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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La doppia vita del bomber di Copertino

BRINDISI - Fu la prima applicazione nota di un comando a distanza per fare esplodere un ordigno, quella della mattina del 24 febbraio 2008, quando una bomba collocata nel cestello portaoggetti di una bici scoppiò riducendo in fin di vita Cosimo Parato, 42 anni all’epoca del fatto. Per questo il pm di turno, Milto De Nozza, lo stesso dell’attentato del 19 maggio 2012 all’Istituto professionale Morvillo, decise di chiamare il Ris.

BRINDISI - Fu la prima applicazione nota di un comando a distanza per fare esplodere un ordigno, quella della mattina del 24 febbraio 2008, quando una bomba collocata nel cestello portaoggetti di una bici scoppiò riducendo in fin di vita Cosimo Parato, 42 anni all’epoca del fatto. Per questo il pm di turno, Milto De Nozza, lo stesso dell’attentato del 19 maggio 2012 all’Istituto professionale Morvillo, decise di chiamare il Ris.

Due attentati, stessa mano - Alcuni frammenti sembravano quelli di un congegno elettronico. Ed oggi ci sono pochi dubbi sul fatto che si tratti dello stesso materiale usato per fare deflagrare carica esplosiva e bombole di gas vuote mentre arrivavano le studentesse della linea S.Pancrazio Salentino – Mesagne – Brindisi. La bici-bomba era appoggiata al muro in un uno spazio condominiale recintato a Torre Santa Susanna. Cosimo Parato era sceso in strada attorno alle 9,15 e si era diretto subito verso la propria auto. L’esplosione avvenne mentre Parato transitava a piedi davanti al punto dove la bici era poggiata al muro, fu investito sia dai pezzi del telaio che dall’onda d’urto.

Emorragia violenta, fuoriuscita di visceri. Lunghe ore di intervento, al Perrino di Brindisi per stabilizzare il paziente, prognosi riservatissima. Di Cosimo Parato si diceva che  trafficasse con il carburante agricolo. Il suo raggio d’azione non era limitato alla provincia di Brindisi. Ma si era andato a scontrare con la persona sbagliata, “Lu Vanni” Vantaggiato. Uno dal profilo basso, forse volutamente. Perché in realtà il commerciante di carburanti ha un carattere, hanno confermato gli investigatori, duro, pronto allo scontro. Cinico. Uno che non avrebbe mai accettato di perdere più di 300mila euro di forniture di gasolio e benzina.

Ma non solo. Altra coincidenza sospetta. Un incendio di notevoli proporzioni devastò tra il 31 luglio e l'1 agosto 2011 un garage di 600 metri quadri nello stesso condominio di via Panarese dove era esplosa la bici-bomba. Nel rogo andarono completamente distrutte tre auto delle 13 parcheggiate nel garage insieme con un furgone e due moto. I vigili del fuoco intervennero con tre squadre provenienti dal comando provinciale di Brindisi e dal distaccamento di Francavilla Fontana lavorando per quasi quattro ore dalle 22 alle due del mattino. Il palazzo fu evacuato in via precauzionale ma nessun ferito.

L’elettronica appresa in Germania – Ne sanno qualcosa gli operatori di polizia che ieri lo hanno prelevato dal deposito di Copertino e condotto in questura per l’interminabile interrogatorio durante il quale Vantaggiato è crollato. Era visibilmente dimagrito, a detta di chi aveva incontrato 20 giorni prima. Era stanco da morire perché si è addormentato durante l’attesa dell’interrogatorio. Pur freddo e calcolatore, aveva vissuto quasi tre settimane di tensione temendo di essere scoperto, come poi è avvenuto. Ma durante le formalità di rilevamento delle impronte digitali e di esecuzione delle foto segnaletiche ha mantenuto un atteggiamento ostile, di sfida.

Questo il carattere, mentre l’arte, non quella del commercio del carburante ma quella della realizzazione di detonatori elettronici e telecomandi l’ha appresa lavorando in fabbrica in Germania. Quella è stata la sua scuola di base per acquisire manualità e conoscenze con cavi e circuiti. Lunghi anni da emigrato, una moglie di Avellino, poi il rientro a Copertino. Di contatti politici, e di amicizie per entrare nel giro delle forniture di gasolio da riscaldamento agli uffici pubblici ed alle scuole, Vantaggiato probabilmente ne aveva o ne ha avuti. Sembra che sino al 2000 la Provincia di Lecce avesse affidato alla sua azienda un grosso appalto per i riscaldamenti scolastici.

