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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Intercettazioni record, ma processi veloci

BRINDISI - Primato in classifica per la Procura di Brindisi: record di intercettazioni telefoniche rispetto alle altre procuredel distretto, segnale inequivocabile di un fervore investigativo di primissimo livello. Sono 647 le utenza intercettate nel 2013 nel territorio brindisino.

BRINDISI - Primato in classifica per la Procura di Brindisi: record di intercettazioni telefoniche rispetto alle altre procuredel distretto, segnale inequivocabile di un fervore investigativo di primissimo livello. Sono 647 le utenza intercettate nel 2013 nel territorio brindisino.

E’ emerso oggi durante la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente vicario della Corte d’appello di Lecce, Mario Fiorella. Sono dati allegati alla relazione del presidente. Sono 437 invece le utenze messe sotto controllo a Lecce e 631 a Taranto. Meno frequente l’utilizzo di intercettazioni ambientali (65 a Lecce, 101 a Brindisi, 116 a Taranto).

Altra vetta della classifica per Brindisi è quella che riguarda la brevità del primo grado di giudizio: nel settore penale è diminuita la durata media dei processi di primo grado a Lecce e Brindisi (663 giorni a Lecce e 419 a Brindisi rispetto ai 675 e 442 dell’anno precedente) mentre è leggermente aumentata a Taranto (619 giorni a fronte dei 580 del 2012). I processi d’Appello invece sono risultati più veloci in entrambe le sedi (560 giorni a Lecce e 733 a Taranto, contro i 674 e gli 823 dell’anno precedente).

Ma il dato allarmante, in tutto il distretto riguarda i magistrati sottoposti a procedimento: le inchieste sono 113. Il dato considera sia i magistrati in servizio presso il Distretto di Lecce (i cui procedimenti vengono poi inviati per competenza a Potenza) sia quelli in servizio nel Distretto di Bari. Accanto ai 113 magistrati indagati, ce ne sono anche 92 che risultano persone offese in relazione a reati commessi da altri.

In relazione a questi ultimi 63 fascicoli riguardano persone note e agli altri ignoti. Nel merito della fisionomia criminale del distretto ci è entrato invece il procuratore generale della Corte d’Appello, Giuseppe Vignola. Il narcotraffico nel Brindisino è gestito dalla malavita indigena che stringe patti con la ‘ndrangheta (principale fornitore) e l’Albania.

Diminuiscono gli omicidi, ma aumenta la violenza nei confronti delle donne. Quanto alle attività d’indagine svolte il fiore all’occhiello è senz’altro quella che ha interessato il settore dei parchi fotovoltaici “diffusosi per la fragilità iniziale della legislazione nazionale e regionale, per mancanza di controlli amministrativi e per l’alta rimuneratività degli investimento che ha attirato dall’estero fondi molto rilevanti”.

“E’ da sottolineare come la novità della questione, sollevata per la prima volta in Italia dalle indagini avviate dalla Procura di Brindisi ha comportato per i numerosi sequestri operati, numerose impugnazioni al Tribunale del Riesame e numerosi ricorsi in Cassazione”. Ma i provvedimenti adottati hanno trovato di regola conferma.

“La Procura di Brindisi – ha dichiarato Vignola – ha contribuito alla formazione ex novo di una giurisprudenza che ha fissato in questa materia principi di diritto”. E “non è un caso che il legislatore nazionale ha eliminato ogni forma di incentivo statale per gli impianti realizzati in aree agricole e la Regione Puglia ha emanato una legge per porre un freno alle proliferazioni degli impianti in zona agricola”.

Intensa a Brindisi anche l’attività investigativa nel settore dei reati ambientali, secondo il procuratore generale. Sequestri agli impianti, perché si procedesse all’ambientalizzazione. E poi l’avvio del processo Enel “al termine di complesse indagini che avevano evidenziato una massiccia e continuata dispersione di polvere di carbone con conseguente grave inquinamento delle colture e grave disagio per le persone residenti”.

Anche in questo caso “contemporaneamente al processo si è seguita la strada dell’agevolazione della bonifica ambientale, dato che l’Enel ha stanziato somme necessarie per la copertura del deposito”. Infine anche i reati che danneggiano il paesaggio. A Ostuni dove è stata sequestrata un’area costiera “in contrada Monticelli ove erano stati realizzati abusivamente un parcheggio per veicoli e numerose strutture ricettive per i bagnanti”. Infine l’indagine Asl, sugli appalti truccati e i 22 arresti eseguiti: per 13 persone c’è stato già decreto di giudizio immediato.

 

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