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Cronaca

La banda delle tute bianche assalta un'altra gioielleria: utilizzati chiodi a tre punte

Hanno disseminato le vie d'accesso di chiodi a tre punte e oscurato le telecamere con uno spray nero. Sono veri e propri professionisti del crimine i malfattori che intorno alle ore 3,30 della scorsa notte (fra il 6 e il 7 aprile) hanno assaltato la gioielleria Ricci

MESAGNE – Hanno sbarrato le vie d’accesso di chiodi a tre punte e oscurato le telecamere con uno spray nero. Sono veri e propri professionisti del crimine i malfattori che intorno alle ore 3,30 della scorsa notte (fra il 6 e il 7 aprile) hanno assaltato la gioielleria Ricci situata in via Gualtiero D’Ocra, nel centro di Mesagne. Sul posto, per i rilievi del caso, si sono recati i poliziotti del locale commissariato al comando del vicequestore Rosalba Cotardo.

Le forze dell’ordine sono riuscite a ricostruire la dinamica del raid grazie alle immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza di cui è dotata la gioielleria, prima che gli obiettivi venissero oscurati. Da quanto appreso, ad entrare in azione sono state almeno cinque persone che si trovavano a bordo di una Bmw di colore scuro. Un paio di queste erano coperte dalla testa ai piedi da una tuta da lavoro di colore bianca. Gli altri complici erano incappucciati. Almeno due di loro indossavano dei jeans.

Muniti di fiamma ossidrica, sono riusciti ad aprirsi un paio di piccoli varchi alla base della saracinesca, hanno sollevato la stessa e con un’ascia hanno rotto la vetrina. Un bandito poi ha infilato la mano nel buco, prendendo una parte dei preziosi in esposizione. Contemporaneamente, qualcun altro aveva indirizzato il getto di spray nero verso le telecamere. L'allarme, nel frattempo, era stato neutralizzato. 

Tutto questo è durato non più di 6-7 minuti. I ladri sono stati davvero fortunati perché in quei frangenti neanche una'auto è passata davanti Spaccata alla gioielleria Ricci di MEsagne 2-2-3alla gioielleria. E non può non destare stupore il fatto che nonostante l’attività commerciale fosse circondata da palazzine, nessuno, ma proprio nessuno dei residenti pare si sia accorto di nulla.

I rilievi effettuati dai poliziotti del commissariato sono andati avanti fino alle 10 inoltrate. Gli investigatori sono stati in contatto con i colleghi della Squadra mobile di Brindisi al comando del vicequestore Alberto Somma, poiché è fondato il sospetto che ad agire sia stata la stessa banda che la notte fra il 29 e il 30 marzo svaligiò la gioielleria “Renna Petrera” situata in via Numa Pompilio, al rione commenda del capoluogo.

Il modus operandi è identico.  Anche in quel caso i malviventi tagliarono la saracinesca (con una cesoia), si aprirono un varco nella vetrina e trafugarono una parte dei gioielli in esposizione. E poi c’è un ulteriore tassello da non sottovalutare: anche in quella occasione, i banditi indossavano una tuta da lavoro bianca. Difficile che possa trattarsi di una semplice coincidenza. Il collegamento fra i due episodi sembra palese. 

Sulla base degli elementi fin qui raccolti, si ipotizza i entrambi i colpi siano maturati in ambienti della malavita locale. Di certo non si trratta di sprovveduti. 

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