In questo contesto – se la cosa è vera – si sarebbe verificato un contrasto anni fa con Angelo Rampino quando questi era il dirigente di un’altra scuola. Circostanze in fase di verifica, per capire se c’è davvero un capo opposto all’ipotesi che l’attentato del 19 maggio fosse stato progettato contro il dirigente scolastico (circostanza che quest’ultimo respinge decisamente).

L’attentatore non è un solitario – Gli investigatori tuttavia pensano che, qualunque sia il movente – da scartare quello della vendetta contro la giustizia brindisina per la truffa patita a causa di Parato, visto che il giudizio è ancora in corso, e anche perché francamente Vantaggiato sembra capace di piazzare la bomba anche davanti a un tribunale se volesse –, il benzinaio di Copertino ed ex emigrato in Germania non abbia agito da solo.

Nel corso dell’interrogatorio si dice che più volte si sia tradito usando la prima persona plurale invece che singolare. Lo si deduce anche dal fatto che nel giro di pochissime ore nella zona dell’attentato compaiono due auto che riconducono a Vantaggiato, una forse non condotta da lui.

Cosa tiene insieme questo sodalizio, i soldi o l’ideologia? Parte davvero da oggi un’altra fase delle indagini sull’attentato del 19 maggio alla Morvillo Falcone di Brindisi. Una fase meno concitata come la prima, quando bisognava identificare e catturare l’uomo del video, quello che aziona il telecomando, il killer delle studentesse. Adesso bisogna capire chi è davvero Giovanni Vantaggiato, Lu Vanni, e chi sono i suoi complici. E bisogna capire da chi, dove e quando il benzinaio di Copertino ha imparato a confezionare ordigni, e quanti ne ha fatti brillare.

Inoltre, visto che a Copertino tutti dicono che Vantaggiato era quasi invisibile, malgrado tanto di yacht ormeggiato a Porto Cesareo, non usciva, non andava sopra le righe, come mai nessuno in famiglia si è allarmato per il suo mancato rientro la notte tra il 18 e il 19 maggio? Si parla di questa telefonata tra lui e la moglie che il procuratore Cataldo Motta ha inteso confermare o smentire. Gli investigatori sono già in marcia nella vita privata di “lu Vanni” del distributore di benzina e metano, alla ricerca di una porta segreta.

Altri attentati – Adesso gli investigatori stanno rileggendo i fascicoli di altri due attentati avvenuti nel Salento. Uno è quello della notte tra giovedì 14 ed il 15 aprile in  contrada Fiascone, lungo la strada che da Soleto porta a Sogliano Cavour. Quella notte saltò in aria la casa di campagna di un uomo di 77 anni, ex commerciante di olio, Salvatore Angelo Lanzillotti, e gli attentatori utilizzarono una bombola di gpl. Ma uno di essi, Giuseppe Marzio, 43 anni di Ostuni, fu abbandonato presso il cancello dell’ospedale Perrino di Brindisi quella notte stessa, seriamente ustionato e traumatizzato. Quindi aveva un complice mai identificato, come non è stato mai chiarito il movente. Marzio fu dichiarato in arresto dopo il rinvenimento sul luogo dell’attentato di reperti che portavano a lui.

E a Copertino c’è un precedente analogo, ma bisogna andare al 7- 8 agosto sempre del 2011. Giuseppe De Paola (55 anni originario di Ostuni ex gioielliere) che riportò ustioni sul 30 per cento del corpo e il figlio Cosimo (farmacista di 31 anni) furono ricoverati l’uno presso il reparto grandi ustionati del Perrino di Brindisi e l’altro in chirurgia plastica dopo aver fatto saltare in aria l’abitazione di un operaio che avrebbe eseguito male alcuni lavori in una loro casa.

Entrambi risiedono a Copertino, entrambi si trasformarono in attentatori, ma non esperti date le conseguenze fisiche e penali (furono arrestati dai carabinieri). La villa distrutta si trovava nelle campagne tra Acquarica del Capo e Presicce, e l’attentato avvenne un’ora dopo che il proprietario, un artigiano edile, se ne era andato al mare con la famiglia. Sulle prime era stato ipotizzato lo scoppio accidentale di una bombola di gas, in realtà fu un attentato: tra le macerie i carabinieri trovarono una tanica di benzina, mentre molte suppellettili erano state scagliate fino a 200 metri di distanza dall’onda d’urto. Le ricerche negli ospedali condussero sino ai De Paola.

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