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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

In banca la lavanderia delle Marlboro-lire: "Atlantide", in appello 127 anni di carcere

BRINDISI - Arriva la sentenza di secondo grado del processo scaturito dalla operazione Atlantide, messa a segno dalla Guardia di Finanza di Brindisi ormai due lustri fa. Sono 127 anni le pene inflitte a 25 imputati, reati prescritti per tutti gli altri, cinquantatre in tutto. Dove finirono i soldi delle bionde che fecero del potentato Scu, un impero?

BRINDISI - Arriva la sentenza di secondo grado del processo scaturito dalla operazione Atlantide, messa a segno dalla Guardia di Finanza di Brindisi ormai due lustri fa. Sono 127 anni le pene inflitte a 25 imputati, reati prescritti per tutti gli altri, cinquantatre in tutto. Dove finirono i soldi delle bionde che fecero del potentato Scu, un impero?

A questa domanda tentarono di rispondere le indagini avviate dal magistrato inquirente Giorgio Lino Bruno, giunte al capolinea della sentenza di secondo grado. Sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Lecce presieduta da Roberto Tanisi, a latere Patrizia Sinisi e Aldo Petrelli, dopo un anno di rinvii a partire dalla requisitoria del procuratore generale. Suspence senza fine dunque, per gli imputati condannati in primo grado dalla prima sezione penale del tribunale brindisino presieduta da Rossana Giannaccari, sentenza del 27 maggio 2007.

Fra gli attori, giudicati responsabili di aver mondato il denaro del traffico di tabacchi lavorati esteri, un popolo trasversale, composto da dirigenti di banca, imprenditori e gente comune, a vario titolo inseriti in un circuito utile ai traffici della criminalità organizzata nostrana.

Gli inquirenti sequestrarono all’epoca 27 miliardi di lire in contanti, finiti nelle attività portuali di tre imprese portuali del gruppo D’Oriano, legato a filo doppio secondo l’accusa tanto alla famiglia brindisina dei fratelli Morleo quanto al clan napoletano dei D’Alessandro di Castellammare di Stabia. L’accordo fra contrabbandieri e banche prevedeva l’acquisto da parte dei primi di certificati di deposito al portatore per il tramite di prestanome, da qui la comparsa nel fascicolo del pm, inizialmente composto da 79 indagati, di casalinghe e figure ancillari, sconosciute fino a quel momento nel panorama della malavita made in Brindisi.

Il bilancio della sentenza emessa dalla corte d’appello di Lecce presieduta dal giudice Roberto Tanisi conta una infinita serie di reati prescritti. Le quattro assoluzioni: a favore Roberto Della Porta, 56 anni, di Brindisi, direttore di un importante istituto bancario, uomo-chiave da cui prese il via l'indagine,  e Paolo Baldacci, 52 anni, di Brindisi, funzionario dello stesso istituto di credito, entrambi accusati di aver ripulito il denaro proveniente dal traffico di sigarette, attraverso l'apertura di diversi conti correnti e libretti di risparmio da parte dei soggetti coinvolti nel contrabbando. Riformata a sei anni e sei mesi la pena a carico di Della Porta, che in primo grado era stato condannato a dieci anni, pena inflitta per i reati minori commessi in seno alla stessa presunta associazione.  Assolti per non aver commesso il fatto relativamente ai reati di contrabbando Antonia Antonicelli, 80 anni, di Gioia del Colle e Vincenzo Montanaro, 40 anni, di Brindisi. Montanaro, ragioniere addetto alla contabilità dell’azienda D’Oriano, è stato invece condannato a tre anni (3mila euro di multa) per false fatturazioni con le attenuanti generiche.

