"L'Asi non vuole rendere noti incarichi e consulenze esterne". Left preme
Nei giorni scorsi l'associazione Left Brindisi ha cercato di ottenere dal Consorzio Asi di Brindisi la pubblicazione degli elenchi, con relativi importi, degli incarichi e delle consulenze esterne. L'Asi ha risposto di non essere tenuto a tale obbligo
BRINDISI - Nei giorni scorsi l'associazione Left Brindisi ha cercato di ottenere dal Consorzio Asi di Brindisi la pubblicazione degli elenchi, con relativi importi, degli incarichi e delle consulenze esterne. L'Asi ha risposto di non essere tenuto a tale obbligo (anche lo hanno già fatto i consorzi delle altre province pugliesi, creando sui siti web appositi link che ora sono in fase di aggiornamento), non rientrando tra i soggetti previsti dalla normativa in materia, allegando il parere di un docente universitario.
Left tuttavia torna alla carica, e si rivolge alla giunta regionale e al presidente del consiglio regionale, stante che i Consorzi Asi sono sottoposti al potere di vigilanza e ratifica della Regione Puglia. Al Consorzio Asi di Brindisi, nel frattempo, si chiede nuovamente di pubblicare i dati di consulenze e incarichi, in caso contrario Left tra 15 giorni assumerà ulteriori iniziative. Di seguito, la lettera di Left al nostro giornale, e quella inviata all'Asi dopo il primo rifiuto di pubblicazione dei dati.
La lettera di Left al nostro giornale
Esimio direttore, nei giorni scorsi abbiamo inviato all’Area di Sviluppo industriale di Brindisi la richiesta di pubblicare sul sito web del Consorzio, fra l’altro, gli elenchi e le relative informazioni, compenso compreso, degli incarichi e delle consulenze assegnate in questi anni, come dispone la legge sulla trasparenza emanata con Dlgs33/2013.
Una legge che ha imposto l’obbligo a diversi enti e soggetti di diritto privato di pubblicare sul sito una lunga serie di dati, informazioni e documenti. Lo scopo del legislatore è quello consentire ai cittadini un più incisivo controllo sull’andamento della loro attività e sul corretto uso delle risorse, come mezzo di contrasto agli sprechi ed alle inefficienze.
Il direttore dell’AsiI, ci ha informato che, a loro giudizio, il consorzio non è “ ricompreso nella previsione attuale dell’art.11 del decreto legislativo n.33/2013”. A sostegno della sua tesi ci ha fornito il parere del prof. Sandro Amorosino, Professore ordinario di diritto Pubblico dell’Economia dell’Università la Sapienza di Roma.
In allegato, le invio, la risposta che con i soci dell’Associazione Left abbiamo articolato a sostegno del nostro diverso convincimento. Nella stessa abbiamo preannunciato, che avremmo informato della vicenda e chiesto un parere al presidente della giunta regionale, all'assessore regionale allo Sviluppo economico, al presidente del consiglio della Regione Puglia e al Ministero, nel caso in cui, per i prossimi 15 giorni, si persistesse nella decisione di non pubblicare sul sito del consorzio i dati e le informazioni previste dal Dlgs 33/2013. (Vincenzo Albano - Left Brindisi)
La risposta inviata da Left Brindisi al direttore generale del Consorzio Asi, Giuseppe De Pace
Desidero preliminarmente ringraziarla anche a nome dell’associazione Left, per averci dato modo di poter conoscere il parere del prof. Amorosino, che ci ha permesso di approfondire il tema della trasparenza. Un parere di notevole spessore, magnificamente argomentato, che purtroppo non riusciamo a condividere. Dobbiamo confessarle, che non avendo grande disponibilità di risorse economiche, non abbiamo potuto far ricorso ad una consulenza dello stesso livello, che forse, come spesso accade, avrebbe argomentato la materia e gli obblighi di trasparenza, nel caso di specie, in maniera completamente opposta. A favore della nostra tesi.
Per questo ci siamo dovuti adattare, utilizzando la normativa esistente e i chiarimenti pubblici emanati con circolare n.1/2014, dal Dipartimento della Funzione pubblica, che hanno delineato l’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione dell’obbligo di trasparenza e di pubblicazione, come stabiliti dalla legge 190/2012 e dal Dlgs 33/2013. Verosimilmente alla stessa fonte, ma non potremmo giurarlo, hanno fatto ricorso i consorzi Asi di Bari, Lecce e Taranto, che hanno creato sul loro sito web la prevista sezione “amministrazione trasparente”, in via di aggiornamento e completamento.
Serve rammentare, ai fini dell’applicazione della normativa sulla trasparenza, che i consorzi sono enti pubblici economici sui quali la giunta regionale esercita il controllo sulle materie indicate dalla legge regionale, che può anche deliberare lo scioglimento degli organi del consorzio con la nomina del commissario, che si sostituisce, con pienezza di poteri, agli organi disciolti.
Naturalmente spetta a voi decidere in piena autonomia. A noi non rimane altro che informare della circostanza e chiedere lumi al presidente della giunta, all'assessore regionale allo sviluppo economico, al presidente del consiglio della Regione Puglia e al Ministero, nel caso in cui, per i prossimi 15 giorni, si persistesse nella decisione di non pubblicare sul sito del consorzio i dati e le informazioni previste dal Dlgs 33/2013.
La circostanza risulta utile anche per affrontare il tema del superamento dell’attuale gestione dei territori industriali, che oltre a risultare inattuale, risente pesantemente della mancanza di una delega diretta da parte dei cittadini, restituendo ai Comuni, ai loro rappresentanti, il compito e la responsabilità della pianificazione e programmazione totale del proprio territorio. Come è normale che sia.
Giova infine rammentare, ma crediamo che lei ne abbia piena consapevolezza, che come indicato dall’art. 15 del Dlgs 33/2013, in caso di omessa pubblicazione di quanto previsto al comma 2 dello stesso articolo, relativo alle consulenze e collaborazioni, il pagamento del corrispettivo determina la responsabilità del dirigente che l'ha disposto, accertata all'esito del procedimento disciplinare e comporta il pagamento di una sanzione pari alla somma corrisposta, fatto salvo il risarcimento del danno del destinatario ove ricorrano le condizioni di cui all'articolo 30 del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104.