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Cronaca

Xylella: Torchiarolo tutta zona infetta. Estese anche le zone a infestazione limitata

Brutte notizie dai dati del monitoraggio anti Xylella in corso nelle campagne della provincia di Brindisi: i risultati hanno reso necessario un aggiornamento dei confini sia della “zona cuscinetto” che della “zona sorveglianza”, e oggi è stata resa nota la determinazione del dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Puglia

Brutte notizie dai dati del monitoraggio anti Xylella in corso nelle campagne della provincia di Brindisi: i risultati hanno reso necessario un aggiornamento dei confini sia della “zona cuscinetto” che della “zona sorveglianza”, e oggi è stata resa nota la determinazione del dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Puglia, la numero 571 del 5 novembre, che dichiara interamente infetto il territorio del Comune di Torchiarolo, al pari della provincia di Lecce, e modifica in estensione le zone considerate focolai puntiformi dell’infestazione nei territori di Cellino, Brindisi, e San Pietro (vedi cartina e tabelle in foto).

La nuova delimitazione delle fasce infestate dalla Xylella-2

Sia nei focolai puntiformi che nell’agro di Torchiarolo, andrà applicata sempre la misura prevista dal comma due dell’articolo 8 del decreto ministeriale del 19 giugno 2015*, contro cui sono insorti e si battono i movimenti del Comuni di Torchiarolo, Cellino San Marco e San Pietro Vernotico. Sarà una strage di piante giovani e di piante secolari. Ma ciò che la politica continua a non comprendere trincerandosi dietro le direttive comunitarie e i decreti, è che ciò comporterà uno stravolgimento non solo del panorama agrario delle aree colpite, ma con esso la cancellazione irreparabile del connotato principale paesaggistico e turistico, con gravi ripercussioni sull’economia, ma anche sulle sensibilità e legami affettivi di intere comunità.

*(2. Il Servizio fitosanitario regionale competente, entro un  raggio di 100 m  attorno  alle  piante  che  sono  state  esaminate  e  sono risultate infette dall'organismo specificato dispone e  controlla  la rimozione immediata di:  a) piante ospiti, indipendentemente dal loro stato di salute;  b) piante infette dall'organismo specificato; c) piante  che  presentano  sintomi  indicativi  della  possibile infezione da parte di tale organismo o  sospettate di  essere  infette da tale organismo).

Lo potrebbero spiegare molto bene anche gli psicologi, l’impatto di ciò che accadrà, e non solo gli agronomi, ai politici salentini e pugliesi, persi ancora nell’assurda disputa sull’approdo di un gasdotto che non sarà ne più e nemmeno diverso da quello della Snam che tanti anni fa ha portato il metano nelle case da Foggia a Leuca, e del tutto assenti dai luoghi dove i cittadini combattono e reclamano risposte, e quello che una volta si chiamava orientamento sulle cose da fare, sugli obiettivi possibili, su ciò che si può organizzare per non lasciare tutto solo alla logica delle ruspe e dei falò.

Questo grande vuoto politico, che non può essere colmato solo dai sindaci dei Comuni della fascia cuscinetto o della fascia di sorveglianza, si avverte anche quando la protesta produce atti estremi come i blocchi sulla superstrada o alla stazione ferroviaria di San Pietro, lasciati morire come fuochi di paglia ma fonte di frattura tra i manifestanti e migliaia di viaggiatori e pendolari, e di divisioni nel movimento che invece, con i presidi nelle campagne si stava conquistando la comprensione dei cittadini italiani.

Ciò va detto anche a quegli esponenti di formazioni varie giunte dalla provincia di Lecce per tentare di assumere ruoli di primo piano nei movimenti dei comuni della fascia sud del brindisino, che ieri sera a Torchiarolo  hanno attaccato personalmente la nostra collega che segue sul campo (e non a distanza come tanti altri) tutto ciò che avviene e raccontando negli articoli la rabbia e le speranze delle persone che difendono gli ulivi. L’hanno offesa accusandola di non saper fare il suo mestiere, e l’hanno minacciata di borghesissime azioni legali solo perché nelle foto delle manifestazioni ci sono i loro volti, invitandola a “cambiare registro” perché BrindisiReport.it “sta spaccando in due il movimento”. Chissà qual è la parte che ha ragione, delle due.

La stampa però non è al servizio di questi signori e delle loro tesi. Può persino ospitarle, ma non necessariamente sposarle. Forse non si doveva mostrare e raccontare ciò che è accaduto alla stazione di S. Pietro Vernotico l’altra sera? Anche le accuse a noi da parte di elementi che non rappresentano certo l’intero movimento mettono bene in chiaro quale possa essere il rischio della deriva della protesta, se si permetteranno altre azioni che producono e produrranno solo denunce  e processi, ma nessun vantaggio. Il movimento oggi ha bisogno di agganciare la politica e trascinarla sui luoghi dove si stanno eradicando e bruciando gli ulivi. Questa non è la California dove la Xylella è ormai endemica e dove si è combattuta con lo svellimento delle piantagioni colpite. Ma quelli erano vigneti e frutteti, piante che rinascono nel giro di pochi anni, non ulivi secolari, non un paesaggio, una storia, una cultura.

La Xylella va fermata, ma bisogna discutere contemporaneamente di cosa potrà essere “dopo” il territorio colpito, cosa devono fare la Regione Puglia, il governo nazionale e l’Unione Europa. Questa è una calamità, una parola che ancora non è stata scritta negli atti ufficiali, nei decreti e nelle determine.

Le particelle incluse nel piano di abbattimento e sorveglianza-2

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