti esclusivamente da ultra ottantenni con reddito Isee non superiore a 10.000 euro, sconti del 20/30% per i nuclei familiari con reddito Isee al di sotto di 7.500 euro, recuperando le risorse necessarie dal bilancio generale del Comune.