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Cronaca Oria

La dura giornata di un truffatore

Era uno, nessuno, centomila. Il signor Di Coste, quando doveva acquistare alberi di agrumi direttamente dalla Sicilia, mister Camposeo quando invece doveva ritirare piante per fantomatici lavori appaltati dal Comune di Manduria.

Era uno, nessuno, centomila. Il signor Di Coste, quando doveva acquistare alberi di agrumi direttamente dalla Sicilia, mister Camposeo quando invece doveva ritirare piante per fantomatici lavori appaltati dal Comune di Manduria. E poi ancora cognomi disparati, con numeri di partite Iva inventati, per ottenere un iPhone o un Blackberry o perfino una stampante o un cordless, roba da poche decine di euro.

Il personaggio pirandelliano, sebbene qui la frammentazione dell’io non sia affatto un’idea letteraria o una visione dell’umanità ma piuttosto una strategia truffaldina, è Francesco Palmisano, il capo e promotore dell’associazione per delinquere finalizzata alle truffe e a un bel po’ di altri affari illeciti sgominata stamani dai carabinieri. Sono 37 in tutto gli indagati, 19 dei quali raggiunti da misura cautelare chiesta dal pm Marco D’Agostino e disposta dal gip Maurizio Saso.

Più che un provvedimento restrittivo, quello eseguito oggi è un diario investigativo: la giornata ideale del truffatore è strapiena di impegni e di business cui badare. Lo aiuta la compagna, Monica De Stradis, che si finge la sua segretaria. Deve badare ai contratti telefonici fasulli, ai Cud da ottenere e alle credenziali, oltre che sedi fittizie di aziende, per attivare contratti “business” con la Vodafone, ma anche con la Tre e la Wind, e ricevere promozioni, minuti gratis, chiavette Usb per la connettività a Internet, e poi ancora dispositivi dei più vari, altamente tecnologici (parliamo di hi-tech aggiornato al 2010).

Poi all’hascisc, agli agrumi, ai palloni da calcio da ordinare a una ditta del Barese. Nicola Zella dice a Palmisano (il 30 giugno 2009): “Allora stanno arrivando questa mattina 400 palloni e 45 borsoni e le altre cose mi ha detto che me li manda in settimana con il corriere perché a lui non riesce a metterli nel furgone... sui 2.400 euro”. La consegna effettivamente avveniva. Il primo luglio 2099 però, il titolare dell’azienda truffata, la Ivan Sport Srl sporgeva denuncia. Subito dopo toccò alle cucine componibili.

Un continuo: la premiata ditta Palmisano&Co fa bidoni professionali. In grado di tenere le fila di così tanti affari che, se piuttosto che al soldo dell’illecito i suoi promotori fossero stati impegnati a lavorare onestamente, avrebbero probabilmente messo su un’azienda affermata. Con i telefoni è facile. Bisogna trovare una sede, cercare le generalità false. Basta rubare un documento, associarvi una partita Iva è il gioco è fatto, specie se gli intermediari Vodafone sono consenzienti e se pure i dipendenti delle società di spedizione sono ‘amici’. Poi ci sono i cavalli di ritorno, e le public relation con le vittime. “Mi devi dare mille e duecento euro. Mille sono pochi, perché a quel prezzo l’ho già venduta. Duecento euro mi spettano, per il rischio estorsioni. Sono una persona umile, se no non ti chiamavo”.

I buoni propositi appena sveglio: “Questa mattina devo andare a fare un bidone a Dell’Atti (concessionaria di auto Latiano), gli stacco degli assegni”. Sì, il meccanismo che talvolta funziona bene, altre volte male, è quello di pagare con assegni circolari falsi. Non tutti accettano, specie a distanza, dichiarandosi disponibili a incassare solo denaro contante. Qualcuno ci casca. Con i telefoni fila tutto alla perfezione, ché lì ad essere truffate sono le compagnie telefoniche oltre che le singole persone cui viene rubata l’identità. Qualcuno si è ritrovato a ricevere fatture per contratti telefonici mai firmati. Tutti hanno denunciato.

Tranne le compagnie, in particolare, la più danneggiata, la Vodafone. Un esempio di telefonata per l’attivazione a distanza. Vodafone chiama Palmisano, che nell’occasione si chiama D’Ambrosio: “Pronto buonasera, il signor D’Ambrosio?” “Sì, chi è?”. “Si buonasera sono Veronica del servizio clienti Vodafone partita Iva. La contatto per darle il benvenuto in Vodafone per chiedere alcune conferme riguardo la sua pratica”. “Allora lei ha richiesto 5 Vodafone Ram Zero, con 2 Palmari, un Nokia 2630, e un Blackberry 9.500”. Poi rivenduti a 80 euro ciascuno. Per far quadrare i dati è necessario l’apporto dell’informatico di turno, Riccardo Ferrajoli, detto il ‘Ragionere” già consulente della procura.

A lui si può chiedere liberamente: “Mi fai una visura?”. Per il settore ‘verde pubblico’ c’è il fruttivendolo di fiducia, ambulante di Oria, Sebastiano Nicolosi, che segnala i vivai da truffare. “Salve buongiorno, Edil Vivaio Camposeo (l’identità di turno), chiamo dalla provincia di Taranto, noi siamo una ditta che forniamo Comuni e per quanto riguarda... mi servirebbero un poco di piante di agrumi tipo olive, mandarini cinesi e pompelmi”. Poi la proposta: “Pago con assegni circolari”. E allora via, nulla di fatto.

Quindi la droga. L’hascisc nascosto nelle cialde di caffè e le consegne da 20-30 euro. I ruoli dello zoccolo duro, i più scafati nelle condotte fraudolente, sono i seguenti: Palmisano è il capo e promotore indiscusso. Ferrajoli e Ranieri sono i ‘consulenti tecnici’. Monica De Stradis è la compagna di vita e di affari del numero uno. Elia e Santochirico sono i dipendenti Vodafone che attivavano le schede Sim utilizzando i dati falsi e procuravano cellulari e tutto il materiale richiesto. Michele e Pietro Fragnelli, reperivano le aziende da truffare e poi rivendevano il materiale. Cosimo Damiano De Stradis, cognato di Palmisano (entrambi sono stati di recente arrestati per un cavallo di ritorno) rubava le carte d’identità. Sebastiano Nicolosi è il venditore ambulante procacciatore di vivai cui rifilare i pacchi.

Benenetto Paolillo e Pietro Fasano sono corrieri Bartolini e Tnt, complici del raggiro. Andrea Mingolla e Antonio Fragnelli i cercatori di persone cui vendere le Sim card. Nicola Zella, infine, colui che parlava al telefono con i titolari delle ditte, bravo, insomma a simulare. Questo il cast dello spettacolino andato in scena nel 2008 al 2009 (con nuovi episodi segnalati anche in tempi successivi). Oggi è calato il sipario, per protagonisti e comparse.

 

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