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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Aggressione in Pronto soccorso: "Più sicurezza per gli operatori sanitari"

Gli interventi della politica e delle organizzazioni sindacali a seguito dell'episodio verificatosi in mattinata presso l'ospedale Perrino

BRINDISI – La politica e le organizzazioni sindacali rimarcano le difficili situazioni in cui operano gli operatori sanitari presso il Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, a seguito dell’aggressione avvenuta stamattina (domenica 30 gennaio). Unanime la solidarietà nei confronti del personale. Allo stesso tempo vengono anche rilevate varie problematiche. 

“Quanto accaduto oggi – afferma Gianluca Facecchia, segretario general della Uil Fpl -  ha messo anche a repentaglio tutti gli altri utenti presenti, rimasti in tanti sotto shock tale da richiedere ulteriori cure da parte del personale anch’esso destabilizzato emotivamente. Drammatica la scena che è apparsa ai sanitari per gli attacchi di panico di alcune persone anziane che spaventate rischiavano ulteriori danni al proprio stato di salute. Già mesi fa questa organizzazione sindacale aveva segnalato preoccupatissima l’atteggiamento della comunità Brindisini nei confronti del personale che, nonostante e apparentemente si sviluppava sui social, lasciava intravedere gravi attacchi, come poi si è verificato. Stigmatizzando l’accaduto prendiamo le distanze, non giustificando tale atteggiamento. Siamo costretti a prendere atto del livello di considerazione alquanto rancoroso che ha l’utenza nei confronti della sanità Brindisina, dove i responsabili non sono da ricercare assolutamente nei medici e infermieri abbandonati in prima linea. Personale che ha solo la sfortuna di trovarsi in quei momenti e pagare, anche con la propria incolumità fisica, per croniche gravi carenze manageriali a tutti i vertici e per il totale abbandono della classe politica impegnata su altri interessi”. 

“Mentre i dipendenti vengono lasciati completamente allo sbando – prosegue Facecchia -  vittime di una caccia all’uomo e si salvi chi può, vi è la classe dirigente Asl, continuamente in completa autonomia, in maniera unilaterale, con la collaborazione di alcune sigle sindacali, gestiscono il locale P.S in una maniera dissociata dalla realtà. Fuori da ogni logica e cognizione di ragionevolezza, mentre al P.S.si rischia l’incolumità del personale, alcuni dirigenti e coordinatori a vari livelli, rappresentanti della parte datoriale, facendosi sostituire da altre sigle sindacali, sono impegnati a riflettere come rispondere contro questa O.S., colpevole di aver denunciato le tante problematiche del locale pronto soccorso, minimizzando e non considerando le preoccupazioni esposte sulla sicurezza dei lavoratori e dell’utenza”. 

“Inoltre ci chiediamo il perché il posto fisso di Polizia sia aperto solo dal Lunedi al sabato in orari diurni e non vi sia un sistema di allertamento immediato alla centrale operativa 112. Un presidio ormai alla deriva sul piano della sicurezza dove le guardie giurate non possono garantire l’ordine pubblico per i limiti imposti dalla legge. Un ospedale esposto, incontrollatamente, anche, a furti e danneggiamenti ai mezzi dei dipendenti. Vi è anche un'altra situazione da non sottovalutare dovuta ai continui accessi in P.S. e ospedale da parte delle scorte che ivi traducono i detenuti della locale Casa Circondariale e che, per le carenze e inefficienze ormai note a tutti, invia quotidianamente diversi detenuti che non hanno percorsi dedicati, isolati e sicuri”.
“In considerazione che l’Asl di Brindisi – conclude Facecchia - nonostante lo stato di agitazione dei sindacati confederali, è in un totale silenzio e carente di soluzioni a tutte le problematiche presenti, visto il grave pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica dei dipendenti e dei cittadini, si chiede un vostro urgente intervento al fine di predisporre un presidio h24 presso il P.S. Perrino o in alternativa richiedere in supporto l’invio dell’esercito”.

L’episodio, a detta del consigliere regionale Mauro Vizzino, presidente Commissione Sanità della Regione Puglia “costituisce la conferma della assoluta necessità di garantire sicurezza a chi mette a repentaglio la propria vita per tentare di salvare quella degli altri”. “Non è immaginabile – afferma Vizzino - continuare ad inviare al “fronte”, medici, infermieri ed ausiliari - a cui va la mia convinta solidarietà - senza assicurargli condizioni di salvaguardia della propria incolumità. Ed in questo l’apporto permanente delle forze dell’ordine non è più rinviabile. Tra l’altro, l’aggressione odierna, come quelle accadute in precedenza, non può essere in alcun modo giustificata con il livello di congestione della struttura ospedaliera. Gli autori vanno puniti”. 

