"La maestra di Kabul": l'impresa afgana della Biffi raccontata da Carlo Annese
Il noto giornalista brindisino, Carlo Annese, vicedirettore del mensile GQ, torna nelle librerie con un'altra storia importante: "La maestra di Kabul. Provare a cambiare il mondo con una scuola per cantastorie" scritta, anche questa volta, con la sua protagonista, la trentaduenne brianzola Selene Biffi, creatrice di start-up sociali (imprese con fini umanitari)
BRINDISI - Dopo “Semplicemente Jury”, biografia di Jury Chechi scritta nel 2005 insieme al pluricampione mondiale, e dopo “I diavoli di Zonderwater”, saggio del 2010 nel quale raccontava i sei anni di prigionia dei quasi centomila soldati italiani esiliati nel campo sudafricano di Zonderwater durante la seconda guerra mondiale (prigionia alla quale sopravvissero solo grazie allo sport), il noto giornalista brindisino, Carlo Annese, vicedirettore del mensile GQ, torna nelle librerie con un’altra storia importante: “La maestra di Kabul. Provare a cambiare il mondo con una scuola per cantastorie” (ed. Sperling & Kupfer – euro 17,50), scritta, anche questa volta, con la sua protagonista, la trentaduenne brianzola Selene Biffi, creatrice di start-up sociali (imprese con fini umanitari).
La storia che l’ex inviato speciale della Gazzetta dello Sport narra nel suo ultimo lavoro, è una storia particolare, di quelle che rimangono impresse perché raccontano della forza e della tenacia di una donna che, dopo essere stata consulente Onu in Afghanistan nel 2009, vi ritorna successivamente, nel 2013, per dar vita ad un progetto umanitario lodevole, utile e, al tempo stesso, coraggioso: l’apertura, nella capitale afghana, Kabul, di una scuola per cantastorie.
Lodevole per le sue finalità: il recupero e la trasmissione dell’identità di un Paese; coraggioso perché aprire una scuola in una terra impoverita e ferita nel profondo da oltre trent’anni di guerra civile, non è certamente un’impresa semplice; utile perché la piaga dell’analfabetismo, che interessa una percentuale molto alta della popolazione afghana, l’ottanta per cento circa, fa sì che la cultura e i saperi basilari si tramandino, da una generazione all’altra, quasi esclusivamente a voce. S’intuisce, pertanto, l’importanza e la necessità del recupero del mestiere del cantastorie.
Ne “La maestra di Kabul” è raccontata, quindi, la genesi di questa scuola particolare e le tante difficoltà incontrate dalla Biffi per aprirla: dalla battaglia combattuta come donna in una società maschilista alla sfida alla burocrazia e alla corruzione. L’autrice racconta però anche i motivi che l’hanno spinta a non demordere, ad andare avanti nonostante i tanti ostacoli incontrati: dal professore teatrante con la passione per Dario Fo allo sguardo riconoscente di un alunno orgoglioso di aver imparato ad “alzarsi in piedi e parlare” alla scoperta casuale e sorprendente di un negozio di aquiloni. Questa moderna storia afghana, che mostra uno degli aspetti positivi della cooperazione internazionale, sarà raccontata, prossimamente, dallo stesso Carlo Annese, nelle scuole brindisine.