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Cronaca

Intervista/ "Quello che mi è successo è allucinante"

BRINDISI - “Io mi auguro che l’atmosfera che si sta vivendo in questi giorni in città non c’entri nulla”. Antonio Elefante, segretario dimissionario del Pd cittadino, ha trascorso la mattinata negli uffici della Digos. Gli investigatori ritengono che l’incendio di questa notte alla sua autovettura sia di matrice dolosa.

BRINDISI - “Io mi auguro che l’atmosfera che si sta vivendo in questi giorni in città non c’entri nulla”. Antonio Elefante, segretario dimissionario del Pd cittadino, ha trascorso la mattinata negli uffici della Digos. Gli investigatori ritengono, per quanto non vi siano tracce di liquido infiammabile e i vigili del fuoco non abbiano trovato materiale sul posto utile per esprimersi con certezza, che l’incendio di questa notte alla sua autovettura sia di matrice dolosa.

La Grande Punto era parcheggiata da venti minuti circa sotto casa, in via Sicilia. Elefante era appena tornato da una lunga riunione di partito alla quale ha partecipato anche il sindaco Mimmo Consales e in cui si era discusso della sua decisione di lasciare gli incarichi politici in seno al Pd, e della scelta del sindaco di proseguire nel mandato amministrativo.

Il motore era caldo, ma un corto circuito, come è ben noto, è una circostanza eccezionale e quindi un’ipotesi residuale. Gli agenti della Mobile e della Digos si sono recati sul posto e hanno acquisito le immagini girate da telecamere private di esercizi commerciali che si trovano in zona, in via Sicilia, al rione Commenda. Ci potrebbe essere qualche frame determinante per la soluzione del caso.

Facile pensare alle turbolenze piddine per spiegare l’attentato incendiario. Troppo semplice forse. Gli attestati di solidarietà ricevuti da Elefante sono molteplici: “Uno dei primi a chiamarmi è stato il sindaco”. Consales ha espresso vicinanza, si è detto dispiaciuto. E’ bene che il confronto non degeneri mai fino a questo punto.

Dal canto suo, Elefante esclude tassativamente che le ragioni del messaggio arroventato possano essere ricercate nella sua vita privata: “Non può essere, io faccio una vita normale. Non ho nessun tipo di problema personale. Questa eventualità non la prendo assolutamente in considerazione” spiega.

Non è in grado di attribuire a qualcuno in particolare il gesto subito che ha distrutto la sua Grande Punto, incluso il caricatore per l’iPhone che ha continuato a squillare per tutta la mattina.

“Gli agenti della Digos mi hanno chiesto se pensassi che l’incendio possa essere in qualche modo collegato al clima teso degli ultimi giorni, alle indagini, al dibattito acceso che si sta conducendo in seno alla maggioranza sull’opportunità che Consales resti al governo della città, o che invece lasci tutto, per evitare ripercussioni”.

“Ho risposto che non so. Che mi auguro sinceramente che non sia così. Ma che non posso escludere, invece, che quanto accaduto possa essere la conseguenza di una percezione di illegalità diffusa che la gente sta avendo. E’ da tempo che dico che così non si può andare avanti. La politica a Brindisi è fatta di invertebrati e cavallette, da cui per fortuna il Pd è immune. Nessuno che prenda una posizione, tutti che saltano da una parte all’altra. Il mio disagio ha radici lontane, si è accumulato ed è esploso in seguito alle ultime vicende. La base del partito mi sta vicino, chi invece ricopre incarichi, un po’ meno. Ma io vado avanti”.

Non pronuncia la parola “dimissioni”, Elefante, se non riferendosi a se stesso. Non intende rivolgere al sindaco alcun appello, ma resta dell’idea che continuare così sia difficile. “Ho detto a Consales come la penso, senza troppi giri di parole”. Quello che ritiene è chiaro, vuole che a questo punto il sindaco valuti l’opportunità di fare un passo indietro. Ed è rimasto solo. “Quello che mi è successo è davvero allucinante”, chiosa, con amarezza. “In tutto questo caos, finisci per trovarti con un’auto bruciata”.

E per convincersi che sia un caso, il frutto di un guasto all’impianto elettrico, un cortocircuito, bisogna davvero sforzarsi parecchio. Del resto gli investigatori sono i primi a crederci poco, tant’è che stanno compiendo indagini accurate.

 

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