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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Multiservizi, il salvataggio di Natale: “Fusione con Energeko”

Delibera della Giunta il 23 dicembre, assenti il vice sindaco e i due assessori dei Cor: "Perdita per quattro dei cinque esercizi, dal 2011 al 2014, contesto occupazionale rilevante". Manovra entro fine marzo. Per il Comune patto di stabilità in sforamento nel 2017: blocco assunzioni, perdita staff e riduzioni indennità

BRINDISI – La manovra di salvataggio per la Multiservizi, in rosso per il quarto anno di seguito, è arrivata poco prima di Natale, con la scialuppa che la Giunta ha lanciato il 23 dicembre, per conservare 193 posti di lavoro: la più grande partecipata del Comune sarà unita alla Energeko, così come riferivano indiscrezioni che rimbalzavano da Palazzo di città già all’indomani dell’insediamento della nuova Amministrazione.

multiservizi assemblea 1-2La via di uscita che secondo l’esecutivo dei moderati promette di salvaguardare i livelli occupazionali, mentre prosegue l’inchiesta della Digos, è una sola e richiede “l’aggregazione mediante fusione entro il 23 marzo 2017”, con piano industriale da approvare al massimo alla fine di febbraio, per la durata di tre anni almeno. Lo ha deliberato l’esecutivo, su proposta della stessa prima cittadina Angela Carluccio e dell’assessore al Bilancio, Salvatore Del Grosso, ma quel giorno (24 ore dalla vigilia di Natale) la Giunta non era al completo. Mancava all’appello il vice sindaco Francesco Silvestre che nelle settimane precedenti aveva presieduto il tavolo di confronto con i rappresentanti sindacali, poi lasciato in sospeso, nonostante fosse stato aggiornato al 5 dicembre. Non c’erano neppure i due assessori espressione dei Cor, Raffaele De Maria alle Attività produttive, e Michele di Donna alla Programmazione economica. Le ragioni delle assenze? C’è chi sostiene che avessero tutti e tre impegni impossibili da rinviare. Ma c’è anche chi è pronto a scommettere che la verità sia altra, nel senso che le assenze non siano solo frutto di mera casualità, ma siano il risultato di valutazioni politiche precise. In altri termini, a Palazzo di città, ci sarebbe l’ennesima “crisi” interna alla maggioranza che si preferisce tenere in ombra.

I fittiani, in verità, hanno sempre rivendicato maggiore condivisione nelle scelte politico-amministrative e sulla Multiservizi hanno chiesto massima trasparenza. In Giunta restano ugualmente, ma qualche segnale ritengono di darlo attraverso il forfait degli assessori.

Nonostante tre componenti in meno, è arrivata la proposta di indirizzo che dovrà essere sottoposta al vaglio del Consiglio comunale di Brindisi. E qui le cose potrebbero complicarsi perché sono necessari 17 voti, quorum qualificato, e i moderati potrebbero essere a corto di numeri se la tensione con i Cor resta visto che questi ultimi hanno in Aula cinque consiglieri.

Nella delibera, ad ogni modo, c’è stato prima di tutto un richiamo al Nuovo testo unico in materia di società a partecipazione pubblica risultato della riforma Madia, poi il riferimento alla recente pronuncia della Corte costituzionale che “non produce effetti sui decreti attuativi già approvati, quindi la descrizione delle azioni a cui il Comune è obbligato con riferimento a  “partecipazioni in società che, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro” e a “partecipazioni in società che abbiano prodotto un risultato negativo per cinque esercizi”.

Per la Multiservizi srl (socio unico Comune) sono stati accertati “risultati negativi per quattro dei cinque esercizi precedenti”, più esattamente nel 2011 perdita pari a 517.288 nel  2012 pari a 3.165.575, nel 2013 1.153.552 e ancora nel 2014 pari a 1.333.219”. Non è ancora stato approvato il bilancio  2015. Le ripercussioni sulle condizioni di salute del Comune, ovviamente, ci saranno e saranno evidenti nel 2017 con lo sforamento del patto di stabilità, così come avvenne in seguito al ripiano della perdita del 2013 nonostante le smentite della Giunta di centrosinistra all’epoca guidate dal sindaco Mimmo Consales. Lo sbilanciamento venne certificato, con conseguenze in una serie di tagli: alle indennità degli amministratori, alle assunzioni e allo staff. Il Comune corre il concreto di rischio di trovarsi in quelle stesse condizioni non appena il Consiglio comunale approverà il nuovo risultato negativo della società. La delibera sarà portata in Assise agli inizi del 2017. il che spiega come mai nel 2016 il patto di stabilità è stato rispettato. Quanto alla Energeko Gas Italia srl (Comune socio unico) “nel triennio precedente ha conseguito un fatturato medio non superiore ad un milione di euro”: nel  2013 827.606, nel 2014 798.021 e nel 2015 811.322 euro.

Una pattuglia della polizia all'esterno della sede della Multiservizi-2Con la fusione, la Giunta ritiene di attuare la “misura di razionalizzazione derivante da una contestuale riduzione del numero delle Partecipate”, si legge nella delibera. “La misura che si propone, trova ragione innanzi tutto nella situazione di contesto estremamente rilevante dal punto di vista  occupazionale (oltre 200 dipendenti) che non può esulare dalle valutazioni di un Ente Pubblico territoriale, soprattutto in un periodo di marcata sofferenza del mercato del lavoro. Inoltre, dal punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa, i sodalizi di cui trattasi presidiano da tempo e con continuità la quasi totalità delle attività strumentali dell’Ente ed anche, in minor misura, servizi pubblici locali”, è scritto ancora nella relazione.

“In effetti le modalità alternative della liquidazione o soppressione o cessione (quest’ultima solo teoricamente ascrivibile al caso) sconvolgerebbero l’assetto della gestione delle attività da parte del Comune per un periodo significativo, senza avere certezza che la esternalizzazione dei servizi meglio persegua il buon andamento della Pubblica amministrazione”.

“La misura che si propone ha il senso di voler reimpostare e perseguire l’economicità delle gestioni di cui si tratta, ritenendo che efficacia ed efficienza siano migliorabili, ma già coniugate con gli attuali assetti”. Per il miglioramento è chiesto un piano industriale che dovrà “ridurre i costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli Organi Amministrativi e di Controllo, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni; ) operare una riduzione del costo del personale anche attraverso la rimodulazione degli oneri contrattuali, incentivi all’esodo, blocco per le assunzioni”. Intanto la Giunta procederà con la formalizzazione dell’incarico all’Anci Nazionale, quale consulente tecnico del processo di fusione.

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