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Invalida brindisina scrive al presidente della Repubblica per essere ascoltata

Invalida al cento per cento con problemi cardio circolatori e di deambulazione non riesce a ottenere il pass per gli invalidi, l'indennizzo di accompagnamento e nemmeno la costruzione di un ascensore alla palazzina dove vive di proprietà dell'Arca nord Salento (ex Iacp), opera che fino alla mattinata di oggi (martedì 16 giugno) era stata "promessa" dall'Ente

BRINDISI – Invalida al cento per cento con problemi cardio circolatori e di deambulazione non riesce a ottenere il pass per gli invalidi, l’indennizzo di accompagnamento e nemmeno la costruzione di un ascensore alla palazzina dove vive di proprietà dell’Arca nord Salento (ex Iacp), opera che fino alla mattinata di oggi (martedì 16 giugno) era stata “promessa” dall’Ente. Decide così di raccontare la sua disavventura, attraverso una lettera, al presidente della Repubblica e al nuovo governatore della Puglia Michele Emiliano, sperando che qualcuno possa fare qualcosa per lei. Protagonista di questa vicenda una 65enne di Brindisi A. R. che da una decina di anni è costretta a vivere con patologie che rendono difficile la deambulazione.

“Viviamo al terzo piano di una palazzina in via Leonardo Da Vinci al quartiere Sant’Elia a Brindisi – racconta il marito G.V. – da qualche anno, da quando cioè la situazione di mia moglie si è aggravata, chiediamo la costruzione di un ascensore o un alloggio a piano terra, sono stati fatti diversi sopralluoghi per la realizzazione dell’ascensore e ci era stato riferito che erano anche stati stanziati dei soldi, ma questa mattina, dopo l’ennesima telefonata, è arrivato il no definitivo. Mi è stato detto che non ci sono soldi. Da un paio di anni chiediamo l’indennizzo di accompagnamento e anche quello viene negato così come il pass per gli invalidi. Sinceramente non so più come si deve fare a Brindisi per avere qualche aiuto dal Comune così abbiamo deciso di scrivere una lettera al presidente della Repubblica e a Michele Emiliano, sperando di essere presi in considerazione”.

“Dall'ultima visita della commissione ad oggi vi è un aggravamento della chiusura della vena aorta, vado avanti solo con l’aiuto delle vene capillari, tutti gli interventi subiti non servono più a nulla – spiega la donna nella lettera inviata ai due presidenti dove ha allegato anche tutti i certificati medici che attestano le patologie di cui soffre – qualcuno deve pur darmi giustizia” .

Il 23 marzo scorso la caldaia dell’appartamento dove vive la donna insieme al marito, la figlia e due nipotini piccoli, andò a fuoco, si vissero momenti di tensione, la casa fu invasa dal fumo, solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco si evitò il peggio, la signora non sarebbe potuta fuggire con le proprie gambe. Già allora la redazione di questo giornale si occupò del caso della donna invalida e delle richieste per avere una vita più dignitosa ma da allora nulla è cambiato.

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