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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Fasano

"La droga uccise mio fratello. Non trafficavo col Subutex"

BRINDISI – “La morte di mio fratello, ucciso nel 2005 dall’eroina, mi sconvolse la vita. Da quel momento la mia attività di medico è stata finalizzata ad allontanare le persone dalla droga. Non avevo certo bisogno di denaro. Io e mia moglie siamo benestanti”. Ottavio Narracci, medico fasanese, si è commosso quando ha ricordato questo tragico episodio della sua vita. Lo ha ricordato nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto questa mattina nel corso del processo che lo vede imputato di peculato, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

BRINDISI – “La morte di mio fratello, ucciso nel 2005 dall’eroina, mi sconvolse la vita. Da quel momento la mia attività di medico è stata finalizzata ad allontanare le persone dalla droga. Non avevo certo bisogno di denaro. Io e mia moglie siamo benestanti”. Ottavio Narracci, medico fasanese, si è commosso quando ha ricordato questo tragico episodio della sua vita. Lo ha ricordato nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto questa mattina nel corso del processo che lo vede imputato di peculato, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Narracci fu arrestato dai carabinieri il 20 novembre del 2008, quando era direttore del Sert di Fasano. Secondo l’accusa sostenuta da Silvia Nastasia e convalidata con il provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesso dal giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, Narracci si appropriava del farmaco Subutex (serve per sopperire all’eroina ed evitare le crisi di astinenza) e lo rivendeva. Per cui, il peculato perché si appropriava del farmaco di proprietà dell’Asl, la detenzione perché deteneva il Subutex nei suoi studi privati di Fasano e Ostuni, e lo spaccio perché dava questo farmaco al di fuori delle regole previste dai Sert.

Il medico, che ora lavora a Francavilla Fontana e non tratta più con i tossicomani, si è difeso in maniera puntuale, dando spiegazioni dettagliate e plausibili ad ogni domanda posta dal pubblico ministero d’udienza Milto De Nozza e al tribunale in composizione collegiale, presieduto da Gabriele Perna. Narracci è stato dirigente del Sert di Fasano dal 2006 sino al 20 novembre del 2008, quando fu arrestato. Ha spiegato il meccanismo dei Sert, come arriva il tossicomane ad esservi inserito. “C’è un’attività diagnostica preventiva – ha risposto il medico -. Viene, quindi, elaborato il programma che è farmacologico e psicologico”.

Poi si è entrati nel cuore del problema. Narracci, come si è detto, è accusato di peculato e di detenzione e spaccio di droga. “Ho somministrato Subutex anche prima dell’iscrizione del tossicodipendente – ha spiegato -, ma per breve periodo. Lo facevo al di fuori dei canali ufficiali perché i tossicodipendenti a volte temono le conseguenze di dover rendere ufficiale la loro condizione. E, siccome il mio scopo era solo quello di allontanare queste persone dalla droga, cercavo di andar loro incontro in ogni modo”. Uno di questi era la fornitura del Subutex al di fuori del Sert.

Il Subutex è un farmaco che in questi anni ha soppiantato Metadone e Napraxone, sostanze che venivano utilizzate nei Sert per curare la tossicodipendenza da eroina. Ha spiegato Narracci: “Il Metadone è un farmaco agonista, vale a dire che se viene utilizzato assieme all’eroina non ne contrasta l’effetto. Mentre il Napraxone è un farmaco antagonista che blocca l’effetto dell’eroina per cui rende inutile il suo utilizzo”.

Il medico ha aggiunto che, però, il Napraxone ha l’effetto indesiderato di bloccare le sostanze antidolorifiche. Nel 2003 è entrato in commercio il Subutex che è un farmaco agonista-antagonista. L’unica controindicazione è che se il Subutex viene preso mentre si è ancora sotto effetto dell’eroina provoca una crisi di astinenza non controllabile con altri farmaci.

“Per evitare che i tossicodipendenti potessero incappare in queste crisi – ha spiegato Narracci – mi facevo restituire il Subutex che loro non prendevano più”. Un passaggio importante per chiarire come era possibile che Narracci avesse nella disponibilità confezioni di questa sostanza che poi dava ai tossicodipendenti che non erano ancora inseriti nei programmi di recupero.

“Non erano molti quelli che non volevano entrare ufficialmente nei piani di recupero – ha continuato l’imputato -. Ne avevo cinque o sei. Tra questi c’erano un  maresciallo dei carabinieri, un ingegnere …  Gente che voleva uscire dalla droga mantenendo il massimo del riserbo. Non era corretto da un punto di vista normativo, forse era sui generis, ma io li assecondavo perché il mio obiettivo era farli uscire dalla droga”.

Gli è stato contestato di farsi pagare 50 euro per la consegna del Subutex. “Assolutamente no – ha spiegato Narracci -. Il Subutex lo fornivo gratis. Mi facevo pagare la visita medica fatta nel mio studio. Questo perché prima di dare il farmaco sottoponevo i vari pazienti a esame dell’urina e del sangue. E questo comportava una spesa. Da un tossicodipendente che non voleva entrare nei piani di recupero ufficiali, e non poteva pagarmi, mi feci firmare due cambiali. Ma non perché volevo i soldi, ma solo per non spingerlo a non venire più”.

Cambiali che il difensore dell’imputato, avvocato Gianvito Lillo, ha depositato. “Se lo avessi fatto per soldi – ha aggiunto Narracci – le avrei incassate subito. Lo ripeto, io facevo tutto questo solo per combattere la droga. Mio fratello era di 5 anni più giovane di me. Scoprimmo che faceva uso di droga nel 1985. A lungo abbiamo lottato per farlo uscire da quel tormento. Nel 2005 fui io a trovarlo morto, con la siringa nel braccio. Non posso descrivere cosa ho provato. Per me era una soddisfazione incredibile quando riuscivo ad allontanare dalla droga una persona. Assecondavo le richieste delle vittime della droga, a volte di non passare attraverso il percorso ufficiale di terapia, per aiutarle. E mai per denaro, del quale non avevo bisogno”.

Il Sert di Fasano era molto frequentato: 1200 iscritti su una popolazione di 40mila unità. “Io ero sempre disponibile – ha concluso Narracci -. Anche il sabato e la domenica. A volte i tossicomani in cura mi chiamavano perché avevano necessità di Subutex e io gli dicevo di raggiungermi dove stavo in quel momento. Il sabato, in genere, al centro commerciale dove andavo con mia moglie, e a volte, la domenica, al Circolo tennis dove trascorrevo i pomeriggi”.

Subito dopo il pubblico ministero, ha proceduto all’interrogatorio la difesa che ha puntualizzato e meglio chiarito alcuni aspetti. Nessuna domanda da parte dell’avvocato Massimo Manfreda che rappresenta l’Asl di Brindisi costituitasi parte civile. Il processo è stato aggiornato al 5 ottobre. In quell’occasione il Tribunale verificherà se ci sono richieste particolari avanzate dalle parti, quindi si passerà alla discussione.

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