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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il marò Girone tornerà in Italia: l'India si mostra sollecita

Il sottufficiale della Brigata Marina San Marco, di stanza a Brindisi, Salvatore Girone potrà fin dai prossimi giorni tornare in Italia. La Farnesina, si legge in un comunicato, accoglie con soddisfazione la decisione odierna della Corte Suprema indiana

Il sottufficiale della Brigata Marina San Marco, di stanza a Brindisi, Salvatore Girone potrà fin dai prossimi giorni tornare in Italia. La Farnesina, si legge in un comunicato, accoglie con soddisfazione la decisione odierna della Corte Suprema indiana che ha dato urgente attuazione a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale de L’Aja il 29 aprile scorso, come richiesto nei giorni scorsi dall’Italia.

In linea con quanto stabilito dal Tribunale de L’Aja, Italia e India hanno cooperato nelle ultime settimane per definire le condizioni e le modalità del rientro e della permanenza nel nostro Paese di Girone , in pendenza della procedura arbitrale sul caso della petroliera Enrica Lexie. Il governo, nell'attesa di accogliere Salvatore Girone, rinnova l'impegno a conformarsi alle condizioni e modalità stabilite dalla Corte Suprema indiana.

La decisione odierna è un risultato importante che riconosce l’impegno intrapreso dal Governo italiano con il ricorso all’arbitrato internazionale per fare valere le ragioni dei due Fucilieri di Marina, si precisa. Con lo stesso impegno l'Italia si presenterà ai prossimi passaggi previsti dal procedimento arbitrale. Per il rientro in Italia è questione di ore o al massimo di qualche giorno. A quanto si apprende, il fuciliere di Marina sarà riportato in Italia dal generale Carmine Masiello, consigliere militare di palazzo Chigi, e l'ambasciatore in India Lorenzo Angeloni.

Il premier Matteo Renzi ja commentato la svolta con questo tweet: "Confermiamo la nostra amicizia per l'India, il suo popolo, il suo governo. E diamo il bentornato al marò Girone che sarà con noi il 2 giugno". Massimiliano Latorre e Salvatore Girone furono consegnati - con una procedura su cui le polemiche non si sono mai sopite e le responsabilità mai ben evidenziate ufficialmente - alla giustizia indiana il 19 febbraio 2012 con l'accusa di aver ucciso due membri dell'equipaggio di un peschereccio che sarebbero stati scambiati per due pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India.

Girone faceva parte del nucleo di protezione della fanteria di marina, imbarcato sulla petroliera nazionale Enrica Lexie, comandato da Massimiliano  Latorre, poi colpito nel settembre del 2014 da un ictus in India, ha avuto il permesso di tornare in Italia per curarsi e si trova attualmente nel nostro Paese. E' stato invece finora trattenuto in India Girone, l'altro fuciliere coinvolto nella vicenda. L'Italia ha sempre sostenuto che la Lexie era estranea all'incidente, perlatro avvenuto in acque internazionali, nè l'India ha dimostrato sino a questo momento il contrario.

I due marò italiani del San Marco, come già detto, erano impegnati in una missione di protezione della petroliera italiana Enrica Lexie, in acque a rischio di pirateria. Dopo l'uccisione dei due pescatori indiani e il ritorno in porto a Kollum della Lexie, i due marò furono fermati e qualche giorno dopo il tribunale del Kerala dispone il loro trasferimento nel carcere ordinario di Trivandrum. Neuscirono solo il 30 maggio quando l'Alta Corte del Kerala concesse ai due fucilieri la libertà su cauzione di dieci milioni di rupie (143.000 euro) stabilendo l'obbligo di firma quotidiano che impediva loro di allontanarsi dalla zona di competenza del commissariato locale. Ai due fucilieri viene anche ritirato il passaporto.

Solo a dicembre del 2012, qualche giorno prima di Natale, il governo italiano riescì a ottenere dall'Alta Corte del Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani che consentì loro di trascorrere le festività in Italia con l'obbligo di tornare in India alla scadenza del permesso. Rientrarono a casa il 22 dicembre e furono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo. Il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornarono in India, per poi rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio, quando ai due fucilieri venne dato un permesso di 4 settimane in occasione delle elezioni politiche.

La posizione del governo italiano era, inizialmente, quella di non rimandare i due fucilieri in India ma la Presidenza del Consiglio dei Ministri annunciò successivamente che i fucilieri sarebbero tornati nel Paese asiatico. L'allora ministro degli Esteri Giulio Terzi comunicò al Parlamento in conseguenza di tale determinazione le proprie dimissioni irrevocabili in polemica con la decisione del governo. Il 16 dicembre del 2014 arrivò il no della Corte Suprema indiana alle istanze presentate dai marò, anche per quanto riguarda il possibile rientro in Italia di Girone.

Dopo mesi di schermaglie politiche e diplomatiche, il governo italiano decise, il 26 giugno dello scorso anno, di fare ricorso all'arbitrato internazionale nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. In attesa del pronunciamento definitivo, che potrebbe giungere anche tra un paio di anni, i giudici dell'Aja hanno stabilito che i due marò possono attendere il verdetto sulla competenza a giudicare (rivendicata sia dall'Italia che dall'India) nel proprio Paese ma con le garanzie richieste dalla magistratura di Delhi.

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