rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La doppia morale del nipote di "zio Michele"

ERCHIE - Avrebbe picchiato un uomo “reo” di aver molestato la nipote 16enne e lo avrebbe fatto in concorso con due parenti, per le vie di Erchie: è Cosimo Cosma, il “complice” di zio Michele, che avrebbe aiutato a fare sparire il corpo di Sarah Scazzi.

ERCHIE - Avrebbe picchiato un uomo “reo” di aver molestato la nipote 16enne e lo avrebbe fatto in concorso con due parenti, per le vie di Erchie: Cosimo Cosma, il “complice” di zio Michele, colui il quale secondo il giudizio di primo grado al termine del quale è stato condannato a sei anni per aver aiutato Misseri a buttare il cadavere di Sarah Scazzi in una cisterna, è stato ritenuto responsabile dal Tribunale di Brindisi di lesioni aggravate, in concorso con altre due persone, Agata e Cosimo Ferrara, madre e zio della presunta vittima degli abusi. Per tutti la pena decisa dal giudice monocratico è pari a un anno e quattro mesi.

I fatti per cui i tre sono stati giudicati a Brindisi risalgono al 28 aprile 2008 e sono avvenuti appunto ad Erchie dove Giuseppe Rizzo, imputato per violenza sessuale proprio in danno della 16enne, sarebbe stato aggredito e picchiato. Si è costituito parte civile nel processo per lesioni e ha ottenuto dal giudice una provvisionale di 5mila euro, a carico di ognuno dei tre imputati che potranno beneficiare della sospensione condizionale della pena solo dopo aver pagato i danni.

I fatti: il 25 aprile di cinque anni fa la ragazzina, che ora è adulta, fu importunata (in maniera grave secondo quanto sostiene l’avvocato della madre, Michele Iaia, che assiste la parte civile nel processo correlato), dall’uomo di Erchie, paese di poche anime in cui ci si conosce tutti. La vittima denunciò ai carabinieri quanto accaduto e raccontò tutto ai suoi famigliari che, presi da un moto d’ira, vollero “chiarire” con il diretto interessato, colui il quale aveva avuto atteggiamenti censurabili, vista anche l’età di colei che li aveva subiti.

Lo picchiarono e anch’egli decise di rivolgersi ai militari dell’Arma, con un referto alla mano. Due sono le inchieste sorte dai fatti verificatisi in tre giorni e altrettanti i processi. Alla sbarra per molestie (giudizio in cui l’avvocato difensore dell’imputato ha chiesto il riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere) c’è Giuseppe Rizzo, parte civile nell’altro processo, per lesioni, che si è concluso dinanzi al Tribunale di Brindisi con una sentenza che condanna i tre famigliari dell’adolescente.

Tra questi Cosma, il nipote di Michele Misseri, colui il quale lo avrebbe supportato nelle ore successive al delitto, per la soppressione del cadavere della piccola Sarah Scazzi, insieme all’altro zio, Carmine Misseri. La Corte d’Assise di Taranto non è stata indulgente con i due brindisini che avrebbero avuto un ruolo non centrale nella saga orribile di Avetrana. Se zio Michele è stato condannato a otto anni, per i due congiunti brindisini il conto è di sei, due anni in meno. Nei guai Cosma ci era finito per un’intercettazione in cui parlava lo zio Carmine: “Ha aiutato zio Michele a buttare la bambina nel pozzo”.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La doppia morale del nipote di "zio Michele"

BrindisiReport è in caricamento