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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Intervento/ Nuovo boom di cartelle pazze: una via crucis per i cittadini più deboli

Nei giorni scorsi  a molti  cittadini sono stati recapitati avvisi  con la richiesta di pagamento degli arretrati riferiti all’ICI e alla ta.ri. /tarsu  risalenti a molti anni addietro, fino  al 2010, quando il servizio di riscossione era gestito da altri concessionari. Una vicenda che sta creando non poche proteste e  risentimento

BRINDISI - Nei giorni scorsi  a molti  cittadini sono stati recapitati avvisi  con la richiesta di pagamento degli arretrati riferiti all’ICI e alla ta.ri. /tarsu  risalenti a molti anni addietro, fino  al 2010, quando il servizio di riscossione era gestito da altri concessionari. Una vicenda che sta creando non poche proteste e  risentimento  da parte di molti cittadini, che ritengono assolutamente ingiustificate le richieste avanzate dal concessionario  e non accettano di subire in silenzio  il danno ingiusto, senza ristoro alcuno,  per il tempo perso, le spese di trasporto e lo stress legato alla confusione,  che si sta creando giornalmente  negli uffici del concessionario. Di cui a palazzo nessuno sembra accorgersene. 

Come interpretare la richiesta di pagamento della terza rata della ta.ri. 2015  ad una persona deceduta  nel 2009,   per un’abitazione intestata regolarmente ai suoi eredi,  che peraltro avevano già provveduto  a  pagare l’acconto?. Ma anche la richiesta di pagamento dell’ICI relativa al 2010 ad un ragazzo che non solo non era intestatario di alcun immobile, ma all’epoca aveva solo 13 anni. 

Solo citare gli episodi più eclatanti, che purtroppo non costituiscono un’eccezione, considerato che lo scorso anno l’ attuale concessionario inviò ad un cittadino deceduto nel 2010   la richiesta  di  pagamento di 174,00 euro, relativa all’acconto della  ta.ri  2014. Ad un altro cittadino, che nel 2002 aveva trasferito la propria residenza da altra parte della città, regolarmente notificata, fu richiesto il  pagamento della tassa sui rifiuti riferita alla vecchia abitazione, nonostante pagasse quella relativa all’appartamento in cui si era trasferito.

E ancora ad un’  altra cittadina,  che aveva cessata l’attività commerciale nel 2005, regolarmente notificata, fu richiesto l’acconto ta.ri di 515,00 euro, per un locale che non era nella sua disponibilità da 10 anni. Sembra la replica di brutte vicende più volte vissute nel passato, avvenute quasi   sempre, ma non solo,  in occasione  dei passaggi di concessionario, a causa della mancata o non corretta trasmissione della banca dati, che il comune non aveva saputo gestire al meglio. Quasi una condanna, che i contribuenti  di questa città sono stati costretti a subire periodicamente.
Nel 2003  la Gestor , subentrata alla Sesit,  senza effettuare i necessari controlli, con l’unico scopo di far cassa a spese dei cittadini,  notificò circa 7000 avvisi di pagamento per arretrati ICI dal 1998 in poi, risultati in moltissimi casi ingiustificati.

Infatti la gran parte  dei destinatari di quelli avvisi  riuscì a dimostrare  l’infondatezza  della pretesa,  dopo essersi recati più volte presso gli  uffici del concessionario e del comune, subendo comunque un danno ingiusto ne uscirono danneggiate, come è accaduto sovente,  le persone più deboli, le più fragili, che  preferirono pagare piuttosto che sottoporsi a quella  via Crucis.

Un supplizio replicato anche in occasione del subentro della Soget , con l’invio di oltre 3000 avvisi di pagamento per arretrati tarsu, che provocarono molte proteste per infondatezza delle richieste,  in quanto in moltissimi casi era stata regolarmente pagata. Ma anche nel 2011, con la spedizione a moltissimi cittadini di  avvisi con la richiesta di pagamento delle sanzioni per violazione del codice stradale, che erano state già pagate.

Nel  passato,  altre amministrazione sono  intervenute  con tempestività,  imponendo al concessionario  di sospendere i  procedimenti, in attesa di una  verifica  approfondita delle diverse situazioni prima di tormentare i cittadini, convocandoli in gran massa nei propri uffici. In questo caso silenzio assoluto da parte dell’amministrazione, come se la tutela dei cittadini e dei loro diritti non costituisse una priorità. 

Premesso che non è nostra intenzione difendere chi non paga il dovuto, ma riaffermare le regole contro ogni forma di abuso, crediamo che l’Amministrazione comunale abbia il dovere di intervenire,  per contrastare eventuali indebite richieste,  per evitare che si  spari nel mucchio,  come è avvenuto nel passato, accertando in base a quale banca dati, a quali elementi  il concessionario abbia fondato le richieste inviate ai cittadini.  
Ma anche  prevedere, nel caso di richiesta illegittima, una sanzione a carico del concessionario ,  sotto forma di indennizzo ,  a ristoro del danno ingiusto subito dal contribuente.

Disporre, infine, in modo tale da evitare che in futuro possano replicarsi altre  analoghe  vessazioni, che minano la fiducia dei cittadini verso l’Amministrazione comunale.

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