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Cronaca

Inseguimento in moto, preso pregiudicato

BRINDISI – Un altro inseguimento a Brindisi, ma questa volta in moto e con cattura finale del fuggiasco, che è un soggetto con precedenti penali ed attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Tuttavia Antonio Di Lena, 26 anni, se ne andava in giro a bordo di uno scooter T - Max.

BRINDISI – Un altro inseguimento a Brindisi, ma questa volta in moto e con cattura finale del fuggiasco, che è un soggetto con precedenti penali ed attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Tuttavia Antonio Di Lena, 26 anni, se ne andava in giro a bordo di uno scooter T - Max nel quartiere Sant’Elia. Quando ha avvistato i poliziotti ha dato gas per non farsi incastrare innescando un inseguimento in cui ha avuto la peggio, non potendo competere col “manico” di chi gli stava alle calcagna, vale a dire gli agenti della squadra Nibbio della Sezione volanti,

Il T – Max non è un mezzo fatto per gli inseguimenti, se quelli che ti vogliono prendere hanno motociclette e non scooter. Perciò questa volta hanno vinto le moto della polizia. Da Sant’Elia al rione S. Angelo, i Nibbio con le sirene attivate, e alla fine Di lena è stato bloccato e ammanettato. Non solo era evaso, ma non aveva neppure la patente, e poi c’è la resistenza a pubblico ufficiale. Tutto ciò ne ha determinato il trasferimento in carcere.

Inutile aggiungere che lo scooter del pregiudicato ora è oggetto di attenzioni. Ci sono due ragioni per farlo: le rapine seriali messe a segno dalla cosiddetta “banda dello scooter” e i precedenti di Antonio Di lena, che era agli arresti proprio per una rapina, quella del 20 ottobre 2009 a Perugia. Meglio andare a fondo. Quel giorno, di mattina, le volanti della questura di Perugia erano riuscite a fermare tre brindisini prima di un probabile assalto ad una oreficeria di Ellera di Corciano, alle porte del capoluogo umbro. Finirono in manette Antonio Di Lena, 23 anni, il presunto capo del gruppo, Nicola Battisti di 28 anni, il basista, e Vincenzo Del Zotti di 39 anni.

Eros Rossi, quello del colpo fallito del 13 maggio precedente a Pierantonio in cui fu picchiata la commessa, era stato arrestato a Vipiteno. Il 27 marzo dello stesso anni a Bastia Umbria i banditi erano fuggiti con 250mila euro, dopo aver percosso a sangue il gioielliere. Rapinavano le gioiellerie a mani nude, prendendo a schiaffi e pugni commesse e titolari dei negozi.

Gli ultimi presunti membri della banda furono presi la mattina del 29 dicembre 2009. La squadra mobile in precedenza aveva fatto irruzione in un casolare abbandonato trovando una Volkswagen Golf rubata nel Salento, e un arsenale composto da decine di cartucce calibro 12 e 16 per fucile, e calibro 357 magnum e 38 special per revolver, oltre ad un semiautomatico smontato e riposto in un borsone assieme ad una lupara.

Quel nascondiglio nei giorni successivi purtroppo si rivelò “freddo”, e gli appostamenti vani. Simon Surano di 23 anni e Giuseppe Moro di 30 anni erano invece immersi in un sonno profondo quando personale delle squadre mobili di Brindisi e Perugia li arrestò nelle loro abitazioni a Betlemme sulla costa nord del capoluogo.

 

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