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Cronaca

"Base Onu di Brindisi a rischio ridimensionamento, il governo intervenga"

Interpellanza dell'onorevole Elisa Mariano: "Rischio di tagli al personale, alcune funzioni cruciali potrebbero essere assorbite e così passare sotto il controllo diretto della Divisione di New York"

“E' molto probabile che la base Onu di Brindisi possa subire, nel giro di pochi mesi, una ristrutturazione tale da produrre anche dei veri e propri tagli al personale”. A lanciare questo monito è il deputato Elisa Mariano (Pd), che si è fatta promotrice di un’interpellanza in cui il governo viene esortato “ad agire in ogni sede per tutelare la Base delle Nazioni Unite di Brindisi”. Da quanto riferito dalla parlamentare in una nota stampa, il rischio di ridimensionamento della base brindisina “sarebbe uno degli effetti rivisitazione del budget complessivo operata a livello centrale dall'Onu”. “Vi è, inoltre, la possibilità – sostiene Elisa Mariano - che alcune funzioni cruciali possano essere assorbite e così passare sotto il controllo diretto della Divisione di New York come per esempio la logistica, così causando un declassamento della nostra dirigenza e di conseguenza riducendo l'importanza della nostra Base”. 

“Allo stesso tempo – prosegue la Mariano - altre funzioni (e rispettive posizioni ricoperte) potrebbero essere dirottate presso la Base regionale di Entebbe (Rcse) e il Joint Support Center in Kuwait”.  Da quanto risulta alla Martiano, inoltre, sono “già stati effettuati degli studi per far divenire la base regionale di Entebbe (Rcse) il centro dei servizi globali in sostituzione, quindi, della Base di Brindisi”. 
“Questa prospettiva – sostiene la deputata - è certamente da scongiurare e soprattutto è diametralmente opposta a ciò che era stato discusso nel novembre 2011 in Senato allorquando si prefigurò per Brindisi il ruolo di vero e proprio braccio operativo di New York. Allora si sottolineò, infatti, che mentre gli uffici di NY si sarebbero concentrati su guidelines (linee guida), policies (strategie) e force generation (definizione dei contingenti militari per il dispiegamento), Brindisi avrebbe dovuto offrire tutto il resto dei servizi”.

La questione è stata al centro di un incontro svoltosi di recente a New York fra il sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola, e il direttore della base di Brindisi Paul Buades insieme al sottosegretario Dfs Atul Khare a capo del dipartimento da cui dipende la Base di Brindisi.

“L'occasione è stata utile per ribadire il massimo interesse dell'Italia non solo a preservare, ma anzi ad accrescere ruolo e funzioni di questo prezioso insediamento nel nostro Paese – si legge ancora nella nota di Elisa Mariano - che rappresenta un vanto per tutta Italia ed un'occasione di crescita importante per tutti, in particolare per il territorio brindisino.”

L’Italia, come ribadito proprio ieri in aula alla Camera dal Governo, è il settimo paese contributore per le missioni di pace Onu, “per questo – prosegue la Mariano - non può in alcun modo subire scelte che ne penalizzino il ruolo. L'Italia può e deve far valere il suo peso soprattutto oggi che siede nel Consiglio di sicurezza dell'Onu sfruttando al massimo l'opportunità di intraprendere tutte quelle iniziative diplomatiche capaci di porre un argine ai tentativi di sottrarre risorse e funzioni alla nostra Base e prestigio e centralità al nostro Paese”. 

Per tutte queste ragioni, Elisa Mariano, assieme ad altri colleghi, chiede di “conoscere i dettagli del recente incontro a New york presso il Quartiere Generale dell’Onu tra il sottosegretario Amendola ed il Sottosegretario Atul Khare, per conoscere quali altre strategie il governo intende perseguire per scongiurare quanto sopra specificato, e per esortarlo ad agire in ogni sede per tutelare la Base delle Nazioni Unite di Brindisi”. “Il mio supporto, e quello di tutto il gruppo parlamentare del Partito Democratico – assicura infine la Mariano - in questa importante battaglia, non mancherà."

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