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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Paradiso / Via Giosuè Carducci

Agguato in pizzeria per motivi di gelosia: indagati in silenzio davanti al gip

Stamattina (giovedì 10 marzo) gli interrogatori di garanzia dei due brindisini accusati del tentato omicidio di un 23enne avvenuto l'11 ottobre 2020 in via Carducci

BRINDISI – In silenzio davanti al gip. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Emanuele Taurisano e Tiziano Marra. I due brindisini, entrambi 24enni, difesi rispettivamente dagli avvocati Laura Beltrami e Giuseppe Guastella, sono stati sottoposti stamattina a interrogatorio di garanzia da parte del giudice Vittorio testi. Sono accusati del tentato omicidio di Matteo Trane, all’epoca 23enne, avvenuto la sera dell’11 ottobre 2020 all’interno della pizzeria Non solo pane, situata in via Carducci, al rione Paradiso. I due indagati sono ristretti presso la casa circondariale di Brindisi da lunedì (7 marzo) quando i poliziotti della Squadra Mobile li hanno arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dallo stesso gip Testi.

Da quanto ricostruito dagli investigatori, Taurisano e Marra avrebbero raggiunto la pizzeria di proprietà della famiglia Trane intorno alle ore 20 dell’11 ottobre 2020, a bordo di uno scooter (rubato) condotto da Marra. Una volta sul posto, Taurisano sarebbe entrato in cucina e avrebbe esploso tre colpi di una pistola calibro 7,65 all’indirizzo di Trane, ferendolo all’addome e a una gamba. Poi i due si sarebbero dileguati perle vie limitrofe. Trasportato in gravissime condizioni presso l’ospedale Perrino, dove fu subito sottoposto a un intervento chirurgico, Trane trascorse 10 giorni di degenza fra lo stesso nosocomio brindisino e quello di Lecce, una parte dei quali in rianimazione. 

I poliziotti la stessa sera dell’agguato imboccarono la pista della gelosia, indirizzando i loro sospetti verso i due indagati. Sulla mano sinistra di Taurisano e su entrambe le mani di Marra vennero rinvenute a distanza di poche ore dall'attentato tracce di piombo, bario e antimonio “a riprova - si legge nell’ordinanza - del precedente utilizzo di un'arma da sparo o dell'esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco nelle loro immediate vicinanze”. Il quadro investigativo si delineò nelle settimane successive, tramite perquisizioni, intercettazioni telefoniche e ambientali e la visione delle immagini riprese dalle telecamere. 

Il movente dunque è stato individuato nella gelosia e “voglia di rivalsa - si legge nell’ordinanza - serbata da Taurisano nei confronti di colui che, durante la sua detenzione presso la casa circondariale di Secondigliano, aveva iniziato una relazione sentimentale con la sua ex compagna dopo la decisione di quest'ultima di interrompere la loro relazione”. All’epoca dei fatti Taurisano era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. I legali potranno impugnare la misura cautelare in sede di riesame. 

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