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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

“L’ex sindaco Consales minacciato di morte”: processo per un disoccupato

Alessandro D’Errico, 39 anni, ammesso al rito abbreviato. E’ accusato anche di estorsione, per richiesta di un lavoro, ai danno dell’ex primo cittadino che non si costituisce parte civile. In una occasione si presentò armato di pistola. E’ stato già condannato a due anni per di stalking ai danni di Consales dopo l’incendio dell’auto

BRINDISI – Estorsione e minacce anche di morte, con l’uso di una pistola, ai danni dell’ex sindaco di Brindisi, Mimmo Consales: le accuse hanno portato al rinvio al giudizio di Alessandro D’Errico, 39 anni, di Brindisi, già condannato a due anni di reclusione per stalking nei confronti del vecchio primo cittadino dopo l’incendio dell’auto.

mauro durante-2D’Errico è stato ammesso al rito abbreviato questa mattina, così come richiesto dal suo avvocato difensore, Mauro Durante, lo stesso che lo ha assistito nel primo procedimento penale scaturito dal rogo di origine dolosa che la notte del 3 novembre 2013 distrusse l’auto di Consales, la Ford Kuga finita poi al centro del processo in cui l’ex sindaco è imputato per truffa e abuso d’ufficio, oltre che di concussione per le vicende dell’affidamento dei servizi di call center e rassegna stampa alla sua vecchia società, la News, e per il pagamento in contanti di rate del debito di Equitalia.

Il brindisino anche questa volta sarà giudicato “allo stato degli atti”. Il penalista ha scelto il rito alternativo al dibattimento, strada processuale che permette di ottenere la riduzione di un terzo della pena, in caso di condanna. Stando al capo di imputazione formulato dal pubblico ministero Francesco Carluccio, D’Errico si sarebbe “presentato davanti a Consales armato di pistola con la minaccia implicita di usare l’arma per ottenere un posto di lavoro”. In un’altra occasione, nei pressi di Palazzo Nervegna dove c’era l’ufficio dell’ex sindaco di Brindisi, “reiterava la stessa chiesta e minacciava (l’allora) primo cittadino dicendogli che lo avrebbe ammazzato e che aveva sbagliato a non farlo prima”.

Nell’impostazione dell’accusa, in tal modo l’imputato “cercava di influire sull’operato del pubblico ufficiale per costringerlo a procurargli un posto di lavoro e compiva atti idonei, diretti in modo non equivoco all’ottenimento di un ingiusto profitto patrimoniale”. D’Errico non sarebbe riuscito nel suo intento “per cause indipendenti dalla sua volontà”. Fatti che sarebbero accaduti a Brindisi “in data anteriore al 4 novembre 2014, quando Mimmo Consales era sindaco pro tempore del capoluogo.

Fonti di prova sono le notizie di reato trasmesse dai carabinieri e dalla Digos, nonché le dichiarazioni rese all’epoca da Consales, che per il pm è parte offesa, ma non si è costituito oggi in udienza. D’Errico in occasione del primo processo confermò di aver aiutato l’ormai ex sindaco nella campagna elettorale del 2012 e di aver ottenuto la promessa di un posto di lavoro che poi non fu mantenuta.

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