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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Oria

"Pretendeva 30mila euro, minacciava di uccidere anche i miei figli"

E' stato interrogato dal gip l'avvocato di Oria che giovedì scorso ha ucciso un cliente scaricandogli addosso un intero caricatore. "Voleva l'anticipo di un risarcimento danni per un sinistro stradale, in un'occasione mi minacciò con una pistola"

ORIA – “Da due settimane minacciava di uccidere me e i miei figli se non gli avessi dato la somma di 30mila euro come anticipo su una causa di risarcimento danni. In una occasione è anche entrato nella mia auto, minacciandomi con la pistola”. Così l’avvocato Fortunato Calò, 47 anni, ha tentato di motivare la furia omicida che giovedì scorso (30 marzo) lo ha portato a uccidere all’interno dello studio legale associato “Pomarico Calò” di Oria il 45enne Arnaldo Carluccio, originario di Torre Santa Susanna, scaricandogli addosso l'intero caricatore di una pistola semiautomatica calibro 9.

Il professionista, difeso dal collega Pasquale Annicchiarico, si è presentato stamani davanti al gip del tribunale di Brindisi, Paola Liaci, nell’ambito dell’interrogatorio di convalida dell’arresto disposto subito dopo i fatti dal pm Raffaele Casto. Il legale è accusato di omicidio volontario premeditato e di porto abusivo di arma da fuoco (la pistola era infatti legalmente detenuta, ma Calò non era autorizzato a circolare armato eccetto che per raggiungere il poligono indicato, in quanto in possesso di un porto per uso sportivo).

Calò, parso molto provato, ha riferito che da un paio di settimane Carluccio, già noto alle forze dell'ordine, residente da tempo a Oria con la moglie e due bimbi, aveva assunto un comportamento minaccioso nei suoi confronti. L’avvocato oritano stava assistendo il torrese in una causa scaturita da un sinistro stradale avvenuto nel 2010. La prossima udienza era in programma per il 27 aprile. Carluccio puntava a un risarcimento per lesioni personali, ma da quanto riferito dal legale di Calò, ancora non si sapeva se sarebbe stato risarcito e, nell’eventualità in cui la sua richiesta fosse stata accolta, con quale somma.

Ma la vittima, stando alla versione dei fatti fornita da Calò davanti al giudice, avrebbe pressato il suo avvocato con telefonate e messaggi intimidatori, affinché gli elargisse un anticipo di 30mila euro. “Ho cercato di liberarmi del cliente – ha spiegato Calò durante l’interrogatorio – offrendogli di riprendersi indietro la pratica, ma lui rispondeva che voleva i soldi e basta”. Pochi giorni prima del delitto, da quanto sostenuto da Calò, Carluccio si sarebbe fatto trovare sotto lo studio legale, situato in via Latiano. “Al momento del mio arrivo – ha affermato l’avvocato – Carluccio ha aperto lo sportello lato passeggero, è entrato in auto e puntandomi una pistola mi ha fatto spostare di 700-800 metri, verso una strada sterrata”.

Calò ha spiegato di non aver denunciato il cliente poiché temeva eventuali ritorsioni e confidava nel fatto di liberarsene, attraverso la restituzione della pratica. Ma giovedì si è consumato il tragico epilogo della vicenda. Calò si trova fuori dallo studio quando Carluccio lo contatta telefonicamente, chiedendogli un appuntamento. Il legale accoglie la richiesta ma prima di raggiungere l'ufficio passa da casa a prendere la pistola (“perché temevo che potesse presentarsi armato”, ha dichiarato Calò), una Beretta Px4 Storm calibro 9. Quando i due si incontrano, la situazione degenera.

“Dopo avergli nuovamente proposto di riprendersi indietro la pratica – ha spiegato l’indagato – lui ha preso il fascicolo e me l’ha sbattuto in faccia, ripetendomi diverse volte che avrebbe ucciso me e i miei figli se non gli avessi dato 30mila euro”. A quel punto, Calò impugna la pistola ed esplode 15 colpi (partiti in sequenza automatica, secondo la difesa) centrando il cliente al torace e all’addome. Consegnatosi immediatamente ai carabinieri, Calò è stato trasferito presso la casa circondariale di Brindisi in via Appia.

L’avvocato Annicchiarico si riserva di presentare istanza di attenuazione della misura cautelare una volta conclusi gli accertamenti che verranno effettuati nei prossimi giorni, fra cui l’esame autoptico e la perizia sul telefono cellulare di Calò, sul quale sarebbero archiviati i messaggi minatori di cui lo stesso ha parlato nel corso dell'interrogatorio. Il gip scioglierà nelle prossime ore la riserva. Pare scontata, ad ogni modo, la convalida dell’arresto.

Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Oria al comando del maresciallo Roberto Borrello e i colleghi della compagnia di Francavilla Fontana diretti dal capitano Nicola Maggio. 

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