Queste le pene a carico della famiglia D’Oriano, di Castellamare di Stabia (Napoli) Domenico D’Oriano, 83 anni, pena ridotta a 14 anni e tre mesi (14mila euro di multa); Alfonso D’Oriano, 59 anni, pena ridotta a undici anni e dieci mesi (10.900 euro di multa); Vito Morleo, 55 anni, ristoratore di Brindisi, sette anni e dieci mesi (4mila euro di multa); Maria Edelma D’Oriano, 56 anni, pena ridotta a tre anni e sei mesi (3.300 euro di multa); pene ridotte anche per Anna Paola Iannaco, 56 anni, tre anni e sei mesi (3.300 euro di multa); Natale Leo, 56 anni, di Brindisi, tre anni e quattro mesi (3mila euro di multa); Rocco Licchello, 60 anni, di Brindisi, tre anni e sei mesi (3.300 euro di multa); Maria Antonia Orlanduccio, 58 anni, di Brindisi, tre anni e due mesi (3mila euro di multa); Michelina Di Totaro, 50 anni, di Brindisi, pena ridotta a tre anni e due mesi (3mila euro di multa); Giovanna Todisco, 76 anni, di Castellamare di Stabia, tre anni e sei mesi (3.300 euro di multa).

Confermata la sentenza di primo grado invece per  Salvatore Marchetti, 82 anni, di Brindisi, 4 anni e sei mesi; Giovanni Petrosillo, 51 anni, di Brindisi, 4 anni e sei mesi; Aldo Rollo, 71 anni, di Brindisi, 5 anni e 6 mesi; Patrizia Orlanduccio, 50 anni, di Brindisi, 4 anni e sei mesi; Donato Roma, 60 anni, di Brindisi, tre anni; Filomena Teodora Sicilia, 43 anni, di Brindisi, 4 anni e sei mesi; Antonio Semeraro, 40 anni, di Brindisi, 4 anni e sei mesi; Cosimo Semeraro, 43 anni, di Brindisi, 4 anni e 8 mesi; Antonio D’Oriano, 44 anni, di Vico Equense (Napoli), sette anni e sei mesi; Roberto Galluzzo, 44 anni, di Brindisi, quattro anni e sei mesi; Alessandro Giglio, 44 anni, di Brindisi, quattro anni; Tonio Rametta, 44 anni, di San Pietro Vernotico, quattro anni; Giovanni Mauro, 65 anni, di Brindisi, quattro anni e sei mesi; prescrizione a conferma del primo verdetto per Francantonio Bettiga, 64 anni, di Colico; Giovanni Vanacore, 51 anni, di Castellamare di Stabia; Guglielmo Bonifacio, 50 anni, di Castellamare di Stabia; Donato Carrese, 40 anni, di Castellamare di Stabia; Cosimo Simmini, 64 anni, di Brindisi; Giuseppe Maggi, 67 anni, di San Vito dei Normanni; Rosario Giannetta,  61 anni, di Minervino di Lecce; Riccarda Di Francesco, 57 anni, di Brindisi; Luigi Doria, 48 anni, di Brindisi; Gabriella Simmini, 39 anni, di Brindisi.

Prescrizione di tutti i reati residui invece per Giuseppe Morleo, Lucia Allegrini, Paolo Baldacci, Luigi Destino, Salvatore D’Oriano, Stefano Giglio, Francesco Licastro, Stefania Lorenzo, Bruno Morleo, Alessandro Palazzo, Antonia Rollo e Manola Visca. Pronto per l’ultima battaglia in Cassazione il collegio difensivo composto da Antonella Attolini (difensore di 27 imputati), Vito Epifani, Federico Massa, Daniela Faggiano, Daniela D’Amuri, Cosimo Pagliara, Massimo Manfreda, Gabriella Dell’Aquila, Gianvito Lillo, Cinzia Cavallo, Vincenzo Romano, Giampiero Iaia, Antonio Maurino, Carlo Caniglia, Raffaele Missere, Marianna Laguercia.

Per ricostruire la rete dei riciclatori, il Nucleo di polizia tributaria ed il pm dovettero passare al setaccio – tra polemiche politiche come quella sollevata dal senatore Euprepio Curto – tutti i conti correnti delle banche brindisine. Dire che una città fu letteralmente passata al microscopio non è esagerato.

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