Tentata estorsione all’imprenditore: “Credito lecito, nessuna minaccia”
Padre e figlio, davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia
BRINDISI – Hanno ammesso che una discussione, accesa, c’è stata, ma nessuna minaccia nei confronti dell’imprenditore. Hanno chiarito la loro posizione padre e figlio arrestati per un presunto tentativo di estorsione ai danni del procuratore e socio di una ditta brindisina attiva nel settore delle costruzioni aeronautiche.
L’interrogatorio, nel rispetto delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19, si è svolto in videoconferenza. L'ex dipendente dell’imprenditore, ha riferito che il credito vantato nei confronti della vittima consisteva nel pagamento di tre mensilità e del trattamento di fine rapporto. Si tratta dunque di un credito, quantificato dagli inquirenti in 20mila euro, lecito, sulla base di quanto sostenuto dagli indagati, per la cui riscossione si è rivolto a un legale.
Padre e figlio hanno quindi negato il tentativo di estorsione, che da quanto emerso nel corso delle indagini sarebbe consistito in una minaccia con il coltello nei confronti dell’imprenditore e in minacce telefoniche. I due devono rispondere del reato di tentata estorsione con le aggravanti di aver commesso i fatti con armi, in più persone riunite, delle quali una appartenente ad associazione di tipo mafioso. L’avvocato formuleranno istanza di revoca della misura cautelare.