“Compa’, io impazzisco per lo spaccio: è la pace mia”
Carlo Solazzo, accusato dell’omicidio di Antonio Presta, intercettato in auto con Marco Pecoraro: in un’occasione, cocaina acquistata per 30mila euro a Torre Santa Susanna, altri 25mila da investire con il sistema delle quote
BRINDISI – “Compa’, io impazzisco per lo spaccio, lo sai? Mi è sempre piaciuto, è la pace mia, è come un lavoro”. Una confessione autentica quella di Carlo Solazzo, in carcere con l’accusa non solo di aver fatto parte del sodalizio di stampo mafioso, finalizzato al narcotraffico, ma di aver ucciso Antonio Presta.
L’ammissione è arrivata ai carabinieri sotto forma di intercettazione ambientale, il 14 aprile 2013, quando Solazzo conversa con Marco Pecoraro, indagato anche lui per narcotraffico, mai pensando di essere ascoltato. Ma la cimice era stata già nascosta nella vettura: “Mi piace pure quando imbusto, per esempio quando non so che fare, quando sto a casa così, sto in giro e me ne vado a fare altre buste. Mi piace proprio ad attaccare e poi sai com’è? La prendi come un lavoro, capito?”.
Ancora: “Come un lavoro, quando ti accanisci ad un lavoro, no?”, dice sempre all’amico in auto. “Così ti prende questa cosa”. Poi è passato a ricordare quando venne arrestato: “Ero appoggiato nei pressi della branda e qualcuno si muoveva e la branda vibrava, subito mettevo le mani in tasca come se dovessi prendere il telefonino che suonava e avevo la fissazione di rispondere”.
Per l’accusa “tutte le conversazioni intercettate dimostrano come Pecoraro assieme a Solazzo e al fratello Pietro, fosse a capo di un’articolata rete di spacciatori che provvedevano a distribuire al minuto lo stupefacente da loro acquistato.
In un’occasione, è stato accertato l’acquisto di cocaina per 30mila euro a Torre Santa Susanna da parte di Carlo Solazzo, il 20 marzo 2013. Anche questa circostanza emersa in una intercettazione ambientale in auto tra i due, quando Solazzo raccontava di un contrasto “avuto con esponenti della criminalità organizzata”, per poi anticipare l’intenzione di investirne altri 25mila, da raccogliere con “una sorta di sistema delle quote” tra gli affiliati.
Tra i fornitori, in ordinanza figurano i nomi di Giuseppe Perrone, alias Barabba, già arrestato il 25 maggio, per narcotraffico, Benito Clemente, Umberto Nicoletti e Vito Braccio.