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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Intervento/ Chiarezza sulla vendita della masseria Belloluogo

Sembra che l'attuale amministrazione comunale di Mesagne abbia deciso di alienare la masseria di Belloluogo. Aldilà delle motivazioni (fare cassa? liberarsi di un bene per non avere responsabilità? Interesse di qualche privato?) si rischia di incorrere anche in un atto illegittimo

MESAGNE - Sembra che l'attuale amministrazione comunale di Mesagne abbia deciso di alienare la masseria di Belloluogo. Aldilà delle motivazioni (fare cassa? liberarsi di un bene per  non avere responsabilità?  Interesse di qualche privato?) si rischia di incorrere anche in un atto illegittimo. Ne parlo per aver contribuito nel 1991, con più di qualche forzatura, a convincere l'allora presidente dott. Antonio Buttiglione e il consiglio di amministrazione dell'Ente regionale sviluppo agricolo (ERSAP),ente di emanazione regionale, poi sciolto, a donare questo bene al comune di Mesagne (sindaco Bardaro e vice Faggiano).

Da consigliere regionale e nella veste di presidente della commissione consiliare all'agricoltura e alle attività produttive della Regione Puglia (commissione questa presieduta allora da un rappresentante dell'opposizione), spinto dagli amministratori di Mesagne,  trovai, assieme al presidente dell'Ersap, la formulazione più idonea per deliberare la donazione, dal momento che l'ente non poteva alienare, in forma gratuita propri beni iscritti a bilancio come patrimonio. Ci riuscimmo a condizione però che il bene il comune lo avesse destinato non a fini produttivi ma solo a fini sociali. Nacque da questa motivata donazione la finalizzazione della masseria, i progetti e i finanziamenti. Progetti e finanziamenti che l'allora sindaco Faggiano, succeduto poi a Bardaro, con caparbietà, lungimiranza e ottima e riconosciuta capacità amministrativa, riuscì a definire ed ottenere, assillandomi e impegnandomi a portare a compimento quanto contenuto nelle motivazioni della donazione.

Non conosco i motivi e i  ritardi che hanno determinato lo stato di abbandono del bene e il venir meno di quei progetti. Lo sanno meglio di me certamente i vecchi amministratori succeduti a Faggiano, così come lo sanno anche chi oggi amministra il comune di Mesagne dal momento che hanno condiviso,da alleati determinanti, la gestione del comune. La masseria di Belloluogo non può essere alienata né per fare cassa e né utilizzata a fini di risanamento di bilancio. Non può essere venduta dal Comune di Mesagne.

Lo potrebbe fare solo la Regione attraverso l'ex ufficio stralcio Ersap che opera presso l'assessorato regionale all'Agricoltura e la costituita società regionale per la vendita dei beni regionali da dismettere che potrebbe inserire nel suo elenco,la masseria di Belloluogo. Essendo venuta meno la finalità della donazione il  bene potrebbe e dovrebbe ritornare nel possesso del donatore,oggi la Regione Puglia. Non mi voglio avventurare in argomentazioni formali e procedurali di diritto amministrativo o di contabilità pubblica, dico solo che si potrebbe andare incontro anche ad un contenzioso.

Sarebbe sufficiente che un singolo cittadino pugliese sollevasse formalmente il problema per bloccare un eventuale atto di vendita, per esempio, ad un privato, il cui obiettivo sarà certamente quello di utilizzare il bene a fini produttivi.  Data la riconosciuta sensibilità sociale dell'attuale sindaco e a cui rivolgo queste considerazioni, sarebbe opportuno da parte dell'amministrazione fare i necessari accertamenti sull'alienabilità del bene e di pensare di recuperare le finalità della vecchia donazione, definendo un progetto di recupero e di utilizzazione della masseria il cui valore storico e culturale è fin troppo noto a tutti i mesagnesi.

Senza ricorrere ad alienazioni o inopportune vendite, si possono coinvolgere, in tanti modi e con procedure corrette, privati, associazioni, società non profit per il recupero del bene e per la sua valorizzazione/utilizzazione. Certo se lo stato di abbandono e di degrado prende il sopravvento sulla progettualità, l'alibi per vendere e per liberarsi di questo costo è dato. Ma una buona amministrazione si misura anche su questo oltre che seguire le norme di legge e produrre atti legittimi.

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