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Cronaca Oria

L'incidente mortale non avvenne per colpa sua: assolto un automobilista

Non fu lui a causare l’incidente mortale. Si è concluso con un’assoluzione con formula piena (perché il fatto non sussiste) il processo a carico del 33enne Michele Barbato, di San Marzano di San Giuseppe (Taranto), difeso dall’avvocato Giacomo Serio

FRANCAVILLA FONTANA – Non fu lui a causare l’incidente mortale. Si è concluso con un’assoluzione con formula piena (perché il fatto non sussiste) il processo a carico del 33enne Michele Barbato, di San Marzano di San Giuseppe (Taranto), difeso dall’avvocato Giacomo Serio. L’uomo era stato rinviato a giudizio per omicidio colposo, poiché secondo l’accusa invase la corsia, provocando un tragico scontro frontale.  

I fatti risalgono al 2 dicembre del 2008. Barbato stava percorrendo la strada provinciale che collega Oria a Francavilla alla guida di una Fiat Punto. Nei pressi di contrada Ponente, avvenne la terribile collisione con una Seat Marbella condotta da una donna di Oria, a bordo della quale si trovava anche il 66enne L.S., marito della conducente. Il pensionato riportò gravissime ferite. Successivamente morì presso l’ospedale San Nicola Pellegrino di Trani (Bari).

Barbato, secondo la teoria accusatoria sostenuta dal pm Milto Stefano De Nozza, agì con “imprudenza, negligenza ed imperizia nell’affrontare una curva a raggio stretto che raccorda due tratti di strada stretta e tortuosa, occupando la zona centrale della carreggiata”. 

Ma nel corso del processo, l’avvocato Serio ha  dimostrato che l’impatto è avvenuto nella corsia tenuta dall’imputato e quindi fu la conducente della Marbella ad invaderla. Lo stesso pm, preso atto che le perizie del Ctu nominato dal tribunale portavano alle medesime conclusioni di quelle del consulente dell’imputato, sconfessando quindi il perito nominato dalla Procura, ha chiesto l’assoluzione del 33enne. 

La moglie e il figlio del defunto si costituirono parte civile, salvo poi ritirarsi ad una delle prime udienze del processo. 

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