“La violenza sugli operatori sanitari – afferma il segretario generale della Fp Cgil Brindisi, Pancrazio Tedesco - è oramai diventata, purtroppo, routine giornaliera. La mancanza di medici e di infermieri nella nostra azienda (denunciata più volte dalla scrivente organizzazione sindacale, ultima datata 3 gennaio 2022) sta creando file e attese di molte ore nei pronto soccorso, liste d’attesa lunghe nella piastra ambulatoriale, ecc.  La situazione è difficile e critica, e, nonostante tutto, il personale continua a svolgere il proprio turno di lavoro (come ha continuato a farlo il Medico di stamattina). Questo ci rende orgogliosi della grande squadra di professionisti che ogni giorno, pur nel silenzio, persegue il proprio dovere con passione e competenza. Il nostro ringraziamento va ovviamente anche al personale delle forze dell’ordine per il sostegno che da sempre, e non ultimo stamattina nei locali del Pronto Soccorso per bloccare la vivace protesta dei familiari della donna deceduta”.

“Le aggressioni che si registrano quotidianamente - rimarca Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials della provincia di Brindisi - sono il frutto delle carenze di personale e strutturali che i ripetuti tagli hanno prodotto in Sanità, unite alla costante e incosciente campagna di delegittimazione e mancata valorizzazione del lavoro dei professionisti della salute. In emergenza poi, sono richieste doti particolari, si è in bilico costante tra la vita e la morte, tra la paura e l’impotenza di chi accede a quei luoghi di cura. Ma è necessario che i cittadini, seppur immersi nel dolore, comprendano che medici e professionisti sanitari lavorano per loro e per il loro bene e non li aggrediscano, ma li mettano nelle condizioni di dare il meglio di sé per poterli aiutare”.

Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, "respinge ancora una volta ogni tipo di aggressione nei confronti dei professionisti della salute,  poiché l’aggressione stessa minaccia l’integrità fisica e mentale della persona lesa e influenza  negativamente il funzionamento del sistema sanitario nel suo complesso". Prosegue la nota, a firma del segretario territoriale Carmelo Villani: "Quando un professionista viene aggredito, indirettamente vengono attaccati anche gli altri cittadini curati  da lui perché viene a infrangersi il rapporto di fiducia che deve necessariamente instaurarsi nella  relazione assistenziale operatore sanitario/cittadino. La necessità di puntare i riflettori su un fenomeno dilagante quale la violenza sul posto di lavoro è  riconosciuta unanimemente stringente per quanto riguarda gli operatori sanitari e per tale motivo Nursind  intraprenderà una campagna permanente nei confronti dei cittadini e delle istituzioni per far  comprendere che 'l’aggressione non è la soluzione' dei problemi sistemici della sanità e per diffondere  una politica di tolleranza zero https://admin.brindisireport.strategy.it/item/edit/id/515776/#verso atti di violenza, fisica o verbale nei servizi sanitari oltre che  assicurarsi che operatori, pazienti, visitatori siano a conoscenza di tale politica, incoraggiando il personale  a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi,  facilitando il coordinamento con le forze di polizia o altri soggetti che possano fornire un valido supporto  per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari. Aggredire un operatore sanitario significa mettere in difficoltà tutto il sistema e la garanzia della qualità dell’assistenza: gli organici già ridotti all’osso difficilmente possono reggere ulteriori assenze e l’impatto  sulla motivazione lavorativa incide negativamente sulla relazione tra operatore ed assistito". 

L’Ordine dei medici “dice basta”. Pur comprendendo l’amarezza e la sofferenza di chi ha subito un grave lutto familiare, non è accettabile che proprio l’operatore sanitario che si è prodigato nell’assistenza del paziente, debba essere oggetto delle rimostranze, della rabbia, della violenza verbale e fisica  che condanniamo senza mezzi termini. L’Ordine invita le istituzioni, ognuna per le proprie competenze,  a segni tangibili,  che vadano oltre gli sterili attestati di solidarietà fini a se stessi, che consentano agli operatori sanitari di svolgere il loro difficile ed impegnativo ruolo in condizioni di sicurezza. Al collega che ha subito violenza il presidente Arturo Oliva esprime ogni solidarietà e vicinanza da parte dell’intera categoria medica e incoraggia tutti ad essere forti e risoluti nella propria attività.

Articolo aggiornato alle ore 09:45 del 31 gennaio (intervento Ordine dei medici)

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