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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Una casa della Caritas per famiglie di immigrati nel cuore di Brindisi

La Curia risponde all'esortazione del 6 settembre di papa Francesco. La ristrutturazione realizzata con i fondi dell'8 per mille e con una donazione privata. La struttura potrà ospitare quindici persone

BRINDISI – Una casa di accoglienza per almeno tre o quattro famiglie di immigrati, quindici persone in tutto, nel cuore di Brindisi. In questo modo la Curia applicherà l’invito di papa Francesco, lanciato il 6 settembre scorso, ad “esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”. Domani, mercoledì 30 dicembre alle ore 18., l’arcivescovo di Brindisi e Ostuni mons. Domenico Caliandro inaugurerà la Casa di Accoglienza “Angelo Narracci” presso la sede della  Caritas Diocesana, in via Conserva 39.

“La casa è pensata – spiega il direttore della Caritas brindisina, don Pietro Demita - per l’accoglienza di famiglie di richiedenti asilo, ponendosi come alternativa alle strutture di prima accoglienza per soli uomini presenti sul territorio. Conosciamo, seppur sommariamente, le condizioni disumane con cui vengono affrontati i viaggi della speranza: la casa rappresenterebbe un primo luogo di fraternità dopo giorni di dolore”.

La ristrutturazione “è potuta avvenire grazie ai fondi Cei dell’otto per mille e ad una donazione privata”. Come già detto, potranno essere ospitate quindici persone “avendo risistemato il piano secondo della sede diocesana, in passato convento per le Suore Francescane presenti fino al 1999. Negli stessi ambienti in passato sono stati accolti i  parenti dei detenuti presso il carcere giudiziario o di degenti presso l’Ospedale “A. Perrino”. E’ stata realizzata anche l’accoglienza per delle donne vittime di tratta”, spiega sempre don Demita in un comunicato.

“E’ il primo segno realizzato dalla Diocesi di Brindisi – Ostuni in quest’Anno Giubilare , durante il quale papa Francesco ci esorta a dare concretezza anche attraverso le opere di misericordia corporale alla vita cristiana. Le traversate del mare che ancora continuano silenziosamente a mietere vittime, il cammino attraverso i deserti geografici e morali, la fuga dalla propria terra e dai propri affetti per cercare possibilità di vita altrove interpellano ancora oggi ogni uomo e ciascuna donna, indipendentemente dal proprio credo religioso”.

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