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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La barca da sogno del premier del Qatar in banchina a Brindisi

BRINDISI – “Ce l’hanno la concessione edilizia?”, scherzava stamani un poliziotto della Digos al cospetto di “Al Mirqab”, 133 metri e 9500 tonnellate di stazza lorda del massimo del lusso che la legge coranica concede alle famiglie reali del Golfo. Il superyacht arrivato ieri sera a Brindisi e in partenza domani mattina alle 7, dopo aver scaricato gran parte dei 12 passeggeri e un fiume di bagagli, è quello del primo ministro e ministro degli esteri del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassem bin Jaber Al Thani, cugino di sua altezza l’Emiro, Hamad bin Khalifa Al Thani. Telecamere e giornalisti attirati come mosche dal miele, ma sapere con precisione chi c’era e chi è rimasto a bordo non è possibile.

BRINDISI – “Ce l’hanno la concessione edilizia?”, scherzava stamani un poliziotto della Digos al cospetto di “Al Mirqab”, 133 metri e 9500 tonnellate di stazza lorda del massimo del lusso che la legge coranica concede alle famiglie reali del Golfo. Il superyacht arrivato ieri sera a Brindisi e in partenza domani mattina alle 7, dopo aver scaricato gran parte dei 12 passeggeri e un fiume di bagagli, è quello del primo ministro e ministro degli esteri del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassem bin Jaber Al Thani, cugino di sua altezza l’Emiro, Hamad bin Khalifa Al Thani. Telecamere e giornalisti attirati come mosche dal miele, ma sapere con precisione chi c’era e chi è rimasto a bordo non è possibile.

Solo la tensione del personale addetto alla logistica e alla sicurezza ha lasciato intendere che su “Al Mirqab” ci fosse proprio il capo, il primo ministro. Ogni spiraglio è stato chiuso dai passaporti diplomatici che consentono di non consegnare la lista dei passeggeri. Si sa solo che erano 12, e 77 le unità dell’equipaggio e del seguito. Tutto è cominciato ieri quando il network del broker internazionale Jlt a Brindisi, di cui è agente in Puglia l’attuale assessore comunale Teo Titi, ha ricevuto da Corfù la chiamata dal comandante dello yacht con la richiesta di ormeggio a Brindisi. Informata l’autorità marittima, Titi ha dato l’ok. Poi “Al Mirqab”, che ha le dimensioni di un traghetto di linea, ha messo la prua nel Canale Pigonati.

Scopo della sosta, trasferire su un altrettanto lussuoso aereo privato una decina di bambini ed adolescenti presenti a bordo con relative accompagnatrici. Secondo alcune fonti, infatti, il primo ministro sarebbe poi rimasto in barca. Per il trasferimento all’Aeroporto del Salento, il comandante e il responsabile della logistica dello sceicco e premier del Qatar hanno richiesto un Tir per caricare 430 colli di bagaglio al seguito, due Mercedes nere (la Jlt le ha procurate subito, una classe F e una Classe E), due minivan e una limousine. Ma quella disponibile, di colore bianco, non è risultata gradita ed è stata respinta. Poi lo sbarco dallo yacht. I bambini sono stati richiamati perché indossassero la giacca, le personalità salite a bordo delle Mercedes non si sa chi siano, ma tra loro non c’era lo sceicco.

La toccata di queste ore a Brindisi di un alto esponente della famiglia della “Casa di Thani” che regna in Qatar, Paese dove il voto alle donne è un diritto acquisito da tempo e dove nel 1996  Hamad bin Khalifa Al Thani  finanziò la nascita della famosa emittente Al Jazeera, non è stata la prima. Teo Titi rivela che nel 2000 il primo a sbarcare a Brindisi, e a circolare in città e in provincia protetto dal dovuto anonimato e da alcune guardie del corpo, fu proprio l’Emiro. Era l’estate del 2000, e assieme a sua altezza Hamad bin Khalifa Al Thani  c’erano la moglie e alcuni figli. Lo yacht era il famoso “Constellation”. Titi organizzò con i dovuti accorgimenti un giro ad Alberobello e Ostuni, città dove l’Emiro si fermò a mangiare in un ristorante tipico del centro storico. L’agente marittimo e attuale assessore al Turismo rivela anche che Hamad bin Khalifa Al Thani rimase talmente colpito dai resti di “Delia”, la donna del Paleolitico sepolta col bimbo che aveva in grembo, da insistere per acquistare il fossile. Cosa che naturalmente non fu possibile.

L’Emiro tornò sempre con il “Constellation” anche nel 2002, evitando le tensioni del funesto 2001 e di ciò che precedette e seguì l’attentato dell11 settembre. Ancora una volta fu Teo Titi a fare da guida all’ospite illustre in forma del tutto anonima. Solo dopo qualche anno il cugino e premier Hamad bin Jassem bin Jaber Al Thani comprerà a Londra per 100 milioni di sterline (147 milioni di euro) un attico da 6mila metri quadrati. Ma All’Emiro, racconta Titi, che assieme a lui era entrato con grande curiosità ed educazione a visitare le abitazioni dei pescatori brindisini, piacquero talmente tanto le Sciabiche che ancora una volta, d’impeto, espresse il desiderio di acquistare alcuni immobili nel vecchio rione. Queste sono cose che capitano in una città di mare, dove per secoli Occidente ed Islam si sono incrociati. E dove si deve tornare a ragionare su come riprendere traffici commerciali ma anche culturali. Respirare quest’aria fa bene prima di rituffarsi in storie di pallone e palla a spicchi, di rigassificatori e carbone, di tifosi e presidenti dimissionari. Almeno si riesce a capire che il mondo è anche un po’ diverso.

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