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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

L’ex veggente: “Brindisi sarà distrutta, spazzata via dalle acque”

Sveva Cardinale al telefono con la coppia che vuole adottarla: “Siamo trattati come i peggiori criminali”. Messaggi su Whatsapp agli adepti: “Dobbiamo essere uniti, se non stai con noi ci butti nel fuoco

BRINDISI – “Siamo trattati come i peggiori criminali. Brindisi sarà spazzata via: è stata sette volte coperta dalle acque, manca l’ottava. Questa volta non si rialza più”.

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Le intercettazioni

Ci sono anche stralci di conversazioni telefoniche nell’inchiesta che ha portato in carcere Paola Catanzaro, già Paolo, alias Sveva Cardinale, con l’accusa di essere stata a capo di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, per essersi presentata come veggente, il mistico che entrava in contatto con la Madonna, considerato ideatore del progetto delle croci. Un raggiro autentico finalizzato a incassare somme di denaro ingenti da più persone, sempre in contanti. Per almeno quattro milioni di euro.

Le intercettazioni rappresentano gravi indizi di colpevolezza al pari degli accertamenti bancari condotti dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, avviati dopo la denuncia di un imprenditore residente in provincia di Bari, operante nel settore dei trasporti. Sono state autorizzate contestualmente alla perquisizione nell’abitazione dell’indagata. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Giuseppe Biondi, ha riportato alcuni stralci delle conversazioni intercettate tra Catanzaro e la coppia di coniugi del Veneto che, tramite notaio, ha dichiarato di volerla adottare dopo averle intestato un villino ad Asiago, del valore di 300mila euro, acquistato con mutuo.

Il 22 giugno 2017, alle 20.43 “Paola Catanzaro ragguagliava i coniugi” dell’azione che il professionista barese “stava conducendo contro di lei e le persone a lei riconducibili” e invitava la coppia a restare uniti. “Dovrò credere in te e dovremo aiutarci a vicenda”, ha detto all’uomo che con la moglie è titolare di una società. E lui: “E sì, questa è la forza della famiglia”. La moglie “interveniva nel corso della conversazione e dimostrava di avere fiducia incondizionata sulle assertite capacità soprannaturali dell’interlocutrice”. Poi l’anatema sulla città di Brindisi.

“Sarà distrutta. Spazzata via. E’ stata sette volte coperta dalle acque”. La donna chiede: “Davvero?” Paola Catanzaro risponde: “Sette volte. Manca l’ottava e ma questa è la volta buona che rimase sotto e non si rialza più”. Successivamente le due parlano di “quell’altro che sta un Puglia”. La donna domanda: “Lo salveremo?”. Risposta: “Certo”.

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I messaggi su Whatsapp

Quando poi Paola Catanzaro è volata negli Stati Uniti, una delle indagate in questo troncone d’inchiesta, Anna Picoco, rimasta a piede libero, avrebbe fatto delle ammissioni fino ad assumere la decisione di denunciare tutto. Nella querela si legge anche che “dagli Usa inviava le sue minacce e che costituiva un gruppo Whatsapp chiuso denominato Noi, nel quale diffondeva un messaggio in cui manifestava tutta la sua preoccupazione. Il testo era il seguente: “Ragazzi, ho creato questo gruppo perché ora più che mai dobbiamo essere uniti e non possiamo permetterci di metterci l’uno contro l’altro, poiché altrimenti ne pagheremo tutti gravi conseguenze”.

Picoco sostiene, inoltre, si essere stata contattata al telefono e di essere stata definita da Paola Catanzaro “angelo ribelle”. “Se non stai con noi, tu ci butti nel fuoco”, le avrebbe urlato sempre al telefono.

Le ammissioni di altri indagati

Ulteriori riscontri vengono, stando a quanto è scritto nel provvedimento di arresto, “dalle dichiarazioni di arresto rese da Anna Casciaro e Stefania Casciaro”, due sorelle indagate e rimaste a piede libero. Pur negando di essere a conoscenza del progetto delle croci e di aver mai riscosso denaro, “sostanzialmente confermavano il tenore di vita alto di cui beneficiavano Paola Catanzaro e il marito Francesco Rizzo (finito ai domiciliari, ndr) tanto da potersi permettere costose vacanze all’estero, cui partecipavano ulteriori membri del gruppo più vicini a Catanzaro, ovvero regali di vestiti e gioielli”.

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