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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Ceglie Messapica

"Io estorsore? E' lui che mi deve dei soldi". L'arrestato accusa l'imprenditore

CEGLIE MESSAPICA – “Avevo lavorato a giornate per conto di Cosimo Santoro e qualche settimana fa sono andato a chiedere che saldasse le mie spettanze. Mi ha detto che non aveva soldi e me ne sono andato. Altro che estorsione, avanzo soldi da lui”. Martino Bruno, 30 anni, di Ceglie Messapica, operaio edile, è stato sentito questa mattina dal giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, nel carcere di Brindisi dov’è rinchiuso da alcuni giorni perché accusato di avere tentato di estorcere 3500 euro a Cosimo Santoro, imprenditore edile di Ceglie Messapica.

CEGLIE MESSAPICA – “Avevo lavorato a giornate per conto di Cosimo Santoro e qualche settimana fa sono andato a chiedere che saldasse le mie spettanze. Mi ha detto che non aveva soldi e me ne sono andato. Altro che estorsione, avanzo soldi da lui”. Martino Bruno, 30 anni, di Ceglie Messapica, operaio edile, è stato sentito questa mattina dal giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, nel carcere di Brindisi dov’è rinchiuso da alcuni giorni perché accusato di avere tentato di estorcere 3500 euro a Cosimo Santoro, imprenditore edile di Ceglie Messapica.

Dinanzi al giudice, Martino Bruno è comparso per l’interrogatorio di garanzia essendo stato arrestato su provvedimento di cattura. “Ho formalizzato istanza di rimessione in libertà – ha detto il suo difensore, avvocato Cosimo Deleonardis all’uscita dal carcere -. Ora il giudice deciderà se mantenere la custodia in carcere o scarcerarlo e in subordine adottare un provvedimento meno afflittivo”.

Nel corso dell’interrogatorio l’indagato ha fornito indicazioni sulle date in cui ha lavorato per colui che lo ha denunciato per estorsione. Ed avrebbe anche elencato i lavori in cui sarebbe stato impiegato sempre per conto di Santoro. I fatti contestati al giovane iniziano nel marzo scorso, quando si presenta all’imprenditore e, stando alla denuncia, chiede il pagamento di 1.500 euro. “Altrimenti – fa mettere a verbale dai carabinieri Santoro – avrei ricevuto rappresaglie perché lui dice di poter contare su amici molto pericolosi”.

I carabinieri della stazione di Ceglie Messapica iniziano a indagare in maniera discreta. Dopo qualche giorno Martino ricontatta l’imprenditore. La richiesta, stando all’accusa, diventa di duemila euro. Condita delle solite minacce. Complessivamente l’ammontare delle “mazzette” che il giovanotto avrebbe preteso si aggira attorno ai 3.500 euro.

Sabato all’alba scattano le manette. Martino Bruno, ai carabinieri che lo prelevano dalla sua abitazione, dice di non avere fatto niente se non rivendicare le proprie spettanze. E lo ha ripetuto questa mattina al giudice Simona Panzera. Che dovrà disporre la verifica degli elementi nuovi forniti dall’indagato, vale a dire se lo stesso ha realmente lavorato per Santoro; e se lo ha fatto, per quante giornate, a quanto ammonta il compenso e se è stato già saldato.

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