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Cronaca

Isole ecologiche interrate: un milione di euro buttati al vento dal Comune

E' possibile che il comune di Brindisi, e per esso i cittadini, stiano pagando due, o forse più volte, un servizio peraltro mai assicurato? Il dubbio riviene dalla gestione del contratto stipulato fra l'amministrazione comunale di Brindisi e l'Ecologica pugliese

BRINDISI - E' possibile che il comune di Brindisi, e per esso i cittadini,  stiano pagando due, o forse più volte, un servizio peraltro mai assicurato? Il dubbio riviene dalla gestione del contratto stipulato fra l'amministrazione comunale di Brindisi e  l'Ecologica  pugliese relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e servizi accessori, nell'ambito del quale è stato inserita quella che impropriamente è stata definita la “riattivazione” delle  otto isole ecologiche automatiche interrate esistenti in città, considerato che non sono mai entrate in funzione, nemmeno per un secondo.

Uno spreco intollerabile di quasi un milione di euro di risorse pubbliche, fra costi di realizzazione ed interventi di riparazione e sostituzioni 20160327_133245-2di materiali trafugati, abbandonate al degrado da oltre 12 anni. Da quando furono completate e collaudate nel 2004.  Isole che nelle intenzioni dichiarate dovevano incentivare la raccolta differenziata, migliorare l'arredo urbano, liberare la città da migliaia di cassonetti, dare ai cittadini la libertà di conferire quei rifiuti a qualsiasi ora, ma anche ridurre i costi di esercizio e quindi la tassa sui rifiuti  pagata dai cittadini.

L'impegno contrattuale, inserito all'articolo 79 del capitolato speciale di appalto, entrato in vigore il 17 novembre 2014, prevedeva che l'appaltatore, ossia l'ecologica pugliese, doveva ripristinarle e metterle in esercizio, entro 60 giorni dall'affidamento del servizio, rendendole funzionali alla raccolta di un'unica o di più tipologie di rifiuto.

Il costo stimato di quella riattivazione, valutato in 150.000 euro, è stato compreso nel piano economico allegato al capitolato speciale di appalto. Lo stesso capitolato di appalto prevedeva, oltre alla possibilità per l'ecologica di proporre soluzioni alternative, mai concretizzatesi, la sanzione  irrisoria di 150 euro al giorno, per ogni giorno successivo ai primi 60 giorni  dalla data di consegna del servizio, nel caso in cui non si fosse provveduto alla manutenzione e all'avviamento all'esercizio.

E' noto a tutti che, pur essendo trascorsi oltre 500 giorni, le isole ecologiche non sono state riattivate, nell'indifferenza di chi all'interno dell'Amministrazione doveva e poteva intervenire per imporla e, paradossalmente, ha deciso di prorogare per ben due volte l'affidamento semestrale alla stessa società, pur perdurando un'inadempienza così importante, che si aggiungeva alle tante altre che i cittadini hanno avuto modo di evidenziare in diverse circostanze e nonostante i deludenti risultati della raccolta differenziata .

Solo di recente, con notevole ritardo, l'amministrazione comunale di Brindisi con determinazione  n. 7  del 17 marzo 2016, ( Reg. Gen. 712), si è finalmente decisa ad applicare la sanzione  complessiva di 61.350 euro, riferita a 409 giorni di inadempimento, conteggiate fino al 29 febbraio 2016.

Naturalmente essendo il piano economico normalmente riferito ai costi annuali ( ma potrebbe essere stato limitato alla durata semestrale corrispondente al periodo indicato nella prima ordinanza contingibile ed urgente ), l'amministrazione comunale dovrebbe aver completato il pagamento delle 150.000 euro a novembre 2015 ( ma potrebbero averlo conseguito in precedenza, sei mesi prima).

Considerato che la rata mensile  di 1.265.000 euro pagata dal comune di Brindisi  è rimasta sempre costante in tutti questi 17 mesi di affidamento del servizio, in molti ritengono  che il comune, dopo aver completato il pagamento delle 150.000, abbia  ricominciato  a pagare  per la seconda volta, il rateo riferito ai costi dello stesso servizio, non eseguito e già pagato.

E' naturale chiedersi perché l'amministrazione comunale non abbia ancora provveduto a recuperare le 150.000 euro, le ulteriori somme fin qui liquidate e le sanzioni riferite al periodo rimanente, decurtandole dal rateo mensile. Si sta aspettando forse la fine dell'affidamento, o anche dopo,  quando potrebbe risultare più difficile il recupero?

Non costituirebbe comunque una novità, tanto a ripianare e a pagare  ci penseranno, come al solito, i cittadini con le bollette. Credo che l'amministrazione comunale abbia il dovere e la responsabilità di intervenire , per chiarire la vicenda e i conti, informando i cittadini, eliminando dubbi e perplessità. Non credo che si debba fare sempre affidamento in un intervento  esterno, per sperare  nel corretto uso delle risorse pubbliche, al riparo di sprechi e di inefficienze.

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